Napoli, polemica sugli immigrati spazzini a Bagnoli: «Paghiamo le tasse, deve pensarci il Comune»

Uno dei ragazzi africani mentre pulisce una strada di Bagnoli
Uno dei ragazzi africani mentre pulisce una strada di Bagnoli
di Gennaro Morra
Sabato 8 Settembre 2018, 19:39
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Da qualche settimana tre ragazzi africani si aggirano tra i quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta. Armati di scopa, paletta e grembiule ripuliscono strade e giardinetti in cambio di qualche spicciolo lasciato dai passanti. Un modo come un altro per rendersi utili e racimolare un po’ di euro buoni per sopravvivere. Un’attività di volontariato che da un paio di giorni è motivo di polemica tra i residenti della zona. Sul gruppo Facebook Bagnoli 80124, infatti, sono stati pubblicati due brevi video in cui si vedono i ragazzi mentre sono all’opera in viale Campi Flegrei. Un post che sta facendo discutere gli utenti del social network da due giorni, contrapponendo chi plaude all’iniziativa a quanti la ritengono la solita propaganda pro-immigrazione e a quelli che, pur ringraziando i tre uomini per i loro servizi, si chiedono perché le strade del quartiere non siano tenute pulite da spazzini e netturbini.
 
«Stanno facendo delle cose bellissime questi ragazzi. Ecco, si sono inventati il lavoro», scrive Concetta. E Giammarco le risponde: «Mia cara Concetta, questi lavori i napoletani li pagano per averli, ma il sindaco pappone se ne strafotte». Invece, Claudio commenta: «Il fatto di elogiare una volontà di mettersi a disposizione della cittadinanza, contribuendo a rendere il quartiere più pulito, non deve prevalere sul concetto fondamentale del momento o meglio: tutti ringraziamo questi signori, ma comunque ciò non autorizza nessuno a escludere colpe e responsabilità da parte dell'intera amministrazione comunale. Qui si pagano le tasse e chi deve pulire è il Comune e basta. Per favore non fate anche voi politica, giustificando in questo caso l'immigrazione clandestina».
 
 

Questi sono solo alcuni esempi delle centinaia di commenti che sta ricevendo il post con i due video. E mentre i residenti discutono su un social network della loro iniziativa, Holy, Tony e Osasa si sono già organizzati per allargare la loro attività: «Il lavoro dei ragazzi per strada ha riscontrato la positiva curiosità dei passanti, tanto che qualcuno gli ha chiesto anche di intervenire in altre zone – spiega Fabio D’Auria dell’associazione antirazzista e interetnica “3 Febbraio” –. Noi tendiamo ad avvicinare i ragazzi stranieri per stabilire un dialogo e capire le loro esigenze. E in questo caso ci siamo resi conto che gli avrebbero fatto comodo dei bigliettini da visita da distribuire, così da poter essere contattati da quanti fossero interessati al servizio che offrono. E la cosa sta funzionando». Un’idea che non sarebbe così originale: «I ragazzi, di cui due hanno documenti regolari e uno è richiedente asilo, mi hanno raccontato che già a Roma c’è una persona che, rifiutandosi di mendicare fuori ai negozi, svolge questo tipo di attività – spiega ancora D’Auria –. Si tratta sempre di un’attività di sussistenza, ma almeno cercano di essere utili alla collettività che dovrebbe accoglierli».
 
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