Rione Sanità, nonna Dora compie 100: «Ho visto la guerra, il Covid non mi spaventa»

Rione Sanità, nonna Dora compie 100: «Ho visto la guerra, il Covid non mi spaventa»
di Giuliana Covella
Martedì 16 Febbraio 2021, 12:05 - Ultimo agg. 17:10
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«Essere buoni». Risponde così alla domanda su quale sia il segreto per arrivare così in forma alla sua età. Addolorata Renta, per tutti zia Dora, ha compiuto 100 anni e il quartiere le ha reso onore come una grande famiglia. Nonostante la pandemia e nel rispetto delle restrizioni, nella piccola casa di vico Pacella in pochi hanno festeggiato il secolo di vita dell’arzilla vecchietta. Nata e cresciuta ai Miracoli, Dora è l’ultima rimasta di cinque figlie: «tutte femmine nate da un papà che lavorava nell’arsenale dell’esercito», ricorda lei con una punta di fierezza mentre mostra la foto del genitore. Di queste, la minore Addolorata l’ha curata lei stessa fino a quando ha esalato l’ultimo respiro.

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Classe 1921, l’anziana è nata in una Napoli che risorgeva dalle ceneri del primo dopoguerra, dedicandosi al mestiere di sarta fino a pochi anni fa.

Perfettamente in salute e «senza alcuna patologia», la centenaria è accudita ogni giorno da quelli che lei chiama i suoi «angeli custodi», Vincenzo Nacarlo e Mario Festa, «due persone che fanno volontariato umano», come sottolinea Mario Mosca, un altro residente che, all’occorrenza, diventa il suo autista quando c’è bisogno di accompagnare la nonnina.

 

Nubile, ha vissuto esclusivamente per gli altri, come ben descrive Donatella Mascia, una scrittrice di Genova, che le ha dedicato un racconto («la zia di tutti noi, spesso il nostro conforto, sempre un porto sicuro», si legge nel teso). «Ho vissuto di lavoro, cucivo per la gente del quartiere, specie per quelli più umili», racconta. Mentre nella sua mente scorrono le immagini di quando, sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, i napoletani si rifugiavano nei rifugi antiatomici: «non appena sentivamo le sirene ci fuggivamo nel ricovero dei Miracoli, ma la guerra non mi faceva paura. Sono sempre stata forte e trasmettevo la mia forza agli altri».

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Rintanata in casa sin da quando è scoppiata la pandemia, Addolorata è uscita indenne anche dal Covid, che «non mi spaventa - ammette - ho affrontato l’asiatica e altre epidemie e le ho evitate. Vuoi vedere che mo’ mi fa paura il Coronavirus?», rimarca scherzando. E mentre aspetta di spegnere le candeline insieme ai fedeli amici che l’accudiscono e a Luigi Laudati, consigliere della III Municipalità, che le ha donato un omaggio floreale, Dora aspetta l’ora di pranzo guardando i telegiornali che le piacciono tanto («voglio essere sempre aggiornata su quello che accade nel mondo») e soprattutto continuando a mantenere uno stile di vita sano: «dopo la colazione con una bella zuppa di latte e caffè, oggi pennette al pomodoro fresco. Per me è questa la ricetta per la longevità», sorride prima di assaggiare una fetta di torta caprese.

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