Napoli, un murale per Dostoevskij: l'altolà alla censura nell'ultima opera di Jorit

Napoli, un murale per Dostoevskij: l'altolà alla censura nell'ultima opera di Jorit
di Giovanni Chianelli
Mercoledì 16 Marzo 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17 Marzo, 18:38
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«Demoni» a Fuorigrotta. Tra i palazzi del quartiere napoletano, sulle pareti esterne dell'istituto tecnico industriale Augusto Righi, spunta il ritratto di Fëdor Dostoevskij. L'inconfondibile barba lunga, la fronte ampia e lo sguardo intenso; sugli zigomi, però, si nota qualcosa di diverso dall'iconografia classica dello scrittore russo: le celebri strisce con cui Jorit Agoch ha griffato la sua tribù di eroi. «Una dedica dovuta, la cultura non si censura» dice il writer.

Un messaggio chiaro, quello lasciato sull'edificio di viale Kennedy: neanche la guerra può giustificare la cancellazione dal nostro patrimonio di autori immortali, nella letteratura come nella musica, e solo la cultura libera può riuscire a tracciare un sentiero di pace. 

Il contesto è noto. Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina c'è stata una raffica di polemiche a causa della sospensione di un corso che Paolo Nori doveva iniziare dieci giorni fa all'università di Milano Bicocca proprio su Dostoevskij, decisione poi ritirata dall'ateneo che ha dato il via libera alle lezioni, che comunque lo scrittore emiliano si è rifiutato di fare in segno di protesta; questo accade mentre diversi enti lirici europei iniziano a escludere i grandi della musica russa dai programmi, con dibattiti surreali in tv sulla legittimità di mandare ancora in scena «Il lago dei cigni» di Tchaikovsky.

In un clima da cancel culture, quasi da russofobia, di cui stanno facendo le spese scrittori e compositori di ieri come direttori d'orchestra e star della lirica di oggi, Jorit ha deciso di dire la sua.

Il suo ultimo murale omaggia l'autore de «I fratelli Karamazov» per un motivo preciso: «Il tentativo dell'università Bicocca di censurare Dostoevskij mi ha colpito molto. Voglio lanciare un messaggio da un piccolo liceo di Napoli: non solo non censuriamo Dostoevskij ma lo studieremo ancora di più» dice l'artista. E prosegue: «Perché solo con la cultura si capiscono le cause delle guerre e si costruisce la pace. Guai a chi la tocca, la cultura è un valore universale e io sento il dovere di prendere posizione». E così è nato l'enorme dipinto che in questi giorni gli studenti del Righi stanno prendendo d'assalto, curiosi dell'artista napoletano e di scoprire cose in più sul grande autore russo. 

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Jorit ha deciso di realizzare l'opera al Righi perché da due anni era impegnato con la scuola in un progetto, «Rights beetween the eyes» (da un brano del supergruppo Crosby, Stills, Nash & Young), pensato dalla sua fondazione con la Regione e finanziato dall'ente nell'ambito del programma Scuola viva. «Poi la pandemia ha bloccato tutto» spiega la dirigente dell'istituto Giovanna Martano, già assessore al Turismo alla Provincia. «E così solo nelle ultime settimane avevamo ripreso il lavoro con lui. Un artista della sua fondazione, Kobrateso, ha disegnato con alcune classi un murale interno, un inno alla cultura. Jorit poi ci ha chiesto la possibilità di lavorare in prima persona su un muro esterno, ma non ci ha rivelato quale fosse il soggetto». 

 

Il 9 marzo il writer ha iniziato il lavoro. Come sempre ha prima prodotto sul muro una scritta, in questo caso una citazione da «Uccellacci e uccellini» di Pier Paolo Pasolini. La battuta in cui Francesco D'Assisi dice a frà Ciccillo, interpretato da Totò: «Bisogna cambiarlo questo mondo, frà Ciccillo! È questo quello che non avete capito» che si conclude con un messaggio contro la guerra, «non è forse la diseguaglianza tra classe e classe, tra nazione e nazione la più grave minaccia della pace?». Infatti a scuola diverse persone pensavano che il murale fosse dedicato a P.P.P. nei cento anni dalla nascita.

Poi, progressivamente, ha cancellato la frase e pennellato i primi tratti del volto di Dostoevskij che deve ancora concludere, anche se è già perfettamente riconoscibile (sarà pronto tra pochi giorni, Jorit come da tradizione dei writer è molto veloce nelle sue realizzazioni). La Martano ragiona sul senso dell'operazione: «Noi siamo onorati di aver ospitato un artista così coraggioso e credo che sia anche un segnale forte il soggetto scelto: l'obiettivo di una scuola è educare a una cultura senza censure». 

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