Napoli, Ospedale del Mare al palo: emergenza in tilt tra caos e ritardi

Napoli, Ospedale del Mare al palo: emergenza in tilt tra caos e ritardi
di Ettore Mautone
Lunedì 26 Marzo 2018, 11:08
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Il Cardarelli è l'ultimo bastione della sanità metropolitana, immerso nelle trincee scavate in collina per fronteggiare una pioggia impressionante (in media 250-270) di arrivi giornalieri di pazienti in pronto soccorso. Un Cardarelli in guerra, dunque, che resiste ma privo dell'appoggio dell'Ospedale del mare e in estenuante attesa delle truppe del vicino Cto.

Il contributo del gigante di Napoli est per le attività di emergenza in città è ancora del tutto marginale. A distanza di oltre due anni dalle prime inaugurazioni e dopo l'apertura degli avveniristici ambulatori e della radioterapia, nonostante i successivi traslochi, i tagli del nastro e i pezzi di attività messi in moto a singhiozzo in questo ultimo anno, le sconfinate corsie a Ponticelli sono ancora immerse in un limbo che non allevia per nulla la martellante routine dei principali ospedali cittadini dotati di pronto soccorso. Il ruolino di marcia per la definitiva apertura è slittato da aprile a maggio ma la strada è tutta in salita, irta di difficoltà organizzative. Clamorosi i ritardi accumulati dall'ufficio del personale della Asl Napoli 1 che, da un lato non è riuscito ancora a colmare le lacune dell'Ospedale del mare e dall'altro ha reso ancor più fragile l'offerta degli altri presidi in città. Un vero e proprio stillicidio di funzioni, reparti e personale. Un'idea per uscire dal tunnel sarebbe l'annessione al Cardarelli che da un lato alleggerirebbe subito il carico di quest'ultimo e dall'altro contaminerebbe proficuamente prassi e routine operative nell'area dell'emergenza che all'ospedale del mare non sono mai state ancora percorse.
 
La rete degli ospedali della Asl Napoli 1 è un quasi disastro: rimaneggiati, privi di uomini e mezzi, divaricati nelle funzioni, senza un ruolo chiaro rispetto a quanto disegnato nel Piano ospedaliero regionale, viaggiano a vista con una semplice regola di ingaggio: concentrare tutte le energie nei pronto soccorso. Così il lavoro più duro viene svolto dal Loreto Mare, dal Pellegrini, dal San Giovanni Bosco e dal San Paolo. Qui spesso, di fronte alla complessità dei malati, mancando pezzi di funzioni, adeguato personale, tecnologie, si preferisce trasferire. Tutto va al Cardarelli l'unico completo per assistere adeguatamente e in sicurezza i codici rossi.

Al Loreto Mare non ci sono più le unità di Neurochirurgia, Neurologia e Neurointerventistica, traslocate a fine anno a Ponticelli e che a giorni saranno seguite a ruota dall'emodinamica e dall'Utic (Unità di terapia intensiva coronarica). Ciò significa che i casi di infarti e ictus approdati in altri ospedali della Asl devono abdicare verso il Cardarelli. Ciò almeno fino a quando l'ospedale del mare non avrà un pronto soccorso vero aperto h 24. Bisogna poi sciogliere il nodo del polo materno infantile e pediatrico. Se lasciarlo all'ospedale del mare, dove inizialmente progettato ovvero investire nella ristrutturazione del Loreto trasferendovi la pediatria dell'Annunziata per realizzare ex novo un nido e una terapia intensiva neonatale. La realtà di oggi è fatta di decine di barelle nei reparti e un'offerta assistenziale incompleta.

Con la conversione del Loreto mare a polo materno infantile dovrebbe assumere il ruolo di un Dipartimento di emergenza di I livello potenziato per le discipline già presenti, alcune anche di ottimo livello (Chirurgia, medicina, neurochirurgia, neuroradiologia interventistica, emodinamica, cardiologia, ortopedia, chirurgia vascolare). In realtà oggi è un ospedale disastrato, l'unico della Asl Napoli 1 dove non esiste ancora il triage per codificare la gravità dei pazienti in arrivo al pronto soccorso, con forti carenze strutturali, in pronto soccorso che non si riesce a collaudare per infinite difficoltà tecniche, privo di personale al punto da non riuscire a coprire tutti i turni di molte discipline negli orari notturni e festivi. Al pronto soccorso impiega il personale del 118 per colmare la lacune. A giorni alterni il San Giovanni Bosco fa scattare il semaforo rosso alla rete del 118 per la totale saturazione della capacità ricettiva ordinaria e straordinaria con 17 barelle in area emergenza e 5 in Osservazione breve mancando anche le postazioni per accedere all'ossigeno.

Non va meglio all'ospedale San Paolo da mesi alle corde, a corto di anestesisti e chirurghi tanto da decretare la sospensione delle attività in sala operatoria non urgenti con un solo giorno a settimana dedicato alle operazioni urgenti ma differibili. Molti bravi medici specialisti di pronto soccorso, formati alla scuola di Ferdinando Schiraldi, sono stati assunti in altri ospedali lasciando sbilenca l'assistenza, orfana ancora della cardiologia (anche se dovrebbe ora essere trasferita dall'Ascalesi) depauperando quello che un tempo era un vero e proprio gioiello che ancora serve un bacino di utenza vastissimo, circa 250 mila abitanti, di popolosi quartieri come Soccavo, Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta. «A giorni - assicura Giuseppe Russo, responsabile dell'assistenza ospedaliera della Asl Napoli 1 - arriveranno al San Paolo un paio di chirurghi e due anestesisti. L'ultima emergenza è la completa saturazione degli 8 posti di rianimazione ormai perennemente occupati.

Il Vecchio Pellegrini è l'unico a poter contare su un nuovo pronto soccorso ma è rimaneggiato nell'offerta e non completo per le discipline previste per un Dea di I livello. Dovrebbe lavorare in tandem con gli Incurabili ma i trasferimenti non giovano ai soccorsi in urgenza.

L'Ascalesi non ha il pronto soccorso ed è destinato ad essere assorbito dal Pascale. Ma non per tutte le discipline. Restano in carico alla Asl il Laboratorio di Analisi e l'oncoematologia (trasferita un anno fa dal San Gennaro) che ora dovrebbe raggiungere gli Incurabili. Una parcellizzazione che ancora una volta disorienta il personale e provoca sprechi di risorse.

Il Cardarelli è l'unico ospedale completo per tutte le discipline, costituito da uomini e mezzi, professionalità, esperienze, capacità, numeri, tecnologie e routine che non hanno eguali in tutto il centro-sud. Sulle sue spalle ricade il peso dell'assistenza in pronto soccorso di tutta la città di Napoli ma anche di una consistente fetta per codici rossi provenienti dalle isole e soprattutto dalla provincia a Sud di Napoli. A Nord il filtro degli ospedali della Asl Napoli 2, sebbene a macchia di leopardo, inizia a configurarsi invece maniera più efficiente soprattutto a Pozzuoli. Da una settimana è stata inaugurato dal manager Ciro Verdoliva un nuovo sistema di smistamento rapido dei pazienti al superamento dei tetti di ricettività (e di barelle) in medicina e chirurgia d'urgenza e in osservazione breve. Un sistema che con alcuni aggiustamenti suggeriti dai sindacati, sembra funzionare contando sul serbatoio di circa mille posti letto su cui può contare l'ospedale.
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