Batteri nella norma nel mare di San Giovanni a Teduccio, l'ex quartiere industriale nella zona orientale di Napoli. Nell'ultimo campione delle acque di Pietrarsa non sono state rilevate anomalie ma il tratto di costa resta negato così come da diversi anni. In tanti sperano almeno nella tintarella visto che le spiagge sono chiuse per i controlli previsti nelle aree del SIN di Napoli Est.
Lo stato di salute sulle acque che bagnano il tratto di mare nei pressi del museo ferroviario di Pietrarsa è appurato attraverso i controlli realizzati dall'agenzia regionale Arpac. Nel prelievo del 30 maggio sono stati registrati livelli normali di Enterococchi intestinali e di Escherichia coli così come è capitato nella misurazione di fine aprile, la prima della stagione balneare 2023. Non cambia lo scenario che ha visto, anche per quest'anno, esclusa la possibilità di tuffi nel tratto davanti la passeggiata di San Giovanni, da Sannicandro a Museo di Pietrarsa, la cui classificazione resta "scarsa" in relazione all'inquinamento dovuto allo scarico all'altezza del cunicolo sottoservizi di vico 2° Marina.
Intanto prosegue il lavoro per valutare le condizioni delle spiagge di San Giovanni a Teduccio.
L'intervento è necessario per valutare lo stato di salute del litorale di Napoli Est che, nelle ultime settimane, è meta di una particolare specie. Proprio sulla costa di San Giovanni a Teduccio, infatti, è stato avvistato un giovane esemplare del Gabbiano di Sabine. «L'animale è stato visto e fotografato la prima volta il 31 marzo, da allora diversi bird-watchers si sono alternati per monitorarlo e fotografarlo. L'ultima volta è stato visto il 23 maggio», spiega Maurizio Fraissinet, biologo e ornitologo. «É la tredicesima segnalazione per l'Italia. Interessante anche il fatto che questo individuo è arrivato dapprima in Piemonte, in provincia di Torino, il 10 ottobre 2022, dove si è trattenuto fino a novembre, per poi riapparire a marzo da noi a Napoli», spiega Fraissinet, presidente dell'associazione per gli studi ornitologici Italia Meridionale (Asoim). «Siamo certi - evidenzia - che si tratta dello stesso individuo perché in entrambe le località l'animale aveva una zampa amputata».
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