C’è qualcosa di dolce che riesce a rendere ancor più drammatica la lettera che gli artigiani di San Gregorio Armeno hanno scritto a Governo e Regione Campania; si tratta della chiosa finale, quella in cui, dopo aver messo sul tavolo la disperazione per essere stati dimenticati dal “decreto ristori” i pastorai sembrano passare alla fase delle rivendicazioni severe: «Se anche stavolta ci ignorerete le conseguenze saranno drastiche...», e una qualunque missiva di rivendicazione a questo punto farebbe partire minacce di scioperi o di tensione. Invece gli artigiani della strada più affascinante di Napoli spiegano che le conseguenze saranno drastiche perché «... oltre a rovinare l’unicità di una delle dieci strade più famose al mondo, vi accorgerete prima o poi di aver rovinato numerose attività del centro storico, le famiglie ad esse connesse e le vite di tanta, tantissima gente», niente minacce, insomma. Solo l’ennesima richiesta d’aiuto.
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A prendere carta e penna è stato Gabriele Casillo, presidente dell’associazione di promozione sociale “Le Botteghe di San Gregorio Armeno” che comprende tutti e 38 gli storici negozi della strada dell’eterno Natale.
Insomma, il messaggio è drammatico e il futuro è nero: «Se non accadrà qualcosa l’intera strada rischia un lockdown definitivo, per sempre», spiega Casillo a voce bassa con lo sguardo rivolto a terra. Intende dire che la storica strada dei pastori potrebbe non resistere all’impatto con quest’altro momento di crisi: «No, non ce n’è la possibilità. Nessuno ha riserve per andare avanti fino alla prossima primavera. Ecco perché c’è disperato bisogno di aiuto. E vogliamo sommessamente ricordare che intorno alle botteghe c’è un mondo di artigiani dell’indotto che porta a circa 120 il numero delle famiglie che vivono “grazie” a San Gregorio». C’è, poi anche la parte di indotto che non rientra nel mondo dei pastori ma che vive grazie ad esso: «Si tratta dell’intero mondo economico del Centro Storico che è sorto e si è espanso proprio partendo da San Gregorio Armeno che è il fulcro della visita di ogni turista».
Gli artigiani presentano lo stesso elenco di tutti i commercianti: sostegno per gli affitti, riduzione nelle bollette, taglio delle tasse. Qual che preme loro maggiormente, però, è sperare che qualcuno li ascolti. Dalla scorsa primavera hanno chiesto un faccia a faccia con il governatore De Luca che non li ha mai presi in considerazione. Quando in piena campagna elettorale si fece avanti Matteo Salvini chiedendo di incontrarli e ipotizzando di poter sposare la loro causa, i pastorai rifiutarono l’invito: «Non c’entriamo con la politica, non strumentalizzateci», dissero. Oggi, però, chiedono che le Istituzioni li ascoltino: «Senza soluzioni, a gennaio non esisteremo più. Non ci sarà più la magia di San Gregorio Armeno...».