Napoli, Palazzo Fuga nel degrado tra auto in sosta e panni stesi

Napoli, Palazzo Fuga nel degrado tra auto in sosta e panni stesi
di Gennaro Di Biase
Domenica 27 Ottobre 2019, 09:30 - Ultimo agg. 13:40
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Guardando piazza Carlo III, via Foria, l'Orto Botanico, Palazzo Fuga e dintorni si prova una profonda amarezza. Non solo per le mosche che ronzano intorno alle discariche di via Tanucci e via Tenore senza dare tregua a faccia e braccia, ma anche perché qui il possibile è grandioso e il reale è misero. Il primo è fatto di strade e palazzi antichi e storici, il secondo è fatto di interi appartamenti abbandonati sul ciglio del marciapiede, malerba, aiuole desolate e desolanti, giostrine vandalizzate. Poi panni stesi, infissi di veranda e parcheggi tra i ruderi del povero Albergo dei Poveri. Più una quantità di rifiuti ingombranti sversati che denota una mancanza di senso civico altrettanto ingombrante, come dimostra l'ingresso pattumiera dell'Albergo dei Poveri di via Bernardo Tanucci. La via che prende il nome dal ministro dell'illuminismo napoletano è oggi preda di quell'abbandono, di cui sono autori cittadini e istituzioni, che avvolge interi pezzi di città.

Partiamo da Palazzo Fuga, cioè da quel tesoro architettonico che da anni è simbolo dell'impotenza delle istituzioni a vincere contro il degrado. Dove lo Stato non arriva, è arrivato il popolo, senza far caso al degrado. La scritta Comune di Napoli, all'ingresso di via Tanucci, è arrugginita e vecchia di decenni. Superato l'arco settecentesco, ai piedi delle case abitate dalle 80 famiglie occupanti dai cui balconi screpolati sventolano panni stesi intorno a infissi di veranda in Pvc non proprio settecenteschi, si stende un'immensa area parcheggio con tanto di personale. Sullo sfondo tubolari cadenti e mura storiche pronte a cedere. Poi centinaia di macchine, anche in seconda o terza fila. «Non sappiamo chi gestisce», dicono all'interno. Un giallo. Nino Simeone, consigliere comunale e presidente della commissione Trasporti, è già intenzionato a chiarirlo: «Quella era l'antica area di sosta. Un peccato mortale tenere Palazzo Fuga in queste condizioni. Ho già pronta una lettera che domani invierò all'assessore al Patrimonio Alessandra Clemente e ai dirigenti competenti che dovranno rispondermi nel più breve tempo possibile sull'uso degli spazi e sul destino dell'Albergo dei Poveri».

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Dalla parte opposta di Palazzo Fuga, lato via Foria, c'è la palestra Kodokan, associazione riconosciuta dal Coni. L'aria qui è ben diversa, e l'abbandono a tratti pare lontano, anche se non mancano i panni stesi, divise, jeans e magliette, nei corridoi di tre secoli fa. «Qui fanno attività circa 700 ragazzi, anche difficili - spiega Peppe Marmo, il presidente della Onlus ospitata a Palazzo Fuga che si interessa di sport e sociale - L'unico modo per risollevare l'edificio sarebbe lottizzarlo e affidarlo ad associazioni e maestranze tipiche. Qui si potrebbe creare un posto migliore dell'Expo di Milano, ma è quasi tutto abbandonato. Il 9 novembre, in occasione dell'anniversario della caduta del muro di Berlino, abbatteremo un muro artistico in piazza Carlo III. Quanto al bucato, si tratta delle casacche della squadra di calcio».

A Napoli difficilmente una giostrina resiste ai teppisti: «Hanno vandalizzato i giochi per i bambini tre settimane fa - spiega Gennaro Esposito del bar Carlo III - Napolipark li ha presi e portati via. Hanno detto che li sostituiranno, ma non lo hanno ancora fatto». Già: ora il pavimento rosa è vuoto e triste, in piazza Carlo III. Una tristezza un po' più intensa la si prova guardando le aiuole-selva al centro della piazza, dove sonnecchiano i clochard, e le transenne-discarica che ostruiscono il perimetro dell'Albergo sia qui che su via Tanucci, dove qualcuno ha abbandonato una casa su strada: legni, letti, infissi. Via Foria è piena di alberi decapitati, le cui fosse sono occupate da immondizia e sacchetti. Nessuna pietà persino per l'Orto Botanico: le mura esterne sono un telaio di scritte spray.
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