Napoli, cantiere chiuso al Plebiscito e operai a casa: la rivolta delle imprese

Napoli, cantiere chiuso al Plebiscito e operai a casa: la rivolta delle imprese
di Pierluigi Frattasi
Mercoledì 24 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 17:56
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Bloccato il cantiere del metrò di piazza del Plebiscito. Ieri mattina il Comune ha comunicato alle ditta esecutrice Ansaldo Sts la «sospensione a medio termine delle attività», come richiesto lunedì dal ministero dei Beni culturali nella nota che ha congelato il parere favorevole sulle griglie del metrò, rilasciato dalla Sovrintendenza il 21 marzo scorso. Anche se in piazza sono già presenti altri tombini e chiusini, come evidenziato in un dossier del Comune della scorsa settimana. Appena giunta la notizia, intanto, ieri mattina gli operai hanno provveduto a mettere al riparo le attrezzature e i materiali, prima di lasciare il cantiere. Il Mibac ha dato 30 giorni di tempo al Municipio per la nuova istruttoria. Ma si temono ricadute sulla tabella di marcia. I tempi, infatti, sono già strettissimi, visto che l'opera è finanziata con i fondi europei e se non sarà rendicontata entro il 2019 si rischia di dover restituire 98 milioni di euro a Bruxelles. In difficoltà anche le imprese costruttrici, perché i ritardi rischiano di ricadere a cascata sui contratti firmati con i fornitori, innescando una serie di contenziosi. Nei prossimi giorni si terrà la riunione in Prefettura per il via libera sulla sicurezza al concertone di Capodanno in piazza, nonostante la presenza dei cantieri.
 
«Lavori fermi con danni per il Comune - commenta l'assessore alle Opere Pubbliche Mario Calabrese - Perché è chiaro che le imprese faranno riserve che dovrà pagare il Municipio con i soldi della collettività. Mentre abbiamo scadenze anche con l'Europa. Dovremo spiegare a Bruxelles che al di fuori di qualsiasi procedura il Mibac ha richiesto la sospensione dei lavori. Sono convinto che l'Europa capirà, senza far pagare ai cittadini napoletani ulteriori sanzioni».

Cosa succede ora? Comune e Metropolitana di Napoli avranno 30 giorni di tempo, salvo richieste di proroghe giustificate, per presentare una relazione integrativa al Mibac, che nella lettera di lunedì ha chiesto di rivalutare il progetto originario con le griglie a Largo Carolina. La decisione, a quanto trapela da Roma, arriverà all'esito degli approfondimenti, tenendo presente, però, che l'interesse del ministero è la cura di piazza del Plebiscito, in quanto patrimonio nazionale vincolato, mentre non compete al Mibac valutare eventuali ritardi o ricorsi. L'impostazione è che le griglie non vadano su un bene tutelato. Il Plebiscito lo è, Largo Carolina no. Mentre anche piazza Trieste e Trento creerebbe altre problematiche. Una linea ben chiara, fermo restando che con il Comune c'è la massima collaborazione e che il ministero valuterà attentamente le motivazioni tecniche che dovessero rendere impossibile uno spostamento.

Ma cosa dice la lettera del Mibac al Comune, firmata dal sovrintendente Luciano Garella? «Su impulso del direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del ministero, si dispone la sospensione medio tempore, a norma di legge, dell'efficacia dell'autorizzazione del 2 marzo 2018». Il Mibac chiede quindi al Comune di «esprimere le proprie ulteriori valutazioni, anche mediante redazione di grafici e compilazione di relazioni specifiche o specialistiche, relative all'impossibilità o particolare difficoltà di posizionare per la Metropolitana di Napoli la camera di ventilazione e le relative griglie in piazza Carolina». Alla base dell'inversione di rotta, a quanto filtra dal Mibac, ci sarebbe il cambio al vertice della dirigenza apicale del ministero a inizio ottobre: il vecchio direttore è andato in pensione ed è stato sostituito. Un passaggio, sottolineano fonti ministeriali, che avrebbe portato a un cambio di visione. Piena fiducia, quindi, nei confronti del sovrintendente Garella.

«La camera di ventilazione - ribatte Calabrese - è un'opera necessaria per attivare la tratta. Ci sono motivi di sicurezza che hanno sconsigliato largo Carolina. Spero di essere ricevuto a Roma, insieme al sovrintendente, per spiegare i motivi che hanno portato a scegliere il Plebiscito. La sospensione di un parere già dato è un esempio nuovo in Italia. Strano che un'opera pubblica sia fermata dall'interrogazione di due parlamentari. A questo punto, si tolgano le grate da tutte le piazze d'Italia: Roma, Milano, Torino. Stiamo arrivando al paradosso di dire no a tutto».

A rischio, intanto, c'è il concertone di Capodanno. Il Comune è orientato a riproporre anche quest'anno il format che prevede il palco per il concerto con il brindisi in piazza del Plebiscito e le discoteche sul Lungomare. Nei prossimi giorni dovrebbe partire il bando. Secondo le prime valutazioni, infatti, il perimetro del cantiere e il vincolo della Sovrintendenza sull'emiciclo non impedirebbero di allestire il palco, che potrebbe essere spostato verso il centro della piazza, riducendo di poco la capienza. Per le vie di fuga, i mezzi di emergenza che normalmente stazionano dove si trova ora il cantiere, potrebbero essere spostati sul lato sinistro. Nei prossimi giorni è previsto un tavolo in Prefettura.
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