Napoli, impianto Gnl nel porto: municipalità contraria al progetto

Napoli, impianto Gnl nel porto: municipalità contraria al progetto
di Alessandro Bottone
Lunedì 4 Luglio 2022, 20:50
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L'intenzione di costruire l'impianto GNL nel porto di Napoli vede contrari residenti e alcune realtà associative. Il progetto - presentato dalle società Edison e Kuwait Petroleum Italia - non è condiviso nemmeno dai consiglieri della VI Municipalità del Comune di Napoli (Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio) che oggi hanno votato uno specifico documento in cui insistono sulla necessità di «riappropriarsi di un pezzo di costa già danneggiato nel corso degli anni».

Nell'ordine del giorno approvato all'unanimità i consiglieri di Napoli Est chiedono «con fermezza di non dare seguito e/o comunque esecuzione al progetto di realizzazione del sito di stoccaggio di gas naturale liquefatto e di dare priorità ai processi di bonifica delle aree SIN». L'impianto, nell'idea delle due multinazionali del settore energetico, dovrebbe essere ospitato nella darsena petroli del porto, spazio che rientra nel confine di San Giovanni a Teduccio, quartiere della zona orientale di Napoli. «La Commissione ambiente ritiene che l’installazione di un deposito di gas naturale liquefatto di circa 20mila metri cubi sia estremamente rischioso per l’incolumità pubblica, tenendo altresì conto che il territorio è interessato da rischio sismico per la presenza del Vesuvio», si legge del documento discusso e approvato dal Consiglio municipale della zona orientale.

A marzo 2021 è stata avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale rispetto alla proposta di Edison e Kuwait Petroleum Italia.

A inizio di quest'anno la competente commissione tecnica del Ministero ha richiesto approfondimenti su diversi aspetti. Gli esperti hanno chiedo delucidazioni, ad esempio, sulla tipologia di strutture da demolire e sui materiali prodotti nonché sulle modalità per l’abbattimento. Hanno chiesto alle multinazionali di dettagliare «se necessarie, le eventuali attività di bonifica delle strutture preesistenti». Di porre attenzione agli impatti sul clima per emissioni di gas climalteranti riportandone le stime. Inoltre, hanno invitato le società a fornire la relazione paesaggistica e «di effettuare la caratterizzazione dello stato attuale di salute della popolazione interessata dalla realizzazione dell’opera in oggetto utilizzando opportunamente i dati di morbilità/mortalità che siano il più possibile recenti e che abbiano un grado di dettaglio riferito per lo meno all’ambito comunale». Edison e Kuwait Petroleum Italia hanno prodotto l'ulteriore documentazione.

Il progetto prevede di realizzare un serbatoio, a pressione atmosferica ad integrità totale, di 20mila metri cubi utile allo stoccaggio di GNL. Si prevede la ricezione di navi metaniere e bettoline di capacità massima di circa 30mila metri cubi. «La localizzazione all’interno della darsena petroli - si legge negli atti prodotti dalle multinazionali e pubblicati di recente sul portale del Ministero - risulta la soluzione preferibile per diverse ragioni». Innanzitutto perché lo spazio risulta al riparo da eventuali condizioni meteo marine avverse: ciò garantisce sempre l’ormeggio in sicurezza delle navi di GNL durante il loro stazionamento per le attività di discarica. Inoltre, l'infrastruttura per il GNL verrebbe a trovarsi all’interno di un sito «già gestito con accurate e sofisticate procedure di sicurezza che ne garantiscono la protezione da accessi indesiderati e attacchi terroristici». Nei documenti si dettaglia che «la collocazione del deposito nella darsena petroli permette di concentrare in un’unica area del porto di Napoli, con destinazione d’uso già coerente, la movimentazione dei prodotti energetici evitando l’occupazione di ulteriori aree». Si insiste sull'aspetto della sicurezza: «la gestione operativa marittima della darsena petroli nel porto di Napoli è già attualmente in carico a Kuwait Petroleum Italia [...] che assicura la continuità di gestione sia operativa che della sicurezza di tutte le operazioni energetiche. Si punta sul presidio costante e senza interruzioni con operatori specializzati nella gestione di prodotti pericolosi ed infiammabili, adeguatamente formati per la gestione delle emergenze e di consolidata esperienza in campo petrolifero e in campo marittimo per le operazioni di ormeggio e discarica.

Secondo le due multinazionali il deposito di GNL nel porto di Napoli avrebbe diversi benefici. Dagli «indubbi vantaggi ambientali dovuti all’introduzione di un prodotto più ecosostenibile» alla «disponibilità di un’infrastruttura di approvvigionamento di GNL consentirebbe al porto di Napoli di diventare un polo attrattivo d’eccellenza per i traffici dei mezzi navali più puliti che transitano nel Mediterraneo». La realizzazione dell'infrastruttura «consentirà la costruzione di nuove stazioni di servizio di GNL in tutto il Sud Italia e il rifornimento di quelle già esistenti che potranno rifornirsi da Napoli piuttosto che da Marsiglia con un risparmio di almeno 1100 KM di percorrenza stradale, riducendo l’impatto ambientale, i costi per l’utente e la dipendenza da altri Paesi».

Sull'aspetto ambientale le società evidenziano che «la trasformazione del serbatoio esistente è ben assorbita dal sistema paesaggistico coinvolto» e che «non esistono elementi isolati o isolabili, di particolare rilevanza naturale o antropica (come beni storici, archeologici e architettonici), che non sono presenti aree rientranti in un sistema paesaggistico di valenza agronomica». «L’area - si legge nei documenti - non risulta all’interno di perimetrazioni relative a beni ambientali o da tutela naturale e paesaggistica, e non risultano presenti elementi di pregio storico-architettonico o archeologico. Pertanto, l’area di progetto è avulsa da vincoli di tipo ambientale, paesaggistico e storico-culturale».

L'iter avviato dal Ministero della Transizione Ecologica prevede il coinvolgimento del pubblico che può presentare osservazioni rispetto agli atti recentemente prodotti dalle società che, lo scorso anno, hanno elaborato una dettagliata documentazione in risposta alle criticità evidenziate da istituzioni, associazioni e residenti. A ben vedere la VI Municipalità e gli enti locali, prima del cambio di amministratori di autunno scorso, avevano già espresso la propria contrarietà alla realizzazione dell'infrastruttura che ora si inserisce in un panorama alquanto mutato rispetto alle esigenze e alle politiche energetiche a livello nazionale e internazionale.

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