Galleria Vittoria di Napoli, i lavori ​con i fondi delle Ferrovie

Galleria Vittoria di Napoli, i lavori con i fondi delle Ferrovie
di Paolo Barbuto
Domenica 30 Maggio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 12:43
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I soldi per rimettere a posto la Galleria Vittoria ci sono, solo che non li tirerà fuori il Comune. ha ragione la Giunta quando dice che non esistono problemi sul fronte finanziario, c’è solo un dettaglio: quei fondi (quasi due milioni di euro) non provengono dal bilancio scassato di piazza Municipio, li tirerà fuori direttamente la Rfi, società partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato, che ha funzioni di gestore dell’infrastruttura ferroviaria.

Di primo acchito va detto che la questione (ci mancherebbe), rientra a pieno titolo fra le operazioni consentite, lecite e pienamente autorizzate; insomma, nessuna ipotesi di ombre, tutto ben fatto e alla luce del sole. Si tratta solo di dare una corretta lettura alle parole dell’Amministrazione che sta spiegando con forza di aver trovato i fondi mentre, in realtà, ha trovato chi li mette a disposizione: sembrano sfumature ma non lo sono. Anche perché ancora a metà di questa settimana, l’assessore Clemente spiegava a gran voce in diretta radiofonica che i denari erano pronti ed erano quelli trovati a fine dicembre (circa seicentomila euro) ai quali, ha spiegato la candidata sindaco arancione, sarebbero stati aggiunti altri soldi già reperiti.

Già, reperiti presso terzi.

 

Questa vicenda affonda le radici nel passato sempre meno recente dell’avvento dell’Alta Velocità a Napoli. Quando i binari e le infrastrutture per accogliere i treni ultrarapidi si affacciarono nel territorio di Partenope, la Rfi, come accade abitualmente, strinse un accordo con il Comune di Napoli per garantire il rispetto di reciproci impegni presi fra le due parti.

Nell’ambito dei reciproci impegni, sono rimasti nel cassetto circa due milioni di euro: si tratta del residuo degli investimenti in “opere accompagnatorie dell’Alta Velocità Roma-Napoli”, utilizzabili dall’Amministrazione (ma a cura del Comune stesso) per la realizzazione di alcuni rami di viabilità. Qualcuno a Palazzo San Giacomo, di fronte al lievitare dei costi e alla scarsità di liquidi, s’è ricordato di avere ancora quel salvadanaio a disposizione e subito è andato a svuotarlo. Non esistono attualmente, collegamenti confermati da parte delle strutture interessate, sui motivi dell’utilizzo di Anas come azienda per la realizzazione materiale degli interventi.

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La situazione è la seguente: una società posseduta interamente da Ferrovie dello Stato, versa al Comune due milioni di euro per eseguire lavori che verranno affidati a un’altra società posseduta al 100% da Ferrovie dello Stato. Anche questo evento sarebbe (ed è) corretto, consentito e lecito; solo che non esiste, allo stato attuale, nessun atto che consenta di mettere in collegamento le due vicende che hanno come perno centrale il Comune di Napoli.

Attualmente, dunque, l’assessore Clemente spiega che il progetto esecutivo è completato, si sa ufficialmente che i soldi sono già pronti e che il Comune di Napoli non dovrà sborsare nulla perché li verserà Rfi, si sa pure che l’azienda per eseguire i lavori è stata già ingaggiata. L’unico dettaglio che manca è la data in cui verrà aperto il cantiere: ma se tutto è già stabilito, perché non si inizia? Pare che, a dispetto delle certezze ufficiali, il progetto esecutivo sia in fase di ultime rifiniture e che solo al termine di queste operazioni, dopo aver ottenuto anche il placet della Soprintendenza, sarà possibile vedere, finalmente, gli operai al lavoro.

In tutto ci saranno otto settimane di lavori, spiega l’assessore Clemente. Speriamo che abbia ragione, anche perché, da domani, mancheranno undici settimane alla scadenza dei termini imposti dalla Procura. Occorre uno sprint per evitare nuovi guai.

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