Napoli, il mare bianco a Mergellina: veleni scaricati in un tombino

Napoli, il mare bianco a Mergellina: veleni scaricati in un tombino
di Francesco Lo Dico
Mercoledì 9 Gennaio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:42
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Ci sarebbe un primo indiziato per il disastro di Porto Sannazaro. Ad aver riversato in mare migliaia di litri di poltiglia biancastra, potrebbe essere stato un autospurgatore di Caivano sulla cinquantina che nella serata di ieri è stato intercettato dagli inquirenti e sottoposto ai primi accertamenti del caso proprio nel luogo in cui potrebbe essere avvenuto lo sversamento illegale, un palazzo di via Gramsci a pochi passi da piazza Sannazaro. È stata proprio la sostanza bianchiccia e collosa, dall'odore dolciastro di Vinavil, a guidare ieri le indagini sugli scarichi fognari della zona svolte da Vigili del fuoco, polizia municipale, tecnici delle fognature e uomini della Guardia di finanza. Che dopo aver ispezionato i tre cantieri della metro aperti tra Mergellina, il consolato americano e la Torretta, hanno trovato traccia di una sostanza del tutto comparabile a quella finita in mare, nei pressi di un tombino a pochi passi dal porto, nel quale galleggiava ancora la materia biancastra. Sottoposto alle domande degli investigatori, l'uomo negava in serata ogni addebito. «Non ho versato niente qua, i miei documenti sono in regola», ha detto. Ma a destare i sospetti degli inquirenti è la tempistica.
 
L'uomo infatti avrebbe effettuato ieri un intervento di spurgo del tombino incriminato intorno alle 10 e 30, secondo un timing perfettamente compatibile con l'arrivo della marea biancastra nel porto di Sannazaro. «È cominciato tutto alle 11 e 40 di stamattina», spiegano gli ormeggiatori di porto Sannazaro che hanno fotografato stupefatti lo scarico pluviale, mentre cominciava a diffondere in mare per centinaia di metri la chiazza bianca. L'ipotesi al vaglio degli investigatori, sarebbe quella di un'operazione di spurgo piuttosto astuta. Anche se l'uomo nega, potrebbe aver approfittato delle operazioni di pulizia del tombino per riversarvi dentro un materiale di scarto - probabilmente un rifiuto speciale per ora non meglio identificato - che per legge imprese e aziende sono tenute a smaltire a pagamento in discarica. A confermare o smentire la pista investigativa più calda in queste ore, saranno le telecamere installate nel palazzo e le analisi degli uomini dell'Arpac.

A fornire qualche elemento utile al prosieguo delle indagini, saranno nelle prossime ore i filmati delle telecamere installati nel palazzo. L'obiettivo è quello di risalire alla targa dell'automezzo che avrebbe effettuato lo spurgo, ma anche quello di cogliere possibili indizi utili sull'operazione di spurgo avvenuta nella mattinata di ieri. Ma per comprendere meglio la natura della sostanza riversata in mare, e stabilire una corrispondenza certa tra quella rinvenuta nel tombino di via Gramsci e quella prelevata nei pressi delle banchine, occorrerà attendere l'esito degli esami dell'Arpac che saranno pronti tra non meno di quindici giorni. Dopo i primi accertamenti, i vigili del fuoco tendono però ad escludere che si tratti di calce o cemento. «A contatto con l'acqua salata, il cemento dovrebbe flottare, ma non sembra questo il caso», chiarisce un operatore. Più probabilmente potrebbe trattarsi di vernice lavabile esausta, di quella impiegata per tinteggiare. Ma più di qualcuno non è convinto: «Se fosse vernice, pur se altamente diluita, dovrebbe tendere ad attaccarsi alle barche, e invece si comporta come l'acqua», fa notare un altro vigile sul posto. Non si esclude possa trattarsi di uno smalto altamente concentrato, o di qualche altra sostanza impiegata nell'edilizia. Ma al di là dei primi sospetti maturati verso l'autospurgatore nella giornata di ieri, gli inquirenti restano per ora aperti a ogni ipotesi. Nei cantieri della metro aperti nei dintorni della zona, di cui uno come quello di Mergellina praticamente in disuso, non sono per ora emersi riscontri abbastanza forti in grado di confermare o smentire con certezza la loro assoluta estraneità ai fatti contestati. Ieri pomeriggio, nelle acque del porticciolo invase dalla spuma bianca, galleggiava un pesciolino agonizzante che nel giro di pochi minuti si è inabissato tra gli sguardi degli astanti inorriditi. La speranza è quella di non essere di fronte all'ennesimo disastro ambientale.

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