Metrò Napoli, lavori fermi: l'Europa batte cassa, a rischio 700 milioni

Metrò Napoli, lavori fermi: l'Europa batte cassa, a rischio 700 milioni
di Pierluigi Frattasi
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:30
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Cantieri lumaca e opere ferme. Da via Marina alle due linee della metropolitana 1 e 6, che dovevano essere completate entro marzo, il Comune di Napoli, stazione appaltante, rischia di perdere circa 700 milioni di fondi. Soldi che dovrà restituire all'Europa. La situazione è delicata. Previsto un tavolo in Regione Campania la prossima settimana. Obiettivo ottenere una nuova proroga dall'Ue, dopo quella già concessa nel 2015. Il grosso della cifra riguarda i ritardi per la Linea 1 (576 milioni), legati però ai ritrovamenti archeologici e che possono giocare su un recupero in extremis. Mentre per via Marina, dove sono stati spesi 11,5 milioni su 16,5, il Comune dopo l'affidamento a dicembre conta di bruciare i tempi e valuta una riduzione del progetto per rientrare nella scadenza dei collaudi. A preoccupare è soprattutto il completamento della Linea 6, bloccato a seguito della querelle sulle griglie in piazza del Plebiscito. Se non si riprendono subito i lavori, Palazzo San Giacomo rischia di dover restituire tutto il finanziamento di 98 milioni di euro, già rendicontati all'Europa quattro anni fa. Per lo stop di ottobre, il Comune ha già stimato un danno di 320mila euro: 198mila per i lavori già eseguiti in piazza tra settembre e ottobre e 125mila per il progetto che non sarà realizzato.
 
Il cantiere del Plebiscito è fermo dal 22 ottobre scorso, dopo la sospensione dell'autorizzazione da parte del ministero dei Beni Culturali, che il 5 dicembre ha confermato la revoca. Il Comune ha fatto ricorso e il 30 gennaio ci sarà l'udienza al Tar. Per i tecnici del Municipio, se passerà la linea di spostare il cantiere, la metropolitana Linea 6, costata finora 800 milioni, non si farà più. «L'attuale situazione di stallo - scrive la direzione centrale dei lavori pubblici in una relazione all'assessorato e all'avvocatura comunale - non consente di rispettare l'impegno assunto, mettendo a rischio non solo il Grande progetto per un importo di oltre 98 milioni di euro, ma il completamento dell'opera e la sua entrata in esercizio». Una doccia fredda, considerando che il metrò è completo al 95% per le opere civili e al 70% per le tecnologiche. L'ipotesi di spostare il cantiere in largo Carolina non salverebbe i fondi, perché «non sarà possibile ultimare i lavori e attivare la Linea 6. Le difficoltà e i rischi per i fabbricati e per gli operatori sono tali che l'amministrazione non può che abbandonare tale soluzione e ciò anche alla luce degli accadimenti occorsi a marzo 2013 che proprio nell'ambito dei lavori della linea 6 hanno comportato il crollo parziale di un fabbricato di via Riviera di Chiaia».

L'Europa, peraltro, aveva già concesso una proroga per le opere. Sia via Marina che la Linea 6, infatti, inizialmente erano finanziate con i fondi 2007-2013, non spesi tutti entro il 2015 e quindi riprogrammati sul ciclo 2014-2020. «Il Grande Progetto 2007-2013 aveva una scadenza di rendicontazione al 31 dicembre 2015 e una scadenza di funzionalità al 31 marzo 2019». Nel corso di diverse ispezioni, i commissari europei hanno apprezzato l'avanzamento dei lavori, «tanto da valutare favorevolmente anche il differimento al 31 marzo 2020 dell'attivazione delle opere, a condizione però che la tratta venisse messa parzialmente in esercizio fino a San Pasquale e che, sulla tratta successiva, fosse avviato un servizio sostitutivo con il medesimo titolo di viaggio». Insomma, se ripartirà il cantiere, dall'anno prossimo il Comune dovrà allestire navette bus da San Pasquale a piazza Municipio, fruibili gratis con lo stesso biglietto usato per il metrò, fino a quando non saranno finiti tutti i lavori.
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