Napoli, piscine senza intesa a Scampia: l'incubo dei raid vandalici

Napoli, piscine senza intesa a Scampia: l'incubo dei raid vandalici
di Gianluca Agata
Venerdì 25 Ottobre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 14:22
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Bisogna fare presto. Perché mentre le amministrazioni discutono, la piscina di Scampia può essere vandalizzata. E allora non basteranno accordi politici, tavoli e incontri fra avvocati per rimediare allo scempio. A perdere sarebbe un territorio di centomila abitanti che nello sport ha uno dei pochi elementi di riscatto sociale. Comune di Napoli e Federnuoto hanno tracciato una road map per la presa in carico da parte della Fin di tutte le piscine periferiche napoletane e non solo. «Ordinateci ciò che volete e noi saremo a disposizione per gli scopi sociali che perseguiamo» sottolinea il presidente della Federnuoto campana Paolo Trapanese al tavolo al quale hanno preso parte l'assessore allo Sport Ciro Borriello, la dirigente del Servizio comunale Grandi impianti sportivi, Gerarda Vaccaro con Ciro Montella, il presidente della Municipalità di Scampia Apostolos Paipais, il consigliere della Federnuoto regionale Peppe Esposito.

L'urgenza è la piscina di Scampia, dove si allenavano 50 ragazzi disabili, chiusa dal 21 ottobre per un contenzioso tra il Comune ed i vecchi gestori. L'idea sarebbe quella di affidarla attraverso una delibera alla Federnuoto ma la Federazione, prima di accettare, vorrebbe un accordo quadro su tutte le piscine compresa la Scandone. A questo punto sarebbe anche favorevole ad accollarsi i 100mila euro del contenzioso dei vecchi gestori pur di far ripartire la piscina. L'impianto versa in pessime condizioni e le sole spese di messa in sicurezza ammonterebbero a 300-500mila euro. Se tutto dovesse filare liscio, a partire dall'ok delle rispettive avvocature, i lavori potrebbero cominciare a breve e durare non meno di un paio di mesi per una riapertura nel 2020.
 


Nell'accordo per Scampia dovrebbero rientrare tutte le piscine periferiche. L'obiettivo del Comune è di affidare in via transitoria alla Federnuoto le piscine chiuse. Sarebbe poi la Federnuoto a gestire i bandi di assegnazione seguendo le direttive del Comune tese a garantire l'aspetto sociale e l'apertura alle fasce deboli.

Nell'ambito di questo accordo si inserisce la piscina Scandone che la Federnuoto vorrebbe diventasse una piscina comunale con lo status di Centro federale. Quindi non solo qualche spazio acqua, ma una disponibilità per farne un centro di alta specializzazione. Dall'altro lato il Comune chiede chiarezza sul progetto, la salvaguardia dell'aspetto sociale, prima di poter aprire un discorso. Allo stesso tempo, all'interno dell'accordo quadro, andrebbe affrontato il sistema delle tariffe della pallanuoto che alla Scandone sono le più alte d'Italia con una differenziazione tra serie A e serie B.

«La piscina di Scampia potrebbe essere la prima di un accordo complessivo - afferma l'assessore Borriello - ed abbiamo trovato ampia disponibilità da parte della Federnuoto a risolvere anche le questioni economiche pendenti. Il prossimo passo è individuare un protocollo da seguire che metta al primo posto la riapertura di Scampia». Anche per Paipais il tema dell'urgenza è il più importante: «Il rischio della vandalizzazione è enorme e la collaborazione tra la Federnuoto e l'assessore Borriello va salutata con soddisfazione. La volontà politica c'è». Per il presidente della Federnuoto regionale Paolo Trapanese è da tempo che la Federazione vuole trovare una soluzione, ci dicano cosa dobbiamo fare».

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