Napoli, parco Virgiliano abbandonato: alberi abbattuti, aiuole incolte e voragini

Napoli, parco Virgiliano abbandonato: alberi abbattuti, aiuole incolte e voragini
di Paolo Barbuto
Venerdì 18 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 08:26
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Un papà rincorre la figlia in bicicletta preoccupatissimo: il viale è costellato di buche, ostacoli, tronchi tagliati e la bimba è troppo felice di pedalare per farci caso. Riesce a bloccarla proprio mentre sta per infilarsi con la ruotina della bici dentro una profonda spaccatura nell'asfalto. La rimprovera «ti avevo detto che era pericoloso», poi l'abbraccia per celebrare lo scampato pericolo.

La mamma col passeggino chiude in fretta la chiamata allo smartphone «scusa, non posso parlare, devo stare attenta ai fossi», dice mentre dribbla residui di spazzatura e ceppaie che hanno invaso il vialetto.

Avremmo voluto scrivere che la strada degli alberi abbattuti, viale Virgilio, è sempre uguale a sé stessa; invece siamo costretti a rilevare che non è uguale, è peggiorata, profondamente, disperatamente.

Il percorso che sale verso il parco Virgiliano, ormai è noto a tutti, è un cimitero di tronchi abbattuti in gran fretta nel 2019, quando un paio di tempeste di vento fecero comprendere alla città che gli alberi non sono eterni, soprattutto se non hanno manutenzione, e possono crollate.

Si disse che gli abbattimenti vennero decretati con troppa fretta, si sollevarono proteste e voci di rabbia; la verità è che quegli alberi erano, per la maggioranza, vecchi e malandati e probabilmente meritavano quella fine, tutta colpa del disinteresse dell'amministrazione nei confronti della manutenzione del verde.

Subito dopo gli abbattimenti è subentrata la seconda fase del disinteresse, quella nei confronti delle ceppaie abbandonate ai margini delle strade, anche quelle lasciate lì, simbolo imperituro dell'incapacità di rendere vivibile la città.

Per lungo tempo le aiuole lungo i vialetti laterali di viale Virgilio, ai margini della strage di tronchi, sono state abbandonate e ricoperte da vegetazione invasiva e inguardabile. Da poco quelle aiuole sono state ripulite, anche se il verde incolto sta ricominciando a prendere possesso delle aree. La rimozione della foresta di malerba ha reso ancora più visibile lo stato di degrado della strada che un tempo era la più bella di Napoli.

 

L'asfalto è stato totalmente devastato dalle radici degli alberi oggi abbattuti: percorrere la strada in auto equivale a un giro sulle montagne russe, con l'aggravante del possibile incidente dentro una buca. In decine di punti differenti l'asfalto è saltato via e ha lasciato spazio alle buche che, con il tempo, sono diventate piccole voragini: se in quei fossi finisce la ruota di un'auto i danni alla vettura sono garantiti, se lì dentro, invece, va a infilarsi un ciclomotore, la caduta è garantita.

I marciapiedi hanno subito la stessa sorte, rigonfiamenti, avvallamenti, e buche, tante buche anche profonde nelle quali una persona anziana, o un bambino, potrebbero cadere facendosi molto male.

L'immagine-simbolo della devastazione di quella strada, un tempo vanto della città, sono i cordoli di pietra bianca che circondano le aiuole. La maggior parte dei rettangoli color avorio è divelta, forse per colpa delle solite radici invadenti, forse a causa dell'impatto con auto fuori controllo: quei pezzi di pietra candida sono ammucchiati ai lati, spostati in verticale vicino ai tronchi abbattuti, spaccati, abbandonati.

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Il giovedì mattina in quella strada si svolge un antico e frequentato mercatino. Ieri pomeriggio mentre le ultime bancarelle venivano smontate, erano già in azione le squadrette dell'Asìa per cancellare i segni del pattume dei mercatali. Eppure, nonostante l'impegno di quelle persone e l'insistenza della macchina spazzatrice, il percorso continua ad essere costellato da un'infinita sequenza di robaccia gettata nelle aiuole, ai lati della strada, sotto i muretti che delimitano i viali esterni. Non c'è accusa, per davvero: abbiamo visto con i nostri occhi il personale della raccolta rifiuti che si batteva eroicamente contro le schifezze lasciate dagli incivili, il fatto è che l'immondizia è troppa, s'infila ovunque, diventa imbattibile. E qui non c'entra l'impegno di Asìa, le colpe stanno tutte nell'inciviltà dei frequentatori della strada che la utilizzano come personale pattumiera contribuendo al degrado.

A dare lo schiaffo finale contribuiscono le grate di ferro piazzate sul ponte la scorsa estate. Vennero montate in tutta fretta dopo una sequenza di suicidi, si disse che dopo l'intervento urgente sarebbe arrivato un piano per sistemarne altre meno inguardabili. Quel piano non è mai arrivato. 

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