Napoli, pronto soccorso del Santobono intitolato a Sergio de Simone, bimbo cavia umana dei nazisti

Napoli, pronto soccorso del Santobono intitolato a Sergio de Simone, bimbo cavia umana dei nazisti
Lunedì 26 Aprile 2021, 17:12 - Ultimo agg. 18:35
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Da oggi il pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli è intitolato a Sergio De Simone, bimbo napoletano vittima dell'Olocausto, morto a soli 7 anni dopo essere stato sottoposto alle sperimentazioni mediche di Kurt Heissmeyer nel campo di concentramento di Neuengamme. Il piccolo Sergio, originario del quartiere Vomero, fu l'unico bambino italiano dei 20 selezionati come cavie umane, tutti tra i 5 e i 12 anni. La cerimonia di intitolazione del pronto soccorso, non distante dalla casa nella quale Sergio De Simone nacque, si è svolta questa mattina alla presenza del fratello, Mario De Simone, del direttore generale dell'Azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon Rodolfo Conenna e del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, con gli interventi del rabbino di Napoli Ariel Finzi, dell'imam Abdallah Cozzolino, segretario generale della Confederazione islamica italiana, e del maestro della comunità buddista Massimo Taiku Rossi.

«Quando ho appreso la storia di mio fratello - ha raccontato Mario De Simone - io e mia moglie abbiamo immediatamente preso la decisione che questa non poteva rimanere nella nostra famiglia, doveva essere divulgata.

Questa scelta sta dando i suoi frutti e questa intitolazione mi fa capire che abbiamo fatto bene a raccontare la storia di Sergio. Proprio in luoghi come questo si deve ricordare dove può arrivare la cattiva interpretazione del lavoro medico per fini politici». 

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Sergio De Simone, ha detto De Luca, «è un piccolo martire che deve ricordare, in questo luogo di cura e di umanità, la battaglia per difendere i valori umani fondamentali. Abbiamo una società nella quale registriamo una pulsione verso atti di violenza di intolleranza anche nei più giovani e giovanissimi, a volte vediamo episodi di aggressione di bambini ad altri bambini magari disabili. Dobbiamo fare in modo che a partire dalle famiglie la memoria di queste tragedie non vada perduta. Riconfermiamo oggi, dopo il 25 aprile, il nostro impegno a difesa dei valori di umanità contro ogni forma di barbarie». 

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