Galleria Vittoria di Napoli ancora chiusa, l'odissea dei napoletani: 20 ore di traffico in più

Galleria Vittoria di Napoli ancora chiusa, l'odissea dei napoletani: 20 ore di traffico in più
di Paolo Barbuto
Giovedì 24 Giugno 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:22
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A Chiaia la questione della chiusura eterna della galleria Vittoria assume contorni preoccupanti; il blocco di quel percorso dentro al tunnel ha generato problemi alla cittadinanza e difficoltà ai commercianti. Per cercare di spiegare quant’è ampia la crisi del territorio, il presidente della prima municipalità, Francesco de Giovanni ha messo assieme un report nel quale vengono messi in fila tutti i numeri della crisi-galleria. Il dato più clamoroso riguarda il tempo trascorso nel traffico da chi abitualmente utilizza quel percorso per andare e tornare dal lavoro: secondo il resoconto della municipalità il tempo in più trascorso nel traffico, ogni mese, cresce di almeno venti ore.

«Non si tratta di dati scientifici - precisa de Giovanni presentando il documento nel quale ha provato a raccogliere tutto il disagio del territorio - è solo un tentativo di sistematizzare le rimostranze che, quotidianamente, mi portano i residenti». La questione del traffico è la più impressionante. Il numero di ore “perdute” in auto a passo d’uomo viene da un conto semplice: «Quando la galleria è aperta, i tempi di percorrenza, tra andata e ritorno, possono arrivare al massimo a un quarto d’ora - spiega de Giovanni -. Da nove mesi, con la galleria chiusa e la viabilità stravolta, i tempi per percorrere all’andata e al ritorno le vie alternative non si riducono mai al di sotto dei sessanta minuti, ma nelle ore di punta sono anche superiori. Se moltiplichiamo per i giorni d’un mese i 45 minuti quotidiani in più perduti nel traffico, arriviamo a un tempo che supera le 22 ore ma abbiamo preferito arrotondare a “sole” 20 le ore di paralisi che i cittadini devono sopportare». Il documento deve essere ancora completato con una quantificazione dello smog e dell’inquinamento che quel caos di traffico si trascina dietro. 

Nel cahier de doléance della prima municipalità ci sono anche le difficoltà dei commercianti, c’è un capitolo a parte dedicato alle autorimesse che, secondo i primi calcoli, anche negli ultimi giorni di ripresa delle attività, registrano perdite pari all’80%.

Va meglio ai ristoratori per i quali le perdite si limitano al 30%. «Questa situazione ha un solo responsabile politico - tuona de Giovanni - è il sindaco di Napoli che adesso è impegnato a tempo pieno in Calabria mentre la sua Giunta è troppo concentrata a salvare le penne per la prossima campagna elettorale, per dedicarsi alle esigenze della città». Anche la municipalità, così come ha fatto nei giorni scorsi Confcommercio, chiede che venga immediatamente nominato un Commissario ad Acta per la realizzazione dei lavori in galleria: «Si tratta di un intervento necessario per riaprire un percorso determinante come via di fuga in caso di catastrofe. Il Governo può intervenire con la nomina anche immediatamente», spiega il presidente della prima municipalità.

Poi si riapre la questione degli errori amministrativi: «Se il Sindaco, responsabilmente, avesse dichiarato il dissesto, i fondi messi a disposizione da Rfi per i lavori alla Galleria, avrebbero potuto essere utilizzati senza problemi. La dichiarazione di dissesto, però, avrebbe impedito a de Magistris e alla sua Giunta di candidarsi in futuro, questo va sottolineato per comprendere la gravissima responsabilità politica in questa vicenda. Oggi, insomma, a causa del predissesto, quei fondi devono essere dirottati sui creditori del Comune, così la galleria Vittoria resta bloccata».

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Palazzo San Giacomo, intanto continua nell’interlocuzione con Rete Ferroviaria Italiana per cercare un modo di utilizzare il denaro senza farlo transitare per le casse del Comune. Palazzo San Giacomo si sta scervellando per evitare che i due milioni per i lavori al tunnel (da versare in base a un vecchio accordo siglato al tempo dell’ingresso dell’Alta Velocità a Napoli) possano essere intercettati dai creditori che avrebbero diritto ad essere soddisfatti in base alla “anzianità” delle richieste di pagamento. Ci sono aziende che da più di un anno attendono versamenti per lavori già eseguiti e non consentirebbero l’utilizzo di quel denaro per saldare ulteriori interventi che, peraltro, sono ancora da realizzare. La questione si gioca tutta sul filo della burocrazia. Si cerca una maniera per fare in modo che Rete Ferroviaria possa girare il denaro direttamente all’Anas, che dovrebbe realizzare materialmente i lavori di ripristino della galleria, evitando la “trappola” del passaggio del denaro nel bilancio comunale. Il percorso, però, è ricco di difficoltà ed è estremamente scivoloso, soprattutto perché si tratta di aziende pubbliche. Sia Rfi che Anas appartengono a Ferrovie dello Stato, azienda partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Insomma, se passaggio di denaro dovrà esserci, sarà eseguito in maniera totalmente trasparente oppure non ci sarà.

Settimane di studio e di incontri con il supporto dei legali potrebbero arrivare a una soluzione. Ma intanto il tempo passa e Napoli resta ancora senza Galleria. 

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