Galleria Vittoria di Napoli, progetto al palo: la riapertura si allontana

Galleria Vittoria di Napoli, progetto al palo: la riapertura si allontana
di Paolo Barbuto
Martedì 30 Marzo 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:02
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Celebriamo oggi i 184 giorni consecutivi di chiusura della galleria Vittoria. Sei mesi di fila di blocco della circolazione in uno degli snodi più importanti della viabilità cittadina, mezzo anno senza mai vedere un operaio al lavoro dentro quel tunnel: non un’iniziativa di ripristino, non un tentativo di sostegno. Nulla, il vuoto totale intorno a un’infrastruttura che cent’anni fa venne ritenuta determinante per alleggerire il traffico e che oggi non ha generato il collasso della viabilità cittadina solo perché la pandemia ha ridimensionato clamorosamente gli spostamenti.
E all’orizzonte non c’è nemmeno un’idea sulla svolta. Il progetto da presentare alla Procura non è stato ancora terminato, senza progetto non è possibile realizzare un bando, senza bando non c’è ditta che possa eseguire i lavori. 

Tutto ruota intorno a un intervento della Procura che, dopo i cedimenti della volta di fine settembre, decise di sequestrare il tunnel. Le indagini condotte dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte, stabilirono che i cedimenti dalla volta della galleria potevano ripetersi in qualunque momento, mettendo a repentaglio la vita di centinaia di persone. 

Palazzo San Giacomo, titolare della struttura, allora mise in moto i suoi tecnici.

Fece predisporre un progetto per risistemare temporaneamente il tunnel e riaprirlo al traffico. Lo presentò al Gip Enrico Campoli per ottenere il dissequestro ma ottenne un secco “no”. Il consulente della Procura, Andrea Prota, in una accurata relazione evidenziò «i limiti dell’operato tecnico dell’ente comunale». Spiegò che quel progetto di lavori non consentiva «di asserire che non ci sia più alcuna situazione di concreto e attuale pericolo», evidenziò «verifiche di tenuta e di sicurezza condotte solo su base qualitativa e visiva», chiarì che «senza un necessario approfondimento che prenda in considerazione l’intera complessità delle opere da effettuare, non è possibile neppure progettare gli interventi di potenziamento. In particolare, le verifiche svolte non hanno preso in considerazione l’intero sistema di pannellatura - selezionando solo alcune parti della stessa -, e, soprattutto, quanto alle possibili infiltrazioni e al degrado dei materiali, non si possono escludere nuovi eventi di crollo come quelli già verificatisi». 

A quel punto il giudice respinse la richiesta di dissequestro e chiese al Comune una nuova modalità di operato suggerendo di scandire le verifiche sulla base di un «cronoprogramma di interventi di manutenzione, da sottoporre all’attenzione dell’ufficio del pm». 

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Arriviamo ai giorni d’oggi. Secondo il cronoprogramma condiviso con la Procura è stata ispezionata la massa tufacea nella quale è infilato il tunnel. Non ci sarebbero stati clamorosi rilievi da parte degli esperti. Sono state individuate molte perdite, sia dalle fogne che da condutture di acqua, ma nessun danno al tufo. La collina di Monte di Dio è solida e non metterà in crisi la galleria.

Alla luce di questa relazione sarebbe dovuto partire un nuovo progetto da presentare alla Procura per ottenere il dissequestro e avviare i lavori. Però, dopo più di dieci giorni dalla conclusione dei sopralluoghi e dalla consegna della relazione, Palazzo San Giacomo non s’è ancora fatto vivo con il gip Campoli per chiedere se il suo consulente ha voglia di dare un’occhiatina a un progetto determinante per la viabilità di Napoli. Insomma, quel progetto ancora non c’è.

Ci sarebbe, invece, qualche iniziativa da parte di palazzo San Giacomo, almeno secondo voci di corridoio non verificate. Sostengono alcuni tassisti che l’assessore Clemente, durante un recente colloquio con una loro delegazione, avrebbe annunciato la riapertura parziale del tunnel nel giro di una o due settimane. 
Lo ripetiamo, si tratta solo di voci, non confermate, ma sarebbe una reale svolta per la galleria. 

 

Cosa si dovrà fare per rimettere in sesto la galleria Vittoria? Innanzitutto bisognerà eliminare e ricostruire interamente la copertura della volta del tunnel, e questo è un problema per il Comune che intendeva cavarsela con un progettino da 600mila euro per un po’ di aggiusti. La Procura chiede di eliminare i pericoli e rifare tutto daccapo, una questione che fa lievitare i costi ad almeno 3 milioni di euro. E quei denari oggi non ci sono in cassa, e forse non ci saranno per molti mesi ancora.

Sarà necessario, dunque, smantellare tutto quel che è stato messo a copertura della volta, e poi ricostruire. Prima di farlo bisognerà eliminare le perdite per bloccare le infiltrazioni e rendere più sicuri, e duraturi, i nuovi lavori.
Impossibile, secondo il codice, realizzare i lavori alla volta consentendo il transito delle auto al di sotto di una galleria di tubi innocenti per proteggerle da eventuali crolli durante gli interventi. Le norme di sicurezza non consentirebbero di tenere i lavoratori in cima a un tunnel pieno di smog senza nemmeno gli aeratori a garantire un ricambio d’aria. 

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