Piazza Municipio a Napoli, ​l'inutile lite sugli alberi

Piazza Municipio a Napoli, l'inutile lite sugli alberi
di Paolo Barbuto
Venerdì 8 Aprile 2022, 00:00 - Ultimo agg. 9 Aprile, 08:27
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È vero, piazza Municipio attualmente è bruttina, spoglia, desolata. È altrettanto vero che adesso a Napoli c’è un cantiere in meno, che dopo 22 anni si vede uno spiraglio di luce per la chiusura dei lavori in uno dei luoghi-simbolo della città, e che fra qualche anno (molti, in verità), quegli alberelli appena piantati diventeranno grandi e finalmente garantiranno un po’ d’ombra e un effetto meno desolante.

Come usa il mondo dei social, non appena sono venuti fuori foto e video dell’apertura della piazza, sono esplose critiche e polemiche. I più arditi si sono lanciati nella realizzazione di “meme” più o meno riusciti: c’è chi ha paragonato la spianata del municipio a un aeroporto, chi ha messo a confronto fotografie della piazza negli anni ‘60, piena di aiuole e di fiori, con quelle d’oggi. La maggior parte dei commentatori s’è semplicemente lanciata in critiche, accuse, contumelie, sbeffeggiamenti. Anche una parte della stampa cittadina, in particolare il Corriere del Mezzogiorno, s’è mostrata contraria all’estetica della piazza dedicando ampio spazio alla vicenda. Alla lista degli scontenti s’è aggiunta anche una parte della politica cittadina con in testa Nino Simeone presidente della commissione infrastrutture, mobilità e lavori pubblici del Consiglio comunale di Napoli il quale ha definito la piazza “una landa desolata”. 

 

Ogni critica è legittima, ovviamente, soprattutto quelle sul verde che sembra non esserci più. Sono divertenti gli sfottò e giustificate perfino le reazioni scomposte dei cittadini che non hanno mai avuto a che fare con i progetti, i rendering, i disegni. Meno comprensibili le posizioni critiche di chi, nel corso di questi lunghissimi anni, ha avuto modo di vedere i progetti, parlare con gli architetti, seguire passo dopo passo la complessa evoluzione di quel cantiere. Non è mai stato un mistero, per chi s’è avvicinato alla questione di piazza Municipio, che l’idea progettuale dell’archistar Alvaro Siza era quella di creare una ideale passerella, senza ostacoli, che dallo scalo portuale facesse correre lo sguardo fino a palazzo San Giacomo e poi in alto fino a San Martino.

Perfino il dettaglio dei materiali utilizzati è noto fin dal primo giorno; e pure l’innesto della spaccatura nella piazza, che apre la visuale del castello anche a chi percorre la parte sottostante, era stato disegnato, raccontato e presentato fin dalla primissima fase progettuale. Insomma, oggi può stupirsi della piazza chi non ci aveva mai avuto a che fare, cioè la maggior parte dei cittadini: più difficile che si sconvolga chi la piazza l’ha esaminata quand’era tra i banchi del consiglio comunale o su una poltrona della Giunta, chi la piazza l’ha raccontata negli anni come commentatore, chi l’ha studiata come esperto. Piazza Municipio è esattamente come l’ha pensata l’architetto Siza. Forse è inguardabile, desolata e triste, ma questa parte del progetto è nota da almeno 15 anni, le proteste dovevano essere presentate prima.

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E poi se riuscissimo a metterci nella prospettiva di un turista che sbarca da una nave da crociera, potremmo arrivare a cambiare le nostre opinioni. Quando (entro fine estate) sarà aperto il tunnel verso la stazione marittima, il turista che scenderà dalla nave, vedrà il colpo d’occhio del Maschio Angioino e di San Martino, si inoltrerà in un tunnel che affaccia direttamente su resti archeologici che raccontano millenni di storia, arriverà alla stazione della metropolitana ma, se vorrà proseguire a piedi risalirà dal tunnel e si troverà a un passo dal centro storico. Qualcuno pensa che ai napoletani tutto questo non servirà, forse è vero. O forse anche questo potrà diventare determinante per convincere i turisti che Napoli non è solo meraviglioso ma insostenibile caos. Resta, infine, l’annosa questione degli alberi che nei progetti sono disegnati immensi e nella realtà sono piccolissimi. Vero, sono alberelli minuscoli, per crescere e diventare così come sono rappresentati nei rendering impiegheranno un mare di tempo (tra gli otto e i dieci anni ci ha spiegato un agronomo). Forse si poteva fare di più su questo punto. Anzi, sicuramente si doveva fare di più. a questione ha coinvolto anche il sindaco Gaetano Manfredi il quale ieri è tornato sul “caso” piazza Municipio: «Le grandi opere di architettura dividono sempre, credo che per esprimere un giudizio estetico bisogna aspettare il completamento di tutti i lavori ma non dobbiamo dimenticare che la parte centrale della piazza costituisce il tetto della sottostante stazione e dunque non è possibile mettere degli alberi».

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