Buona parte degli impianti sportivi versano in cattive condizioni e il comune di Napoli ha deciso di intervenire per la messa in sicurezza e la ristrutturazione di alcuni di essi. Precedenza alle piscine e questo comporta l’inevitabile sospensione dell’accordo tra comune e Federnuoto per la gestione degli impianti ex legge 219: si credeva e si sperava che prima della sosta estiva si potesse finalmente annunciare la lieta novella, dall’assessorato allo sport però non giungono risposte definitive in tal senso. Clausole, precisazioni e ulteriori dettagli costringono i rispettivi uffici legali a lavori extra.
Ci sono realtà, soprattutto periferiche, che richiedono urgenza d’interventi. Le vasche Poerio e Acquachiara necessitano di lavori urgenti, la Bulgarelli di Poggioreale è chiusa. A Secondigliano le cose vanno peggio, la piscina è diventata un miraggio per via del braccio di ferro tra l’amministrazione comunale e la Asd Aquila nuoto che gestiva le attività sportive. Da palazzo San Giacomo fanno sapere che il gestore era senza contratto, che l’impianto è in cattive condizioni anche all’interno e che si trova sotto sequestro giudiziario. «Peccato però - precisa Carlo Claps, presidente di Aidacon consumatori - che ci sia scappato il morto: lo sfortunato giovane napoletano, che mentre effettuava un sopralluogo presso la piscina di Corso Secondigliano, è caduto dal tetto fatiscente, a causa della inesistente manutenzione straordinaria da parte dell’ente comunale».
E proprio la piscina comunale assegnata alla Asd Aquila nuoto è passata sotto la tutela legale dell’avvocato Claps, per chiarire le eventuali responsabilità del comune nella vicenda. «In qualità di presidente di un’associazione che tutela i cittadini, devo assicurare la ripresa delle tante attività sportive e sociali a favore di soggetti in difficoltà e dei disabili.
E proprio a quest’ultima problematica si lega il destino della piscina di Secondigliano. «Esistono – conclude Claps - alcune società che hanno dovuto riconsegnare le chiavi al comune, mentre altre sono in attesa di ricevere l’ordinanza di sgombero. La morosità alla quale fa riferimento palazzo San Giacomo è stata generata non solo dalle responsabilità dei concessionari ma anche da carenze normative che non hanno permesso alle associazioni sportive di far fronte alle ingenti spese e costi necessari per la gestione degli impianti. E dobbiamo pure assistere a trattamenti differenziati e privilegiati: basti pensare alla concessione dello stadio Maradona al Napoli, il quale non paga i canoni ma continua regolarmente ad utilizzare l’impianto. Chiediamo che per la piscina di Secondigliano si giunga concordemente ad una soluzione equa per favorire la conferma della gestione alle associazioni già assegnatarie e restituire così, nel più breve tempo possibile, la ripresa delle attività sportive in favore dei giovani in quartieri considerati giustamente a rischio».