Napoli, la pista ciclabile delle beffe tra rifiuti, scooter, monopattini e persone investite

Napoli, la pista ciclabile delle beffe tra rifiuti, scooter, monopattini e persone investite
di Antonio Folle
Domenica 23 Maggio 2021, 18:33 - Ultimo agg. 24 Maggio, 08:33
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La mobilità ciclopedonale è da sempre uno dei principali cavalli di battaglia dell'amministrazione arancione targata de Magistris. In questi anni il progetto sviluppato durante la giunta Iervolino e messo in pratica dagli arancioni è però finito più volte al centro di feroci critiche a causa del pessimo stato delle piste ciclabili - altro che unico percorso da Bagnoli a San Giovanni - di evidenti difetti di progettazione e realizzazione e di una incivilità galoppante che ha trasformato i vari "pezzetti" di pista oggi esistenti in aree off limits per gli stessi ciclisti. 

Parcheggio selvaggio di auto e scooter, monopattini abbandonati sul percorso ciclabile, rifiuti - in alcune aree persino ingombranti e materiali di risulta - e fin anche tavolini di bar rendono di fatto inutilizzabili gran parte delle piste sulle quali sono stati investiti svariati milioni di euro. Solo la pista del lungomare appare oggi in discrete condizioni, anche se la riapertura al traffico a causa della chiusura della galleria Vittoria rende decisamente poco agevole il percorso. Poco, decisamente troppo poco per chi prometteva di rendere la città i Napoli all'avanguardia sul tema della mobilità "dolce".

 

E non si può non sottolineare che, alle evidenti responsabilità dell'amministrazione comunale si aggiungono le ancora più evidenti responsabilità dei cittadini. A cominciare dalle tante associazioni di categoria che, in questi anni, poco si sono opposte ad uno stato di cose che rende Napoli tutt'altro che a misura di bicicletta.

L'indignazione per quella che qualcuno ha ribattezzato "la ciclabile delle beffe", non ha mai superato l'oasi sicura dei social e non si è mai concretizzata in reali azioni di protesta. Come associazioni di promozione ciclo-turistica, alcune anche molto accreditate a palazzo San Giacomo, abbiano potuto accettare in silenzio scempi come piste ciclabili interrotte da pali della luce o così strette da impedire quasi il transito di due bici affiancate è ad oggi un vero e proprio mistero. 

Le maggiori criticità si registrano nella zona di Fuorigrotta dove le piste ciclabili o sono inutilizzabili per incuria e degrado - in alcune aree muretti che si stanno sfaldando rendono estremamente pericoloso il percorso - o sono perennemente occupate da scooter. Subito dopo la pulizia della pista che passa sotto la galleria delle Quattro Giornate, una pulizia arrivata solo a seguito di uno scandalo scoppiato sui social network, hanno ricominciato a far capolino i rifiuti. Se la situazione attuale non è - per fortuna - paragonabile allo scempio che centinaia di cittadini avevano denunciato negli scorsi giorni, c'è da scommettere che la ciclabile tornerà alle condizioni originarie nel giro di poche settimane. Un film, purtroppo, già visto in una città dove, anche a causa di scarso senso civico, le piste ciclabili sono viste più come un fastidio che come una vera opportunità. 

«La pista ciclabile - denuncia la consigliera regionale Maria Muscarà - doveva fare da apripista a tutta una serie di passaggi necessari per rendere Napoli una città veramente ciclabile. Non era sicuramente la soluzione definitiva per la mobilità urbana, ma poteva essere lo sprone per accelerare una vera transizione ecologica. Così non è stato perchè tutto quello che si sarebbe dovuto realizzare intorno, come le aree pedonali, la zona 30 e l'intermodalità sono rimaste lettera morta. Ad aggravare la situazione - continua la consigliera - si aggiungono le pessime condizioni della pista, alle prese con interruzioni continue, con sporcizia estrema e con percorsi a ostacoli tra materassi e gabinetti. In questo modo i ciclisti preferiscono andare sulla strada normale rendendo inutili gli investimenti per la realizzazione delle piste. La cosa che lascia con l'amaro in bocca - ha poi concluso Muscarà - è che la scellerata gestione del sistema piste ciclabili porterà strascichi anche negli anni a venire. Sarà difficile, infatti, che la mobilità ciclabile e le azioni bici-facilitanti possano recuperare credibilità dopo anni di azioni così illogiche». 

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