Porta est alla prova dell'aula. Dopo mesi di discussioni, bracci di ferro e lavori in commissione Urbanistica approda oggi in Consiglio comunale la delibera 452, approvata dieci giorni fa dalla giunta del sindaco Gaetano Manfredi. Ma alla vigilia del Consiglio arriva un atto politico forte. L'intero gruppo Pd di via Verdi (Gennaro Acampora, Aniello Esposito, Pasquale Esposito, Salvatore Madonna, Maria Grazia Vitelli, Enza Amato), congiuntamente ai quattro consiglieri regionali dem di Napoli (Massimiliano Manfredi, Bruna Fiola, Mario Casillo, Loredana Raia), hanno elaborato un documento che sposa la linea del primo cittadino: «Il Centro direzionale dovrà essere il perno intorno al quale ruoterà il progetto Porta est».
I consiglieri, comunali e regionali, dopo un faccia a faccia con il governatore della Campania Vincenzo De Luca - come raccontato da Il Mattino nei giorni scorsi - hanno deciso di mettere nero su bianco la loro posizione: «Il recupero e il rilancio di Porta Est - scrivono - è un punto imprescindibile per una Napoli che vuole proiettarsi verso il futuro, coniugando sviluppo, ambiente, infrastrutture, servizi e accessibilità.
«Sul piano ambientale e dello sviluppo sostenibile - sostiene il Pd - vogliamo recuperare aree oggi abbandonate e degradate, dove realizzare parchi urbani, spazi verdi e per l'attività sportiva, serviti anche da una pista ciclabile. Oltre al completamento di piazza Garibaldi con le infrastrutture, è necessario investire nell'housing sociale, prevedendo la manutenzione a carico di Ferrovie dello Stato per i primi anni». Ed è in questo solco che si inserisce il progetto Porta Est con il restyling del Centro direzionale: «Anche nell'ottica di attrarre nuovi investimenti nazionali e internazionali, riteniamo fondamentale il rilancio del Centro direzionale, un luogo dalle mille potenzialità, che oggi non vengono sfruttate. Per rilanciare quest'area, che da anni è in grande sofferenza, va immaginato uno sviluppo imprenditoriale alternativo a quello attuale, per rispondere a quella mission rimasta incompiuta, anche con un intervento deciso sulla sicurezza e la manutenzione degli edifici già presenti». Quanto agli indici di fabbricabilità e alle metrature richieste, il Comune resta fermo nelle sue posizioni espresse in Commissione urbanistica. Rispetto ai 126mila e 800 metri quadri richiesti dalle Fs ne concede 81.097. Cioè un aumento del 15% degli indici, che sommato al 20% che concede la legge urbanistica regionale fa lievitare la somma a un più 35%. Per far quadrare i conti il gruppo delle Ferrovie dello Stato - che cederà suoli per fare le opere infrastrutturali, ma sulla restante parte opererà sulla rigenerazione urbana per fare cassa - dovrà puntare su due terzi della richiesta. Palazzo Santa Lucia dovrà accontentarsi di 20mila metri quadri per la nuova casa della Regione: cioè un terzo della richiesta iniziale vergata in Conferenza dei servizi.