Napoli, il festival della cultura nel Plebiscito deturpato dai vandali

Napoli, il festival della cultura nel Plebiscito deturpato dai vandali
di Gennaro Di Biase
Giovedì 1 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:40
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Inizia oggi l’attesa fiera di Palazzo Reale Napoli Città Libro, e in piazza è ancora montato il grande palco della musica classica made in San Carlo, ma non c’è evento che tenga: il Plebiscito è sprofondato in un degrado drammatico. La location simbolo della città si è praticamente arresa ai vandali che hanno deturpato colonnato e leoni egizi, alle svastiche e ai simboli fallici disegnati da mesi sui muri a ridosso della chiesa di San Francesco di Paola, ai party, alle partitelle di calcetto, ai bivacchi e ai rodei notturni di decine di giovanissimi, alle transenne e alle infiltrazioni d’acqua che stanno spazzando via l’intonaco. Dopo il restyling di quattro anni fa, il Plebiscito è di nuovo agonizzante e in condizioni terribili. 

Il cantiere della metro, come da cronoprogramma, si è ristretto. Nei pressi del colonnato lo scavo è chiuso, e si intravedono anche alcune delle grate del condotto per la futura linea 6. Poco distante, c’è l’area dei concerti del San Carlo. In queste poche righe si sono però esauriti tutti gli aspetti positivi e propositivi dell’area. E basta seguire i sospiri e le smorfie dei turisti tornati nel post-restrizioni per catapultarsi nell’abbandono totale della zona. Un uomo completamente nudo spaventa coppiette straniere in via Chiaia, intorno alle 12. Di altri simboli fallici è costellato il colonnato. Poi svastiche, inni a Hitler e turisti che si guardano intorno increduli tra transenne, fili e una partita di calcetto proprio davanti all’ingresso della chiesa: «Tutto questo non è normale – sospira Helena Geertje, una guida olandese innamorata di Napoli – Quando gli stranieri arrivano qui la prima cosa che dicono è: “Ci sono tante scritte”. È bruttissimo, ed è un peccato».

Napoli è il regno dei contrasti, della rabbia e dello stupore, del rammarico e della libertà. «”Bello, ma non ci vivrei”: così dicono tanti vacanzieri – aggiunge Helena – Io però qui ci vivo». 

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Il lato messo peggio della Basilica è quello che affaccia verso via Cesario Console. Qui, a pochi passi da uno dei leoni egizi preso a picconate e rimasto senza zampe, alcuni tralicci rendono inaccessibile la scala del colonnato. I segni delle infiltrazioni di acqua sono troppo evidenti perché si possano risolvere con una retina bianca (come avviene nel resto del portico). Nascosti, dietro le colonne di Palazzo Reale, ci sono alcuni letti di fortuna, un po’ di sporcizia e una misteriosa valigia. Poi su via Console l’incuria torna a intensificarsi: aiuole ingiallite, l’ascensore di via Acton distrutto. Il belvedere inaccessibile e transennato, da anni, senza nessun intervento di ripristino. Le fontanelle a secco (è il danno più “fresco”, paradossalmente: nel pre-Covid funzionavano). «I vandali sono un problema sempre più urgente – racconta Padre Mario Savarese, Rettore della Basilica di San Francesco di Paola – si organizzano bivacchi a tutte le ore. E l’ingresso della chiesa è diventato un parco giochi». 

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