Napoli, da Posillipo a Bagnoli tuffi tra folla e degrado «Qui il mare è negato»

Napoli, da Posillipo a Bagnoli tuffi tra folla e degrado «Qui il mare è negato»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 27 Giugno 2022, 12:00
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Il mare di Napoli, un quadro di lontananza, che si vede ma non bagna, in cui ci si tuffa ma non ce n'è lo spazio. A guardarla a distanza, la silhouette del Golfo di Partenope pare limpida come quella di un busto di Canova. Se invece si prova a toccarla, e ci si inoltra lungo le spiaggette dal lungomare a Coroglio, da Posillipo a San Giovanni, si scopre uno specchio d'acqua negato, ristretto, scomodo, degradato e senza regole. Buono per chi se lo prende come vuole o come capita, con scalette abusive o lidi improvvisati. La battaglia per il numero chiuso in spiaggia - approvato nelle scorse ore in giunta comunale (e in vigore da luglio) - ieri ha suscitato un flash mob di protesta dei comitati. Questa sorta di guerriglia civile sul mare è un segnale preciso dello scenario appena descritto, di questa controversia tutta napoletana tra organizzazione e anarchia.

Nelle passate settimane, il Mattino ha raccontato l'escalation di abusi e violenza - minorile e non - che stava andando in scena sulle spiagge partenopee. In primis, gli accoltellamenti a Marechiaro di due under 18 e la spartizione dello Scoglione operata dalle babygang, che approdavano lì grazie ai passaggi ufficiosi dei barcaioli. Sempre a Marechiaro, vanno in scena di continuo i folli e incontrollati tuffi dei ragazzini dal Palazzo degli Spiriti. Restando a Posillipo, nei giorni successivi, alla spiaggia delle Monache c'era stata un'aggressione in acqua a colpi di casco. Delinquenza a parte, vicino al mare c'è un mare di degrado. A partire dalla calca di barche (i posti sono pochissimi, rispetto alle esigenze e al numero di imbarcazioni) e bagnanti del Mappatella Beach, dove zampilla una pozzanghera melmosa in mezzo alla sabbia, per arrivare alla ressa e ai servizi (abusivi) di Coroglio. Ancora: il degrado del Molo di Colonna Spezzata, distrutto dalle bufere di fine 2020 inizio 2021 e ancora devastato, come del resto il vicinissimo Arco Borbonico. 

Incuria e dissesti anche al centralissimo molo Saint Tropez a Mergellina, di fronte al Bar Napoli. Una struttura che, al netto di verifiche della magistratura, soffre un abbandono vecchio di anni. A due passi da qui, proprio l'altro ieri, la prua di un aliscafo si è schiantata contro i baffi della scogliera. Due ragazzi sono salvi per un pelo. Sul lungomare, non lontano dagli stand del Pizza Village, vecchi e giovani usano e abusano di una scaletta di legno che qualcuno ha piazzato lì, senza autorizzazioni, tra la balaustra e gli scogli, come se il Mediterraneo fosse la piscinetta del suo giardino. Ancora una volta, Napoli è di chi se la prende, e non di chi aspetta il suo turno e rispetta lo spazio urbano. Cambierà tutto, tra pochi giorni. Almeno sulla carta, e se cittadini e istituzioni faranno rispettare le nuove regole in arrivo. Su proposta dell'assessore all'Ambiente e al Mare Paolo Mancuso, la giunta comunale l'altro ieri ha approvato una delibera relativa alla gestione aperta e sicura degli arenili pubblici nel corso della stagione balneare 2022. 

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Al via, da luglio, il tracciamento numerico dei bagnanti che accedono ai due tratti di spiaggia pubblica compresi tra Palazzo Donn'Anna e il Bagno Sirena (massimo 400 persone, contro le 350 di prima), al Bagno Ideal (massimo 12 persone) e Bagno Elena (12 persone). I titolari dei lidi si faranno carico - con orario 8-18 - dell'apertura e chiusura degli accessi da via Posillipo, di controllare numericamente l'accesso al mare e dell'assistenza ai bagnanti per il salvataggio. È da questo provvedimento che prende le mosse la protesta di ieri, portata avanti da una ventina di attivisti lungo le spiagge affollate. «Il lido del mare è pubblico», «il mare non bagna Napoli», «così stanno piegando il mare», «spiaggia offline», «Gaiola libera, bene comune»: questi i contenuti degli striscioni, mostrati a Largo Sermoneta, Coroglio e alla spiaggia delle Monache. È un'estate calda, questa in corso, in cui si decidono tanti aspetti del destino prossimo della città (dal tentativo di mediare tra boom di turisti, tavolini selvaggi e dignità dei monumenti, fino al nodo dei nuovi regolamenti su sicurezza e decoro, che debutteranno il mese prossimo). È una stagione in cui sono diversi i punti di equilibrio da fissare per comprendere la direzione che sta prendendo Partenope.

Se, come, e con quali regole il mare bagnerà Napoli, è senza dubbio uno dei temi più importanti da affrontare. 

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