Il momento di crisi pandemica ha duramente colpito il settore alberghiero ed extra alberghiero, messo in ginocchio dallo stop del flusso turistico che prima popolava il nostro paese. Le diverse restrizioni in vigore hanno comportato una sorta di rivisitazione delle attività extra alberghiere, e i noti b&b oggi sembrano essersi trasformati. Massimo De Stefano ha avviato a Napoli un'attività di bed and breakfast poco prima dell'avvento del primo lockdown: «Ho aperto il b&b don Mimì a novembre del 2019. Il Covid ha messo in crisi tutti i settori e purtroppo il nostro ne ha risentito in modo particolare; a causa delle restrizioni, le strutture sono state sconvolte. Abbiamo seguito le varie disposizioni in materia di Covid-19, sia regionali che statali, predisponendo la cartellonistica che illustra il corretto comportamento da adottare in termini di sicurezza e prevenzione».
Inevitabilmente è cambiato il tipo di turismo e De Stefano dichiara: «Oltre a venire a mancare l'afflusso del turismo straniero, non c'è stata nemmeno la possibilità di spostarsi tra regioni, e ovviamente abbiamo dovuto cambiare il tipo di attività favorendo un turismo di lungo termine. Nel mio caso ho iniziato a stipulare dei contratti di locazione turistica ad uso breve, che durano max 30 giorni e si rinnovano mensilmente. Al momento sto ospitando dei medici fuori sede, poi quando ci sarà l'opportunità di riprendere il turismo di una volta, ovviamente cercherò di posizionarmi come struttura ricettiva di b&b».
Le attività extra alberghiere a carattere non imprenditoriale hanno patito la mancanza di sostegni economici, il titolare del bed and breakfast don Mimì commenta: «Sono circa 70.000 le famiglie con questo tipo di attività, a carattere non imprenditoriale con sostegno a reddito, a non essere state comprese a ricevere sussidi da parte del governo. Le uniche strutture extra alberghiere, con accesso ai sostegni, sono le attività a carattere imprenditoriale: cioè con P.Iva. Sono state lanciate delle iniziative da parte di alcune associazioni per tutelare la nostra categoria; l'Abbac, di cui faccio parte, ha inviato richieste direttamente al ministro del turismo. Ma, ad oggi, nessuna domanda parlamentare ha ricevuto risposta».
De Stefano, da buon napoletano, vede il bicchiere sempre mezzo pieno e con ottimismo si augura di riprendere al più presto la sua attività di b&b. I numerosi sforzi portati avanti e le recensioni positive, registrate dai suoi clienti, sembrano trainare la sua motivazione e la sentita volontà a svolgere bene il suo lavoro, un lavoro che si riflette nella curiosità di tutti quei visitatori che desiderano scoprire Napoli. Massimo conclude con un appello diretto al Comune: «Il nostro operato, oltre a fare bene alla città e agli interessi individuali, è di interesse comune. E, facendo riferimento all'interesse comune, vorrei fare un'esortazione al Comune di Napoli, a cui chiedo di assisterci creando la possibilità ai turisti di fruire di tutti i mezzi a disposizione, come il trasporto pubblico e i musei, in modo più rapido e soddisfacente» conclude.