Napoli, il monumento alle vittime della criminalità torna nel degrado: «Situazione indecorosa»

Napoli, il monumento alle vittime della criminalità torna nel degrado: «Situazione indecorosa»
di Antonio Folle
Lunedì 7 Giugno 2021, 19:09
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Il monumento dedicato alle vittime della criminalità torna a far discutere. La bellissima stele innalzata a via Cesario Console, in uno dei luoghi più "panoramici" della città, è ritornata nel degrado. Già due anni fa lo stato del monumento era stato oggetto di un'aspra polemica scatenata proprio a causa del suo terribile stato di conservazione. Dopo la denuncia dell'assessore alla Legalità della III Municipalità Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, ucciso la sera del 31 dicembre 2007 da un proiettile vagante, la fondazione Pol.i.s intervenne per ripristinare le targhe rese ormai illeggibili dalla ruggine e dai mancati interventi di manutenzione.

A distanza di quasi due anni da quella denuncia la stele innalzata dall'architetto Andrea De Baggis è ripiombata nelle stesse, se non peggiori, condizioni di degrado. La targa con la doppia iscrizione - inglese e italiano - che testimonia la lotta alla criminalità organizzata è quasi interamente coperta dal guano degli uccelli e da uno spesso strato di resina precipitata dagli alberi circostanti. Completano il triste e desolante quadro l'ormai consolidato stato di abbandono dei giardinetti di via Cesario Console, oggi utilizzati per far "pascolare" animali da compagnia e come rifugio per qualche senza fissa dimora.

Un abbandono che farebbe gridare allo scandalo una intera città, ma che si perde nelle febbrili trattative sulle prossime elezioni amministrative.

Trattatative davanti alle quali tutto - anche un monumento-simbolo tra i più importanti della città ricoperto da feci di uccelli - passa in secondo piano. Tra le tante cose a cui il nuovo sindaco di Napoli dovrà mettere mano c'è sicuramente un restyling urbano della zona di via Cesario Console e la restituzione alla città della balaustra panoramica da troppo tempo interdetta a napoletani e turisti. Interventi di manutenzione urbana che, però, non possono prescindere da una regolare manutenzione della stele anti-criminalità, il cui stato attuale grida vendetta.

 

Tenere in condizioni decorose un monumento così importante dal punto di vista simbolico rappresenterebbe una risposta - forse ancora più efficace degli abbattimenti da parte delle forze dell'ordine - ai famigerati e ben manutenuti "altarini" della camorra. Solo la pioggia, di tanto in tanto, con i suo passaggio torna a rendere leggibili le targhe che dovrebbero ricordare il sacrificio delle vittime innocenti della barbarie criminale che ancora oggi tiene in scacco interi quartieri della città. Decisamente troppo poco in una città dove i simboli contano quanto, e forse più, delle volanti di Polizia e Carabinieri.

«Lo stato attuale del monumento alle vittime della criminalità - denuncia lo scrittore Paolo Miggiano - è un vero schiaffo alla memoria. Evidentemente chi è responsabile della manutenzione di quel monumento non conosce il significato della parola vergogna. E allora - la provocazione di Miggiano - se non avvertiamo il senso di vergogna sarebbe meglio abbatterlo definitivamente quel monumento perchè a differenza nostra, i camorristi tengono in gran cura le loro cappelle votive erette abusivamente e giustamente abbattute dalle forze dell'ordine. Se il Prefetto - l'affondo dello scrittore - si affacciasse dalla finestra del suo palazzo, il degrado lo vedrebbe da lì. Come sono convinto che quel degrado è visto ogni giorno dagli stessi operatori e funzionari di quella fondazione regionale che si strappano le vesti per la dignità delle vittime innocenti della criminalità. Per non parlare - l'ultima stoccata di Paolo Miggiano - del Comune di Napoli, con i suoi operatori, assessori e candidati sindaco».

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