Napoli, è pattumiera Chiatamone: il salotto buono ridotto a discarica

Napoli, è pattumiera Chiatamone: il salotto buono ridotto a discarica
di Valerio Esca
Mercoledì 7 Marzo 2018, 10:53 - Ultimo agg. 14:14
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Il corridoio che porta al salotto buono della città: tradito, deturpato e abbandonato. Via Chiatamone travestita da «lazzara». Clochard, spazzatura, puzza, sporcizia, un panorama violentato. A pochi passi dal lungomare liberato, quello con la vista più bella del mondo, una cartolina stracciata. Alle spalle di via Caracciolo, negli angoli più esposti e al tempo stesso più impensabili, una distesa di sporcizia che si espone agli occhi e alle narici dei turisti, ma in fondo anche dei napoletani. L'olfatto è un senso democratico, non conosce confini geografici. La fotografia che si presenta a chi decide di percorrere via Morelli direzione via Chiatamone è quella della vergogna. Non lontano dall'incrocio con via Arcoleo, sotto ai porticati, una puzza nauseabonda. Li vivono alcuni clochard, in costruzioni improvvisate di cartoni marroni e coperte sparse. Via Chiatamone direzione Santa Lucia non se la passa meglio. La strada è sporca, al netto dei rifiuti raccolti. E chi ci passa, quasi non se ne accorge più. Come se facesse parte del paesaggio urbano. Alcuni locali sul lungomare sversano a tutte le ore l'umido e la puzza di notte è infernale. Basti pensare che la partecipata comunale dei rifiuti ha dovuto istituire un quarto turno di raccolta, che l'attuale vicesindaco di Napoli Del Giudice, ai tempi di Asìa, aveva ribattezzato «il turno dell'inciviltà». Spesso i residenti hanno denunciato lo stato di abbandono della strada e di tanto in tanto i commissari di Asìa fanno fioccare verbali alle attività commerciali che non rispettano gli orari dei conferimenti. Nelle strettoie, nel lato alto, verso Santa Lucia, diventa anche difficile camminare. Tra deiezioni canine e cartacce, miste a lattine, miste a buste della spazzatura nascoste dalle auto, non è neanche una corsa ad ostacoli. Ma una muraglia cinese di munnezza.
 
 

Ci sono poi alcuni clochard, dei quali pare nessuno si preoccupi. Sono lasciati nella loro sporcizia, al freddo, nei loro cartoni umidi. Hanno le mani e la faccia eternamente nera. Chiedono solo di dormire e lo fanno. Nel fine settimana comincia lo show dei parcheggiatori abusivi, contro i quali la Municipalità I (Chiaia-San Ferdinando-Posillipo) ha lanciato il guanto di sfida. «Abbiamo pensato e lavorato per capire come combattere il fenomeno quotidiano, che interessa tutto il primo tratto di strada, della sosta in doppia fila e della presenza di parcheggiatori abusivi spiega il presidente della Municipalità Francesco de Giovanni Siamo giunti ad una conclusione, ovvero proporre i parcheggi a spina di pesce, non solo renderanno impossibile la sosta in seconda fila, ma aumenteranno l'offerta di stalli». Sul degrado de Giovanni tuona: «Come ente decentrato non abbiamo mezzi e uomini per combattere il fenomeno. Possiamo però segnalarlo al Comune e alla polizia Municipale. A dire il vero gli agenti spesso sono di turno in zone e provano a fare il possibile, a loro va il nostro plauso. All'amministrazione comunale ribadiamo che dovrebbe fornire agli enti di prossimità più mezzi e risorse, altrimenti continueremo a combattere con armi spuntate questi fenomeni di abbandono e degrado».
 

Non c'è un tratto di strada che non esponga una scia di cartacce, cicche di sigarette, escrementi di cani, che decorano i basoli del Chiatamone, strada storica, nota nella seconda metà del 1500, per lo svago, e nei secoli successivi, come zona privilegiata per il passeggio. Da sempre una via che conserva una singolare promiscuità fra popolani, aristocratici, viaggiatori, italiani e stranieri. L'antico Borgo di Santa Lucia trasformato in una discarica orizzontale. «Ci attiveremo nei prossimi giorni fanno sapere dal parlamentino di Chiaia per provare a raccogliere testimonianze fotografiche da girare al Comune. Sperando che nel nostro piccolo si possa ridare lustro alla strada che confina con via Caracciolo, che dovrebbe essere tutelata dall'amministrazione, non solo sul lato mare». L'immondizia, come il denaro, nel film di Oliver Stone, non dorme mai.
 
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