Napoli, Porta Capuana terra di nessuno: «Telecamere pronte, abbiamo un piano»

Napoli, Porta Capuana terra di nessuno: «Telecamere pronte, abbiamo un piano»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 22 Agosto 2019, 09:00
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Sono sempre impresse negli occhi di residenti e commercianti le scene quotidiane delle risse notturne, la distruzione dei nuovi pali della piazza, appena rifatti coi fondi Unesco e già vandalizzati, le crisi dei poveri tossici o di quelli in escandescenza, i rifiuti abbandonati, le siringhe sporche di sangue, le dosi di eroina incastrate tra i mattoni delle Mura Aragonesi. A Porta Capuana c'è un Sos evidente da affrontare al più presto, anche perché, come spiega l'Assessore Comunale all'Urbanistica Carmine Piscopo, «entro la fine dell'anno il grosso dei cantieri che vediamo oggi in opera in zona saranno chiusi e completati. Stiamo procedendo per consegne parziali, per ora, come nel resto dei Lotti Unesco».
 
Per combattere l'illegalità e la miseria che oggi spadroneggiano in piazza San Francesco, il cui restyling è finito a dicembre 2018, «è allo studio dell'Amministrazione l'installazione delle telecamere di sicurezza», prosegue Piscopo. L'investimento fatto in zona è di 10 milioni di euro (fondi della Commissione Europea del grande progetto Unesco). Più di metà della cifra è impegnata e non ancora rendicontata.

A Porta Capuana convivono oggi rinnovamento e miseria, cantieri Unesco e inciviltà, cultura e droga. Tempi delicati. «Sono in corso prossime conclusioni di cantieri - spiega Piscopo - Quelli in via Casanova e via Carbonara, fino a via Santa Sofia. È stata appena liberata piazza De Nicola, e anche l'area di servizio all'impresa sarà presto libera». Altri cantieri, comunque saranno aperti a breve, sempre in zona via Carbonara. «I cantieri come sempre portano disagio, ma non vorrei passasse solo l'immagine del degrado: stiamo riqualificando interi pezzi di città. Aver riconsegnato piazza San Francesco è già un traguardo. A Porta Capuana deve sorgere un'attenzione alla cura da parte di tutti gli operatori: è un tratto di Napoli su cui ci vuole grande coraggio a intervenire». Quanto alle telecamere - invocate da commercianti e associazioni, i cui costi sarebbero a carico di Regione o Governo, mentre le spese di gestione spettano al Comune - «se ne sta parlando in un tavolo di programmazione dell'Amministrazione, e si pensa di inserirla nei prossimi mesi», dice l'assessore. Altra possibilità al vaglio è quella dello stazionamento dei bus turistici in via Casanova, chiesta dagli operatori, e valutata positivamente dal Comune. Sarebbe un toccasana per la zona, una volta chiusi i cantieri.

Il progetto Urb-inclusion, che comprende Comune e circa 50 soggetti attivi nell'area, sta sviluppando accoglienza turistica e iniziative culturali. Un'idea, da sottoporre alla Soprintendenza, è lo spostamento dell'infopoint turistico da piazza de Nicola a piazza San Francesco. Tossici permettendo: «Si sta rischiando di sprecare il restyling - dicono Simone Guarino e Carmine Meloro, consiglieri della IV Municipalità - Hanno consegnato il cantiere e lasciato la zona senza sorveglianza. Servono più controlli dal Vasto alla Stazione Centrale, fino alla zona di Castel Capuano. La polizia Municipale e le altre forze dell'ordine dovrebbero presidiare queste strade h24». «Si è ancora in tempo per pensare al futuro», spiega Franco Rendano, presidente del coordinamento I Love Porta Capuana e proprietario di Lanificio 25, storico locale che «riaprirà in autunno, dopo le brutte avventure delle minacce e del sequestro. Bisogna dare al quartiere la sistemazione che merita. Organizzeremo un convegno, sempre in autunno, dal titolo Porta Capuana Hub della città metropolitana di Napoli. Il progetto intende rendere l'area ingresso principale della città. Proveremo a far entrare i turisti a Napoli da piazza San Francesco. Bisogna costituire una conferenza dei servizi che comprenda forze dell'ordine e organi locali, in modo da prendere delle decisioni condivise: è tempo di pensare alle esigenze del territorio tutti insieme».
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