Napoli, il modello Catacombe a Forcella e nei Quartieri

Napoli, il modello Catacombe a Forcella e nei Quartieri
di Ugo Cundari
Domenica 21 Novembre 2021, 11:26 - Ultimo agg. 22 Novembre, 07:29
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A dispetto di mademoiselle Valèrie Segond e del suo articolo su Le Figaro, il quartier Sanità nel suo sviluppo economico e sociale è diventato primo mondo, e la visione strategica degli artefici di questa rinascita, i soci e i lavoratori della cooperativa La paranza nata nel 2006 con sede a Capodimonte, insieme alle fondazioni San Gennaro e Con il Sud, è oggetto di studio in Italia e all'estero, e di recente è già stata importata in altre realtà. I numeri della nuova Sanità diffusi ieri (passateli alla Segond, s'il vous plaît) durante un convegno nell'auditorium del Museo archeologico nazionale parlano chiaro. Ad oggi a lavorare per la cooperativa ci sono 37 persone, per lo più giovani, tutte inquadrate con contratti di lavoro regolare. L'occupazione indiretta creata grazie alle attività della Paranza è calcolata in 282 nuovi posti di lavoro di cui 65 nella sola Sanità.


I visitatori delle catacombe di san Gennaro sono aumentati 25 volte in 12 anni arrivando a poco meno di 160mila ingressi. Sono oltre dodicimila i metri quadrati di patrimonio recuperati, 43 siti culturali abbandonati sono stati rigenerati con più di 200 nuovi dipendenti e proventi di 8 milioni di euro per chi è direttamente coinvolto e 33 milioni di euro per tutti gli altri settori che vi partecipano indirettamente, «perché i visitatori che arrivano alle catacombe di san Gennaro dopo, quando escono, portano ricchezza nelle altre zone» sottolinea Stefano Consiglio, che insieme a Nicola Flora e Francesco Izzo ha curato i tre volumi di Cultura e sociale muovono il Sud (che è anche il titolo del convegno), editi dalla Edizioni san Gennaro, casa editrice diretta da Eddy Colonnese. Contano anche gli effetti sociali, con la costruzione di una identità di comunità più solida e incoraggiante, grazie a un nuovo modo di percepire il quartiere e di raccontarlo. Prima se ne parlava solo per fatti di cronaca nera, adesso l'immagine della Sanità è cambiata. Prendendo in considerazione Il Mattino e Repubblica si passa da 157 articoli in cinque anni a 764 articoli negli ultimi tre anni. Dopo una cattiva immagine di quei 157 pezzi inizia a comparire anche una immagine positiva.

Una settimana fa, con buona pace del Figaro, su The Guardian si è scritto che a Napoli gli esempi positivi ci sono e il modello Sanità è da seguire. Questo sistema di sviluppo virtuoso sociale ed economico si sta estendendo vicino, in altre zone della Sanità, e più lontano. «Entro un anno si apriranno nuovi cantieri in due zone ben precise, il cimitero delle Fontanelle, di nuovo chiuso e dove ci sarà una fermata della linea 1 della metropolitana, e la zona dei Cristallini partendo dal palazzo al numero 73 di proprietà del Comune» dice Consiglio che insegna Organizzazione aziendale alla Federico II, «la prospettiva a medio termine è la creazione di 40 nuovi posti di lavoro».

Obiettivo geograficamente più lontano, dove già si sta muovendo qualcosa grazie agli abitanti del luogo e alla Paranza, è la piscina Mirabilis a Bacoli, bene statale che fino a poco tempo aveva un unico modello di gestione. Per visitarlo bisognava cercare il custode con la chiave e a volte non si trovava. Adesso il nuovo percorso è già avviato e si registrano le prime assunzioni. «In questo modo la cooperativa potrà sperimentare fuori dai confini del suo naturale territorio il suo modello di sviluppo dal basso, di gestione partecipata di un bene culturale».

Ecco, sono questi i due pilastri del modello da esportare, sviluppo dal basso e gestione condivisa. «Dal basso non significa che la qualità sia scarsa, significa che i monumenti, le chiese, i siti di interesse culturale devono essere conosciuti e apprezzati per prima cosa da chi ci vive vicino, e poi dal resto del mondo» dice Nicola Flora, docente di Architettura degli interni alla Federico II. «Con protagonisti altre associazioni come L'altra Napoli, a seguire il modello della Sanità sono già Forcella e i Quartieri spagnoli in cui, anche in questi casi, si coinvolgono i ragazzi del posto, e magari un giorno toccherà anche a Bagnoli» dice Izzo docente di Strategie e management dell'innovazione all'università Vanvitelli. «Alla Sanità non c'è stato un miracolo, niente di soprannaturale è successo. I numeri dimostrano che a vincere e a cambiare le cose è stata la capacità di immaginare e poi realizzare un futuro differente partendo dalla ricostruzione dei legami sociali».
 

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