Napoli, addio resse al pronto soccorso: più medici in emergenza all'ospedale Cardarelli

Napoli, addio resse al pronto soccorso: più medici in emergenza all'ospedale Cardarelli
di Ettore Mautone
Mercoledì 3 Luglio 2019, 07:30
3 Minuti di Lettura
Pronto soccorso del Cardarelli: dopo la crisi di inizio giugno - caratterizzata dalle rivolte notturne dei camici bianchi messi in ginocchio dai turni all'osso e dall'affollamento record - ora si veleggia in acque più tranquille. Merito delle misure messe in campo dal commissario Anna Iervolino.
 
Sulla scorta delle indicazioni ricevute dalla Regione e dopo aver convocato una riunione fiume con i principali ponti di comando delle discipline di supporto, l'ex direttore sanitario aziendale, promosso manager, è riuscita ad avere corsie meno affollate, barelle ridotte, miglioramento della qualità del lavoro dei medici e dell'assistenza ai pazienti. Se il piano supererà senza intoppi l'estate potrebbe essere adottato in maniera strutturale.

La mossa vincente di Iervolino è stata di concordare il piano con tutti i primari per poi passare all'azione con un ordine di servizio. L'obiettivo? Salvaguardare la continuità di esercizio di una funzione essenziale come è appunto il pronto soccorso. Fino a settembre nella prima linea e in osservazione i camici bianchi hanno il supporto di medici delle retrovie di area medica e di discipline equipollenti ed affini. Per alcuni turni, si alternano internisti (almeno 4 per il 50 per cento dell'orario di lavoro), cardiologi (2 per il 50 per cento dell'attività ordinaria), ematologi (3 turni notturni), oncologi (8 turni pomeridiani), pneumologi (5 turni serali). Se necessario, arriveranno a rinforzo anche chirurghi per la gestione del trauma e anestesisti a supporto dei codici rossi. Ciò nonostante l'obiezione del direttore del pronto soccorso che aveva indicato come non indispensabili i chirurghi. Ma non è tutto: i reparti dei 15 padiglioni devono assicurare ogni giorno al bed manager un numero minimo di posti letto per il pronto soccorso (15 nelle tre Medicine, 3 in Cardiologia riabilitativa, 4 nelle due Pneumologia, 2 in Geriatria) con un minimo anche in Ematologia, Oncologia, Epatologia e Nefrologia e nei reparti chirurgici. Posti letto in sovrannumero devono servire da incentivo per le dimissioni, senza utilizzare le barelle, quando possibile. A tal fine i padiglioni devono attrezzare luoghi ad hoc per pazienti in via di dimissione (discharge room) in modo da garantire un più celere flusso in entrata e in uscita. Dai reparti specialistici devono poi giungere ogni mattina consulenze di routine in Osservazione per dimettere chi è fuori pericolo. Si ricorre, se necessario, alle dimissioni protette per pazienti in attesa di indagini diagnostiche o di intervento chirurgico differibile. Entra in pista, in via sperimentale, un ambulatorio per favorire gli accessi a breve termine dopo una dimissione precoce. Via libera anche all'assistenza domiciliare integrata (già attiva per gli oncologici) in raccordo con le Asl. In pronto soccorso identificato infine un team leader in ogni turno che deve avere cura dei ricoveri e dei flussi di pazienti differenziando la gravità di patologia anche in Osservazione breve intensiva per ridurre i tempi di permanenza nell'area e contenere i costi di gestione. Il tutto garantisce almeno 5 medici per turno, prevalentemente impiegati in pronto soccorso anziché impropriamente in compiti assistenziali. «Accolte molte delle nostre richieste - avverte la Cgil - speriamo di poter far diventare ordinario ciò che oggi è straordinario». «Alcune soluzioni sono nel segno di quanto da noi suggerito da tempo come dedicare chirurghi e ortopedici al Trauma center e gli anestesisti ai codici rossi» aggiunge Maurizio Cappiello dell'Anaao. «Almeno qui è stato rispetto il criterio dell'equipollenza dei titoli del personale che fa i turni a differenza della Asl Napoli 1 Centro, dove abbiamo visto addirittura i direttori sanitari al triage che non hanno alcuna competenza in merito», conclude Antonio de Falco leader della Cimo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA