In strada con trolley e valigie di cartone disposti in una lunga fila indiana di «autostoppisti» perché «siamo stati lasciati a piedi e saremo costretti ad andare in altre regioni per vedere garantito il diritto allo studio dei nostri bambini». È tornata a protestare questa mattina la rete di genitori e insegnanti No Dad della Campania con un flashmob che ha preso il via dalla stazione metro di Toledo a Napoli al suono di una campanella che richiamava quella originale della scuola. «Usciamo dagli schermi», «Rifugiati didattici», «Tenimm' e scoll' n fronte'», si leggeva su alcuni degli dei cartelloni che hanno accompagnato la sfilata fino a piazza Plebiscito, dove mamme, papà, e bambini hanno formato un grande cerchio al grido di «De Luca buffone, ridacci l'istruzione».
«Vogliamo la scuola aperta – ha spiegato Karine Welzer - come accade nel resto del Paese.
Ad oggi la regione Campania, con un’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca, ha ripristinato la didattica in presenza per le scuole dell’infanzia e per la prima elementare, ma la maggioranza dei sindaci campani ha deciso per una proroga per le lezioni in dad. «Mio figlio è in prima elementare quindi è riuscito a rientrare a scuola, ma nonostante questo ci sentiamo appesi a un filo di decisioni arbitrarie e immotivate – ha raccontato Laura, madre di un bambino iscritto in una scuola paritaria del Vomero – lui è tra i pochi fortunati, ovviamente è diventato un altro bambino, però è tornato in una scuola vuota, in cui ci sono solo le due prime. I suoi compagni di classe sono rientrati quasi tutti quindi non è vero che i genitori non vogliono mandare i figli. Stamattina via Toledo è stracolma di persone: pensare che i ragazzi non andranno a scuola ma potranno fare shopping fa male al cuore».
In piazza con le mamme anche alcuni studenti delle scuole superiori, che hanno lanciato un allarme sulle ripercussioni psicologiche della didattica da casa. «La Dad oltre che non essere accessibile a tutti sta causando anche problemi psicologici - ha detto Zidan, al secondo anni di liceo - Noi ragazzi stiamo vivendo come tutti lo stress dovuto alla pandemia, a cui si aggiunge lo stress da didattica. Viviamo in totale isolamento».