Napoli, Palazzo Reale nel degrado: ​il G20 tra sfregi e sporcizia

Napoli, Palazzo Reale nel degrado: il G20 tra sfregi e sporcizia
di Gennaro Di Biase
Giovedì 8 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 9 Luglio, 08:08
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Le infiltrazioni non risparmiano neppure i cortili di Palazzo Reale. L’intonaco sta venendo giù dal soffitto rosso del portico come le foglie d’autunno. Perfino la muratura di alcune colonne si sta staccando dalle pareti. In più, purtroppo, i reperti di inciviltà costituiti dalle orribili scritte con bomboletta spray si trovano anche nella residenza dei sovrani partenopei. E non mancano nemmeno qualche erbaccia incolta e un degrado che accomuna i colonnati del Palazzo a quelli, messi comunque assai peggio, della vicinissima chiesa di San Francesco di Paola del Plebiscito, un simbolo della città martoriato da scarabocchi incivili e da infiltrazioni di acqua piovana che stanno massacrando il portico. Quanto al Palazzo, si aspetta una risposta del Ministero per un finanziamento di «3,6 milioni» necessari per il restyling. Infiltrazioni al Plebiscito, a Palazzo Reale, alla Galleria Vittoria: Napoli soffre non poco, insomma, sotto i colpi dell’acqua. Infrastrutture ed edifici storici, affascinanti quanto antichi, la cui cura richiederebbe un’attenzione moltiplicata, in termini economici e non solo. 

Va premesso che il Palazzo Reale è ben tenuto sia nei giardini dal lato San Carlo, sia nello slargo del colonnato d’ingresso reduce dalla fiera Napoli Città Libro, e che al momento ospita la Casa di Rosa Parks (il monumento itinerante antirazzista in cui nel 1957 trovò riparo l’attivista simbolo della lotta per i diritti civili). I cortili assediati dalle infiltrazioni e dal degrado, dunque sono due: e il porticato dell’ingresso della Biblioteca Nazionale, dal lato di piazza Trieste e Trento, e il viale che conduce sul belvedere.

Qui basta alzare la testa per notare i dissesti, le pareti e i soffitti screpolati, in cui a tratti si aprono dei veri e propri buchi da cui passano cavi. Poi estintori mancanti, erbacce cresciute tra i basoli, scritte con bomboletta e un po’ di immondizia sparpagliata qua e là, anche a causa di un cantiere che entro un paio di giorni sarà smantellato. Sulla terrazza affacciata su via Acton e Maschio Angioino, c’è poi un piccolo cancello nero, alle spalle del quale si stende un vialetto in cui sono abbandonati diversi compensati tra i rovi alti e giallissimi. Insomma, in queste zone, il Palazzo ha ben poco di Reale. 

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La situazione delle aree degradate difficilmente verrà sanata in tempo per il G20 Ambiente che toccherà Palazzo Reale il 23 luglio. E nell’epicentro di Partenope che ospiterà la riunione di livello planetario saranno tanti i danni, e tutti ben visibili: i leoni vandalizzati, le scritte e il degrado imperante al Plebiscito (più volte sottolineati su queste pagine), o l’abbandono lungo anni del belvedere di via Cesario Console che sovrasta il tunnel della Vittoria, chiuso alla circolazione da ottobre per il crollo dei pannelli dalla volta e incastrato da transenne e distruzione dentro e fuori. Tornando però al Palazzo Reale, il problema delle infiltrazioni è all’attenzione della nuova dirigenza di Palazzo Reale (nominata a settembre 2020 ma che si è insediata a inizio 2021, causa Covid) che si è già mossa in questo senso ed è al momento in attesa di risposta dal Ministero sui finanziamenti per i necessari lavori. A spiegare nel dettaglio cause e stato dell’arte è l’architetto Almerinda Padricelli, responsabile della sede di Palazzo Reale: «Siamo subentrati alla precedente gestione da pochi mesi – dice – Il problema ci è noto. Erano stati spesi 18 milioni di euro, da fondi europei, destinati al restyling delle facciate. Da questi interventi sono però stati esclusi alcuni punti, come il cortile che affaccia sul belvedere. Qui sussistono grossi problemi di infiltrazioni di acque piovane: le pluviali sono costruite all’interno delle murature, per motivi estetici». E cioè, proprio dentro le colonne che si stanno sgretolando. «Abbiamo lavorato con la Sovrintendenza per individuare le cause del degrado mediante indagini diagnostiche – prosegue Padricelli – e abbiamo dunque redatto un progetto per adeguare l’impianto e restaurare le colonne. L’importo sarebbe di 3,6 milioni, e siamo in attesa di risposta dal Ministero. Spero che i tempi burocratici siano più stretti possibile, ma difficilmente partiremo entro l’anno. Per quanto riguarda le infiltrazioni, abbiamo riscontrato dei problemi anche su via Acton, in un’altra zona esclusa dal progetto di 18 milioni. Per ora ci stiamo concentrando su interventi all’interno delle sale, in vista del G20».  

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