Napoli, la mappa delle buche da Posillipo a Capodimonte. E via Marina è già disastrata

Napoli, la mappa delle buche da Posillipo a Capodimonte. E via Marina è già disastrata
di Gennaro Di Biase
Domenica 23 Ottobre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 07:25
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Il festival delle buche, dei rattoppi e del manto stradale devastato. La mappa dei dissesti dell'asfalto, in città, non conosce confini, quartieri, centro o periferie. Da Chiaia alla zona dell'aeroporto, dall'anello degli ospedali a Capodimonte, da Posillipo a via Don Bosco: le fosse e i rappezzi sono la norma. I motivi dei dissesti sono tanti come segnalato da un report della commissione alla Mobilità del consiglio comunale e riguardano la «mancanza di un piano coordinato», la «qualità» degli interventi, «con la Napoli Servizi che, dopo la prima messa in sicurezza della Protezione Civile, lavora su una buca solo nella metà dei casi» e «i continui scavi nei sottoservizi fibra ottica, fogne, linea elettrica richiusi spesso in maniera non adeguata».

Partiamo dalla mappa delle vie gruviera. O meglio, vista l'estensione dei dissesti, partiamo dalla cartina geografica delle disfunzioni del manto stradale. Migliaia e migliaia tra voragini, cerotti e dislivelli. Parco Margherita a Chiaia, coi suoi sanpietrini saltati, è un camel trophy. 

Restando nella prima municipalità, a Posillipo tra via Manzoni e viale Virgilio le strade fagocitate dalle radici degli alberi sono, da anni, al limite della praticabilità.

Voragini vere e proprie, che nemmeno gli interventi realizzati in occasione del Giro d'Italia in primavera hanno appianato.

Via Tasso e via Aniello Falcone sono un rattoppo continuo, così come via Miano e le strade che compongono il Tondo di Capodimonte. Cerotti e toppe anche tra Pascale e Cardarelli (rifatto da poco, invece, l'asfalto del Policlinico). Anche percorrendo via Marina si trovano in diversi tratti sanpietrini saltati, con buona pace degli pneumatici di migliaia fra auto e scooter.

Situazioni critiche in viale Umberto Maddalena (arteria che collega la zona dell'aeroporto a Secondigliano), via Don Bosco, San Giovanni e Barra, ai Ponti Rossi (nei pressi del Volto Santo), in via Salvator Rosa, nel tratto finale di corso Meridionale, in via Mascagni al Vomero e in via Imbriani. Un elenco di strade ben nutrito, come si vede, attenendoci alle sole arterie principali della viabilità senza inoltrarci altrove. 

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Come accennato, le motivazioni delle buche sono varie e articolate. Ma riguardano tutte, a vario titolo, la «qualità degli interventi», realizzati spesso con bitume e solo asfalto a freddo, e la «mancanza di coordinazione» delle operazioni. A parlarne è un report della Commissione alla Mobilità e Infrastrutture di via Verdi. «Certe vie importanti si argomenta nel dossier, che nelle prossime ore verrà spedito in giunta si ritrovano in condizioni vergognose. Passando alle strade secondarie delle municipalità, la situazione peggiora. Gli interventi ai sottoservizi, per la fibra ottica o per altri lavori, lasciano spesso le vie rovinate». Ma qual è la procedura in caso di buca? «Il primo intervento prosegue la commissione determinato da motivi di sicurezza, viene realizzato dalla Protezione Civile, che riempie il dissesto con asfalto a freddo così da coprire la voragine. L'asfalto a freddo, però, dura pochi giorni. Questo primo intervento dovrebbe essere seguito da un altro lavoro della Napoli Servizi, che interviene però solo nella metà dei casi. Gli operai, in questo secondo intervento, passano asfalto a caldo per la copertura della falla stradale. In ogni caso, sono interventi non risolutivi: manca programmazione. Serve un coordinamento che manca per assenza di personale di segreteria». 

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