Napoli, un altro caso di meningite in corsia: pazienti in fuga dall'Ospedale del Mare

Napoli, un altro caso di meningite in corsia: pazienti in fuga dall'Ospedale del Mare
di Melina Chiapparino
Domenica 6 Gennaio 2019, 08:30
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Pazienti in fuga e paura al pronto soccorso dell'Ospedale del Mare dove, la scorsa notte, un caso di meningite ha seminato il panico tra gli utenti. La scena di chi si è ritrovato all'ingresso del presidio di Ponticelli, poco dopo la mezzanotte, avrebbe fatto allarmare chiunque alla vista di decine di persone che si allontanavano dalla struttura. Alcuni gridavano: «C'è un paziente infetto da meningite, devono trasferire tutti i degenti», mentre altri ancora camminavano spediti verso l'uscita del nosocomio. Il passaparola tra i familiari degli assistiti si è diffuso velocemente a cominciare dall'invito di un infermiere che aveva comunicato tempi di attesa più lunghi a causa del trasferimento di un degente. «Ci avevano detto di allontanarci perché dovevano portare fuori un uomo con una grave malattia infettiva» hanno raccontato i familiari di un ammalato che, a differenza di altri, sono rientrati dopo pochi minuti all'interno del pronto soccorso dove chi si è fatto prendere dal panico non ha messo più piede. L'invito del sanitario, in una manciata di secondi, si è trasformato nel grido d'allarme di familiari e pazienti che hanno creduto che il pronto soccorso sarebbe stato evacuato. Ma se è vero che si è creata confusione, è pur vero che il caso di meningite c'è stato, ed è il secondo nel giro di 5 giorni, così come c'è stata l'interdizione di alcune aree del pronto soccorso e l'attesa dei pazienti.
 
Quello che è accaduto nella notte a cavallo tra il 4 e il 5 gennaio del nuovo anno, è il protocollo di sicurezza per fronteggiare un caso di «sospetta encefalite», come spiega il primario Vittorio Helzel e come si legge nella cartella clinica del 77enne giunto da Torre del Greco per una febbre alta. «Il pronto soccorso non è stato chiuso né sgomberato ma dopo gli esami che hanno confermato una encefalite abbiamo organizzato il trasferimento del paziente - puntualizza Helzel - questo significa che dall'area di isolamento del box del codice rosso dove lo avevamo alloggiato, è stato spostato all'esterno del presidio». In pratica, per caricare l'anziano in ambulanza e trasferirlo all'ospedale Cotugno i sanitari hanno «adottato le misure di sicurezza, dall'uso di mascherine e presidi a norma fino all'allontanamento temporaneo delle persone che potevano attendere affinché si completasse l'operazione», aggiunge il primario che specifica ulteriormente le modalità della procedura. «Con i nostri macchinari in laboratorio, siamo stati in grado di ottenere velocemente la diagnosi e trasferire il paziente, proseguendo con il lavaggio della barella, del materasso e la ventilazione per un'ora di alcuni ambienti - aggiunge il medico - le attese sono dovute anche al fatto che abbiamo proceduto con 2 medici e 2 infermieri di turno in pronto soccorso mentre dovremmo avere almeno 5 camici bianchi per turno, calcolando i nostri 200 accessi quotidiani».

Dunque, le operazioni di trasferimento del paziente e l'interdizione di alcune aree del pronto soccorso sono durate qualche minuto, secondo quanto riferito dai vertici ospedalieri, ma c'è da dire che pochi giorni fa un altro caso di meningite è stato registrato tra le mura dell'Ospedale del Mare. Un chirurgo di 40 anni è arrivato il 31 dicembre ed è deceduto qualche giorno dopo al Cotugno. A questo proposito la direzione generale dell'Asl Napoli 1, che ha acquisito informazioni tramite la direzione sanitaria dell'Ospedale del Mare, ha fatto sapere che «si è trattato di due forme di meningite non diffusibili». «Nel primo caso è stata infezione da streptococco pneumoniae, batterio responsabile di otiti, polmoniti, sinusiti e comunque infezioni delle prime vie respiratorie - si legge nella nota Asl - mentre nel secondo caso da streptococco agalactiae che alberga, normalmente, nelle mucose delle vie respiratorie ed intestinali». «Entrambi gli agenti se degenerano in una batteriemia diffondendosi nel sangue, che in condizioni normali è un ambiente asettico, possono raggiungere altri organi infettandoli - precisa la nota - in questo caso l'organo bersaglio sono state le meningi». Infine l'Asl di Napoli rassicura sul rischio infettivo, specificando che «non è presente pericolo di contagio interumano a livello meningeo».
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