Napoli, lo sgombero impossibile degli occupanti fantasma di via San Giovanni Maggiore Pignatelli

Napoli, lo sgombero impossibile degli occupanti fantasma di via San Giovanni Maggiore Pignatelli
di Pierluigi Frattasi
Venerdì 7 Settembre 2018, 11:00
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Abusi edilizi, case occupate, inquilini morosi, muri fatiscenti e corrosi dalle infiltrazioni. Lo storico edificio di via San Giovanni Maggiore Pignatelli numero 5, a pochi passi dalla chiesa di Santa Chiara al centro storico e di proprietà del Comune di Napoli, sembra ingestibile. Da 5 anni Palazzo San Giacomo prova a metterci ordine, ma invano. Gli appartamenti occupati illegittimamente non si riescono a sgomberare. Altri immobili che potrebbero essere assegnati a chi è legittimamente in graduatoria, invece, risultano vuoti. L'edificio è pieno di abusi edilizi. Le famiglie già sfrattate, anziché liberare gli alloggi, li stanno ristrutturando. Addirittura all'ultimo piano è stato aperto un varco in un muro portante per accedere al terrazzo del palazzo accanto che però è chiuso perché pericolante. Mentre nemmeno la polizia municipale riesce a mappare l'intera struttura, perché nel corso dei sopralluoghi molti inquilini non si fanno trovare. Una situazione paradossale che va avanti da 5 anni, da quando l'ex assessore al Patrimonio, Alessandro Fucito, oggi presidente del consiglio comunale, ha acceso i riflettori sull'immobile e oggi chiede di «mettere in regola tutto e assegnare le case libere». Ma, nonostante i blitz dei vigili e dell'antiabusivismo abbiano accertato numerose irregolarità, ancora non si riesce a trovare una quadra.
 
La vicenda è ricostruita nell'ultima relazione della Direzione centrale del Patrimonio alla polizia locale e agli uffici del 29 agosto. Il sopralluogo dei caschi bianchi, affiancati dai tecnici, nel palazzo risale allo scorso novembre, quasi un anno fa, quando fu riscontrato che «in 6 abitazioni erano stati rinvenuti lavori abusivi», denunciati poi alla magistratura. Anche il Comune ha avviato le relative istruttorie predisponendo gli ordini di ripristino dello stato dei luoghi, che però fino all'8 agosto scorso, come si evince dalle carte, non erano ancora stati notificati perché aspettavano la firma del dirigente. «A causa dell'assenza degli occupanti - precisa il dossier - per un numero indefinito di altre unità abitative, oltre alle 6 mappate, non è stato possibile procedere all'ispezione». Insomma, i vigili dovranno tornare. Una nota di sollecito del Patrimonio agli uffici del 24 luglio «a concludere i procedimenti avviati, ultimare le ispezioni e identificare gli occupanti rimasti», a fine agosto risulta «in gran parte priva di riscontro».

Intanto, l'edificio versa ancora in condizioni difficili. A diversi mesi da un altro sopralluogo fatto a inizio 2017, scrive l'assessorato al Patrimonio in una nota del 7 dicembre scorso, «è risultato evidente il cattivo stato dell'andito di ingresso dell'immobile in oggetto che, a detta di tutti i tecnici intervenuti, andava immediatamente puntellato per la salvaguardia dell'incolumità dei residenti e dei passanti». Un'attività che, secondo l'assessore, «va effettuata immediatamente. Si chiedono quindi lumi su «abusi, occupazioni abusive, morosità» rilevate nei sopralluoghi. Tra cui l'«aumento delle volumetrie, bagni abusivi, terrazzi che addirittura insistono su edifici adiacenti con apertura di luci su pareti portanti, famiglie che nonostante l'ordinanza di sgombero stanno eseguendo svariati lavori di ristrutturazione nell'alloggio da cui sono stati sgomberati e, non ultime, eventuali morosità».

Ma dopo sette mesi la situazione non sembra essere molto migliorata. Con una nota di luglio, il presidente del consiglio comunale Fucito chiede ancora agli uffici «se a seguito dei numerosi sopralluoghi si è pervenuti a definire una fotografia completa delle condizioni locative, manutentive, e dei numerosi abusi commessi nell'edificio, tra cui spicca l'apertura di una luce in un muro portante per permettere di usufruire del terrazzo di copertura dello stabile adiacente, il civico 4, che risulta inaccessibile in quanto pericolante». Ma a fine agosto la risposta è ancora negativa.
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