Scuola riapertura settembre 2021, l'odissea del primo giorno a Napoli: «Più di tre ore per arrivare al liceo»

Scuola riapertura settembre 2021, l'odissea del primo giorno a Napoli: «Più di tre ore per arrivare al liceo»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 16 Settembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:27
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Riccardo G., 14enne di prima al Cuoco, come centinaia di liceali partenopei, ha investito ieri una buona parte della sua giornata per raggiungere la scuola con i mezzi pubblici e fare rientro a casa. Due ore all’andata e un’ora e un quarto al ritorno: un’odissea, anzi due, «e se salta una corsa, è finita». Ben 3 ore e 15 minuti da Scampia ai vicoli del centro e ritorno: il viaggio dura un’ora in più rispetto a quello Capodichino-Linate Milano, tempi di check-in compresi. Ma qui siamo nella rete di trasporto di Napoli, con i relativi e tutt’altro che giapponesi tempi di attesa. «Sarà un’avventura»: lo ha già capito Riccardo che, nonostante la giovane età, mette in mostra idee chiare e un temperamento scientifico-razionale: «Visti i tempi del “viaggio” - sorride - proverò a studiare durante il ritorno». Folla permettendo. Già, perché sulla linea 1 i treni scoppiano e salta ogni distanza negli orari di punta. Come se il Covid non fosse mai esistito.

La traversata verso l’aula inizia alle 6.10, «per stare alle 6.55 in banchina». Dopo le operazioni del risveglio, Riccardo deve infatti percorrere un tratto a piedi prima di raggiungere la metro di Piscinola (che è ben tenuta, al contrario di quella del Museo). Servono 10 minuti di cammino per arrivare in banchina: «Stamattina - aggiunge trafelato - è una prova. Vediamo che succede». E purtroppo succede che il treno è appena partito in direzione Garibaldi. La metro successiva passa alle 7.10. La prendiamo. E già a Chiaiano è pienone. «Qui salgono tanti ragazzi - sospira - Me l’aspettavo tutta questa folla». Gli orari scaglionati degli ingressi (organizzati dagli istituti) non bastano a scongiurare il sold-out (e molte scuole ieri non hanno lavorato con tutte le classi, la situazione è quindi destinata a peggiorare).

Insomma, il vagone delle 7.10 verso Garibaldi scoppia di universitari, badanti, dipendenti di uffici e liceali. Attesa media 15 minuti, non meno. «Ma non avevo letto dei nuovi treni?», chiede una ragazzina. «Adesso non ci sono», fa spallucce un signore. 

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Si mette il naso fuori dalla metro alle 7.42, ma la mascherina resta alta. Serve a turare il naso. La puzza di urina intorno alla fermata del Museo è intensa quanto il flusso di turisti che la affollano. Nei giardinetti oltre la fontana, ripulita ma già riassediata dai clochard, Riccardo fa lo slalom tra immondizia e transenne degli alberi pericolanti. Finite le malridotte aree verdi della stazione, il prossimo step è l’attraversamento: i segnali stradali sono chimere all’incrocio tra piazza Cavour e via Foria. Strisce zebrate zero. C’è giusto un’isola pedonale su cui improvvisarsi naufraghi per un po’ prima di attraversare. Riccardo, comunque, conquista via Foria. Dopo qualche altro minuto si svolta a sinistra verso San Carlo all’Arena e inizia un nuovo slalom tra auto parcheggiate e marciapiedi striminziti. Finalmente si giunge in via Annibale de Gasperis, ai cancelli del Cuoco, il liceo scientifico più antico della città. La prima entrata del ’21, per Riccardo e i suoi compagni, non è però trionfale. Una discarica - notata anche da molti genitori, che ieri hanno fotografato e protestato - occupa metà della stretta via nel cuore di Napoli. Per entrare a scuola, in altre parole, bisognava scansare l’immondizia. 

Riccardo esce presto, alle 11 - come detto, le scuole non lavorano ancora a pieno regime. L’Asìa intanto è stata chiamata a ripulire la discarica, ma il camion blocca il traffico intenso della mattinata. Quindi il furgone, dopo qualche tensione con gli automobilisti, lascia la discarica quasi intatta. Quando Riccardo e compagni escono, l’immondizia è ancora dov’era. «Un primo giorno di scuola diverso - sospira, dopo mesi e mesi di Dad a singhiozzo - ero un po’ in ansia ma è andata meglio del previsto. Eravamo distanziati, con le mascherine per tutto il tempo, e tra compagni abbiamo parlato pochissimo, ma è andata bene direi. Dobbiamo ambientarci». Si marca il biglietto, sempre al Museo, alle 11.16: «Mia madre - spiega - ha fatto richiesta per l’abbonamento studentesco, ma dagli uffici nessuno le ha ancora risposto anche se la scuola è già iniziata. Ecco perché per ora faccio il biglietto». Si arriva in banchina alle 11.17, e qui decine di persone aspettano il treno già da un po’, e infatti alle 11.21 siamo già in viaggio. Si arriva a Piscinola alle 11.47 e a casa alle 12.10: tre ore e un quarto di viaggio per 3 ore di lezione. 

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