Per le giovani famiglie di Materdei arriva una brutta notizia: l’edificio Casa della madre e del bambino Rocco Jemma, che attualmente ospita il nido comunale Rocco Jemma e il Plesso De Simone con la scuola dell’infanzia dell’Istituto comprensivo Fava-Gioia sarà demolito. I 4 milioni 763 mila euro di fondi Pnrr saranno utilizzati in toto per ricostruire da zero la struttura del 1940, che potrà ottenere l’adeguamento sismico.
Nel frattempo si apre un caso: per i circa 140 bimbi che frequentano nido e asilo si dovrà trovare una struttura adeguata, capiente e soprattutto non distante. A oggi però non c’è stata nessuna comunicazione, soprattutto in vista dell’avvio delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia che partiranno per le scuole dell’infanzia lunedì, mentre per il nido se ne parla a giugno.
«Finora l’amministrazione centrale non sa ancora dove trasferire i bambini attualmente iscritti e quelli che si iscriveranno per la prima volta. Pare non ci siano strutture pubbliche adeguate e si potrebbe dover ricorrere a spazi privati. Se così sarà, come istituzione avremo fallito» ammette Enrico Platone, consigliere del Partito per le persone e la comunità nella Municipalità 2. Oltre a questa scuola, anche altre quattro saranno demolite e ricostruite per lo stesso motivo. L’assessore all’istruzione Maura Striano non si sbottona su dove saranno allocati i bambini ma anticipa: «Ci riuniremo con i presidenti delle Municipalità coinvolte la settimana prossima e gli saranno proposti gli spazi considerati più idonei secondo la valutazione dei tecnici».
La facciata curva dell’edificio a due piani di via Appulo la conoscono tutti a Materdei. È una delle istituzioni comunali più antiche della città, a un piano ospita il nido con 54 piccini e a un altro il Plesso De Simone del Fava-Gioia con oltre 80 bambini della scuola dell’infanzia. «Circa 2-3 anni fa sono state eseguite verifiche sismiche, a conclusione delle quali è stata indicata come soluzione più idonea e vantaggiosa economicamente quella della demolizione e della ricostruzione» spiega l’architetto Alfonso Ghezzi, dirigente del Servizio Tecnico Scuole. «Vorrei sottolineare che l’edificio non è pericoloso o rischia di crollare, ma deve essere adeguato a normative precise in materia sismica. Grazie al Pnrr lo possiamo fare così come per altre scuole critiche già individuate, mentre su altri edifici basteranno interventi meno consistenti. Conserveremo comunque il progetto architettonico originario». Ghezzi precisa anche che «i temi di realizzazione sono dettati dal Pnrr cioè demolizione e ricostruzione entro due anni».
«Da settembre ho sottoposto in Municipalità la problematiche di una nuova sede per i circa 140 bambini del Rocco Jemma» racconta il consigliere Platone. «Presidente, commissari e l’assessore municipale si sono attivati immediatamente, ma a essere in ritardo è invece l’amministrazione centrale. Raccolgo le lamentele delle famiglie che ancora non sanno dove andranno a scuola l’anno prossimo i loro piccoli, e quelle di chi da lunedì dovrà iscrivere i propri figli all’asilo. I bambini non vanno abbandonati, devono essere una priorità». Oltre al Plesso De Simone ci sono altri 4 edifici scolastici da demolire e ricostruire: scuola dell’infanzia Ovidio Decroly ai Colli Aminei (1.803.400 euro), Plesso nido Chance del 48° Istituto comprensivo Madre Claudia Russo a Barra (2.432.288 euro), scuola dell’infanzia Villa Adele a Piscinola (1.222.887 euro) e Plesso infanzia Cassano dell’Istituto comprensivo 80° Berlinguer a Secondigliano (3.088.243 euro). «Non abbiamo comunicato ancora la nuova allocazione perché nei prossimi giorni mi vedrò con i presidenti delle varie municipalità per una valutazione sulle scelte fatte. Andremo a migliorare questi luoghi, bisogna solo avere un po’ di pazienza per la comunicazione ufficiale» conclude Striano.