Napoli, lo Stadio Collana terreno di scontro: verso la revoca della concessione?

Oliva-Pagliara-Occhiuzzi
Oliva-Pagliara-Occhiuzzi
di Diego Scarpitti
Venerdì 23 Aprile 2021, 22:09
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«Collana nuovo stadio dello sport». E’ quanto si legge alle spalle dei relatori, intervenuti per «fare chiarezza sullo stato delle cose, onde evitare ulteriori speculazioni e dichiarazioni che non hanno fondamento». La tovaglia che ricopre il tavolo riporta l’effige con il volto bifronte della divinità romana. La conferenza stampa è stata indetta dal concessionario Giano, l’ultima risale a fine luglio 2020. Permane (ben visibile) la fase di stallo.

«Arrivano voci della revoca della concessione. Non ci fermeremo davanti alla politica. Attualmente i rapporti con la Regione Campania non sono idilliaci», spiega l’imprenditore Paolo Pagliara. «La Giano ha promesso di essere puntuale e veloce nei lavori», dichiara il costruttore. «Un anno e mezzo fa volevamo iniziare i lavori della tribuna ma in base al cronoprogramma regionale bisognava procedere congiuntamente. Non possiamo andare avanti senza l’autorizzazione regionale».

 

Le slides illustrate dall’architetto Alessandro Mussolino mostrano gli intervenenti effettuati nell’impianto, marcando la differenza tra il prima e il dopo. Immutato, però, lo stato dell’arte della piscina, del campo, delle tribune. «Il Collana deve essere l’orgoglio della città. Siamo subentrati dopo la sentenza del Consiglio di Sato. Lo stadio multidisciplinare versa in una situazione di transizione per poter dare conto di quanto fatto. Siamo al di fuori della politica e non abbiamo mai sottoscritto nessun accordo con partiti politici. Nessuno è stato avvicinato per reconditi fini. Abbiamo osservato un principio fondamentale: «Sport è libertà», tiene a precisare il professor Gennaro Ferrara.

Motiva la sua presenza Patrizio Oliva. «Intervengo insieme al mio socio Diego Occhiuzzi come rappresentante di Milleculure, che ha chiuso tempo fa un accordo con la Giano, per fare attività sportiva (pugilato e scherma). Rappresentiamo il nostro dispiacere, perché i ritardi dei lavori stanno danneggiando lo sport. La sedentarietà, il sovrappeso e la depressione i danni causati dal Covid-19 ai bambini.

Ci sono settori della nostra vita come lo sport, la ricerca medica, la sanità, la solidarietà, dove la politica non deve assolutamente entrare. Lo sport è fondamentale per il benessere delle persone», sottolinea con forza Oliva, che riprende un tema già discusso nel recente passato.

«Nella conferenza di luglio 2020 mi fu chiesto cosa pensassi in merito allo stato di abbandono del Collana», prosegue il pugile napoletano oro a Mosca 1980. «Risposi che dipendeva dalla mancanza di manutenzione e dalla responsabilità anche delle società che facevano parte del Collana», ribadisce. «Ad alcune manutenzioni avrebbe potuto provvedere la società stessa. Si aspettava sempre il Comune di Napoli. L’impianto è decaduto anche per questo motivo».

Si rinfocolano polemiche mai sopite del tutto. «Sandro Cuomo mi diede una stoccata non corretta. Mi scagliò contro tutte le società del Collana, dicendo che avrei addebitato la colpa alle società del Collana: omise «anche». Aspettavo una telefonata dall’amico Sandro Cuomo». Lo sciabolatore Diego Occhiuzzi, Monica degli Uberti, Nando Pellegrino, il tecnico Maurizio Marino sperano di ripartire in fretta, rispondendo alla richiesta crescente di sport da parte di ragazzi e famiglie dopo lockdown e zona rossa.

«Sono passati 500 giorni, abbiamo inviato 12 pec e un atto stragiudiziale nei confronti della Regione per inadempienze. Il commissario ad acta, Pasquale Manduca, non è mai venuto al Collana. Abbiamo fatto tutti gli interventi richiesti dalla Regione Campania e ad oggi veniamo continuamente attaccati. Ci difenderemo fino alla morte, pur di vedere l’impianto terminato in ogni sua parte. Il presidente Vincenzo De Luca venga al Collana per verificare gli interventi realizzati e i progetti futuri», lancia il suo appello Pagliara.

Acclarata la disponibilità della Regione Campania (ente proprietario dell’impianto vomerese), lo stadio Collana sarà centro vaccinale, merito dell’intesa tra Coni Campania e Giano. «Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ringraziato via mail il professore Gennaro Ferrara. Si attendono da Roma i vaccini per partire. Si può fare sport e utilizzare una parte dell’impianto per il centro vaccinale», conclude Pagliara.

Non manca la replica (a distanza) di Sandro Cuomo. «Se si vuole individuare un capro espiatorio per occultare le reali criticità della vicenda, sono disposto ad immolarmi, ma è evidente che Pagliara & company stanno puntando il dito contro la persona sbagliata. Il vero problema di questo stallo è l’atto aggiuntivo alla concessione, sulla cui legittimità ci siamo subito interrogati noi, ma più di noi la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza. Sono questi Enti, insieme alla Regione Campania, che ostacolano giustamente le procedure contenute nell’atto aggiuntivo in attesa di verificarne la legittimità, nonché l’osservanza degli adempimenti del concessionario e la rispondenza agli impegni assunti in sede di gara. Non abbiamo il potere di revocare la concessione alla Giano, altrimenti, nell’interesse pubblico, lo avremmo fatto già due anni fa», dichiara Cuomo nel comunicato stampa del Comitato Associazioni Collana.

«L’unica strada per restituire l’impianto alla città ed uscire da questa situazione di stallo è revocare la concessione al privato ed affidarlo all’Arsu, che potrà così finalmente ristrutturarlo con fondi pubblici e riassegnare gli spazi alle società del territorio, utilizzando l’autorità sportiva locale, ovvero il Coni».

Odissea del terzo millennio destinata a continuare. «Non vediamo altre strade per giustificare investimenti di denaro pubblico sul Collana. Se la Regione deciderà di revocare la concessione, sarà il vero, primo passo verso la luce per lo stadio e i vomeresi, altrimenti sarà stallo permanente, e non per colpa di Sandro Cuomo o delle società che rappresento, ma per colpa di chi ha violato le regole del gioco. Sarebbe come dare la colpa all’arbitro e non al giocatore che ha commesso il fallo». Difficile davvero scrivere la parola fine.

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