Le otto spine di Napoli: viaggio nella città sfregiata

Le otto spine di Napoli: viaggio nella città sfregiata
di Antonio Menna
Venerdì 6 Settembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 15:54
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Se fosse brutta ce ne faremmo una ragione. Se fosse spoglia, senza storia, senza cultura, senza tradizione, ci rassegneremmo. Se fosse un'altra città, diremmo non importa. Ma è Napoli e non si può accettare di vederla così. Il degrado non è quasi più notizia: un materasso per strada è una piccola cosa. A raccontarli giorno per giorno se ne perde la misura ma farne un catalogo dà il senso della grande occasione sprecata. Gli otto chiodi della croce di Napoli.
 
1) MONUMENTI DETURPATI
Castel dell'Ovo è integro in lontananza ma basta entrarvi per capire in che condizioni è ridotto. Alcune terrazze sono chiuse. Nei bagni meglio non andare. Nei camminamenti verso la cima, mucchi di sabbia di lavorazione, attrezzi abbandonati, transenne cadute, impalcature arrugginite. A parte la solita ridda di venditori ambulanti, che quasi occupano tutto il ponte di ingresso, come diretta emanazione di quello che è diventato il lungomare liberato, campeggiano graffiti di ogni genere. E poi erbacce, vetrate rotte, nemmeno un punto ristoro e due distributori automatici di merendine. Non miglior destino tocca alla Galleria Umberto, ancora deturpata dalle impalcature. Pavimento sconnesso, graffiti sui marmi, roghi accessi di notte. Partite di calcio e gare di velocità con gli scooter sono attrazioni fisse. Vietato fare paragoni con la Galleria di Milano. Meglio non sapere.

2) PIAZZE DEGRADATE
Napoli è anche città di piazze, piazzette, piazzali e larghi. Ma il racconto parla la lingua del caos. Piazza Garibaldi aspetta la fine dell'eterno cantiere. L'immortale. I turisti approdano in una babele di traffico, caos, sporcizia: evitare di addentrarsi nelle strade laterali, avvertono in inglese le guide stampate dei turisti. Il progetto di riqualificazione è così bello da non crederci: si fantastica di eventi, sport, parcheggi, piazze vissute. Ma basterebbe ora qualche luce in più. Il degrado di piazza Bellini, alle tre del mattino, quando la movida ha preso sonno, è tutto nella sinfonia di bottiglie di vetro che suonano sull'asfalto. Piazza Dante ospita tornei informali di calcetto: la pallonata al turista non è fallo. Si gioca a pallone anche sotto Palazzo San Giacomo. Ma sono ragazzi, dai.

3) GIARDINI ABBANDONATI
I giardinetti di città, quelle sparute aiuole, sono secche e bruciate dal sole. Quelle di piazza Cavour, davanti alla metropolitana, sono ricettacolo di immondizia: ci dormono decine di senzatetto che, ovviamente, utilizzano le aiuole come toilette. Non ha funzionato neppure l'idea di affidarle ai privati. Quello di piazza Medaglie d'Oro ha rovi secchi e ingialliti e tronchi abbandonati. Erba alta, rifiuti anche nelle aiuole di piazza Dante, sul lato di via Bellini e Port'Alba.

4) PARCHI DIMENTICATI
Se aiuole e giardini piangono, i parchi non ridono. Il Parco Virgiliano attende il rifacimento da una vita, mentre sul lungo viale d'ingresso c'è la carrellata di tronchi mozzati, più di cento. Nella Floridiana del Vomero restano chiuse al pubblico numerose aree e si attendono i lavori di messa in sicurezza. Sempre al Vomero, il Parco Viviani di via Santacroce è chiuso sul suo secondo accesso, ha erba alta e immondizia a vista. Non stanno meglio, ovviamente, i parchi delle zone più esterne. Al Poggio dei Colli aminei, le giostrine sono rotte. Altre aree verdi intorno alla pineta sono senza irrigazione e sono diventate ricettacolo di rifiuti.

5) FONTANE SECCHE
Senz'acqua ma piena di bottiglie. La fontana di Monteoliveto è deposito di spazzatura. Filo d'acqua e flebile zampillo per la fontana del Carciofo di piazza Trieste e Trento. Degrado totale per la Fontana dei Papiri nei giardinetti del Molosiglio e per quella di piazza Sannazaro, dove la Sirena risulta spenta da oltre un decennio.

6) STRADE SPORCHE
L'abbandono del materasso nelle strade di Napoli è quasi un rito. C'è chi si diverte a fotografarli e a postarli sui social: ogni giorno ne spunta uno. Via Toledo, Via Filangieri: parliamo del salotto. Se anche Roma, com'è noto, non sta bene, il paragone tra le zone bene non regge. Non ci sono materassi in via Condotti nella capitale ma in via dei Mille, sì. La sera, a chiusura dei negozi, Via Toledo, e Corso Umberto, e via Luca Giordano, si presentano come un tappeto di spazzatura. Non c'è la grande emergenza rifiuti ma lo stillicidio fa male uguale.

7) IMPIANTI SPORTIVI NEGATI
Chiuso il sipario sulle Universiadi, si contano già i primi segni di cedimento delle strutture senza manutenzione. Il palazzetto del Basket non ha più tabelloni e indicatori di timing. Il Polifunzionale di Soccavo, dopo i lavori agli spogliatoi e alla palestra principale, ha cominciato a presentare infiltrazioni d'acqua. Il PalaVesuvio è al momento un deposito sorvegliato di attrezzature costose che non si sa dove smistare. Il Collana è ancora in cerca di un destino.

8) MARE NON PERVENUTO
Non è vero che il mare non bagna Napoli. Semmai non bagna i napoletani, visto che anche l'estate appena trascorsa si è trascinata tra chiazze di schiuma, zone interdette alla balneabilità, spiaggette abusive prese d'assalto, pezzi di costa appaltati ai privati, dove entri solo pagando bene. Se l'acqua deve essere pubblica, il mare può essere privato. Se ci vuoi andare in kayak, però, attento ai crolli. Le pareti rocciose potrebbero venire giù. Oltre 4 chilometri sono i punti a rischio frana: da Trentaremi a Nisida, da Coroglio a Punta Cavallo. Meglio restare a terra.
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