Napoli, Manfredi e De Laurentiis: «Rifaremo lo Stadio». Ma manca l'accordo sul canone

Napoli, Manfredi e De Laurentiis: «Rifaremo lo Stadio». Ma manca l'accordo sul canone
di Emiliano Caliendo
Lunedì 9 Maggio 2022, 21:15
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Una statua gigante raffigurante il piede sinistro di Diego Armando Maradona nel quartiere di Scampia. Questa l’idea dell’amico-manager del Pibe de Oro, Stefano Ceci, subito recepita dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e dal presidente della Ssc Napoli Aurelio De Laurentiis. L’occasione per parlarne è stata la cerimonia di consegna, in Sala della Giunta a Palazzo San Giacomo, rispettivamente al sindaco e al presidente azzurro, di una copia in miniatura della statua raffigurante Maradona già presente allo stadio – donata dallo stesso Ceci – e di un calco in oro del piede sinistro del più forte calciatore della storia.

«La statua campeggerà per una lunghezza di nove metri, ed un’altezza di cinque più piedistallo, in mezzo ad una piazza simbolo di un riscatto cui chiunque può ambire ad avere nella vita», ha annunciato con orgoglio De Laurentiis. Manfredi ha così spiegato la scelta della collocazione a Scampia: «Maradona è un grande patrimonio della nostra città e del calcio mondiale. Diego ha dimostrato che è possibile vincere grazie allo sport, emergendo da una realtà povera, grazie al suo talento. Pensiamo di collocarla a Scampia perché è un quartiere che nell’immaginario collettivo ha rappresentato il luogo delle maggiori difficoltà della città. E devo dire che non lo è, conoscendo il valore e l’impegno dei suoi abitanti. Un luogo in cui onorare il ricordo di Maradona, sottolineando il senso del riscatto che Diego incarnava e di cui la città e le persone hanno bisogno». Un’altra statua di Maradona, quest’ultima realizzata dall’artista Domenico Sepe, e inaugurata a novembre fuori lo stadio che porta il nome del fuoriclasse argentino, per poi essere rimossa in attesa di alcuni permessi amministrativi, sarà installata invece a breve. La tempistica dipenderà dal Genio Civile che dovrà dare il nulla osta per l’inizio dei lavori.

Il dialogo tra il primo cittadino e il patron azzurro, comunque, si è focalizzato soprattutto sul tema stadio. «Con il sindaco – spiega De Laurentiis - ci confrontiamo da prima della sua elezione. Per decidere bisogna essere in pochi, massimo in due, dello stadio se ne interessa lui in prima persona e io non ho invaso il suo campo d’azione. In questa città un sindaco ha bisogno di almeno sette o otto mesi per capire il casino di Napoli, che è come una piovra che ti risucchia dopo decenni di non-fare. Lo stadio lo rimetteremo a posto, diventerà bellissimo, ma dobbiamo studiare tutte le problematiche collaterali per farlo funzionare: servizi, trasporti, viabilità, far vivere una struttura sette giorni su sette. Ma serve tempo, non abbiamo la bacchetta magica» ha proseguito ADL. «È vero che – insiste De Laurentiis - in Inghilterra ci sono gli stadi migliori al mondo e c'è una legge che ha messo fuori causa gli hooligan, ma qui con 'Ndrangheta e Camorra è quindi più difficile agire». Lo segue a ruota Manfredi che informa della comune volontà di amministrazione e club di riqualificare lo stadio e quanto vi è intorno: «Avere un impianto che risponda alle esigenze degli spettatori è chiaramente un obiettivo. Abbiamo da un lato il vincolo della monumentalità dello stadio che dobbiamo preservare, dall’altro bisogna considerare che si trova al centro di uno dei quartieri più popolari della città. La volontà politica di donare a Napoli uno stadio moderno c’è». L’ex rettore, da buon ingegnere, fa però dei distinguo di natura tecnica: «Dobbiamo capire la fattibilità tecnica ed economica: bisogna sedersi attorno a un tavolo, chiamando tecnici competenti e di grande livello. Per quanto riguarda le risorse andrà fatto un piano economico. Molto dipende dalla formula che si adotterà: se quella di Milano per San Siro o quella di altre sedi. Servirà un investimento sia pubblico che privato».

 

Nel corso della conferenza stampa Manfredi non si lascia andare a promesse mirabolanti, conscio delle difficoltà da affrontare per donare alla città uno stadio all’altezza: «Dobbiamo partire dalle cose concrete. Si può fare o meno? C’è la possibilità di farlo e c’è la volontà da parte di amministrazione. E credo anche della società. Ragioniamo, quindi, su come procedere. Con le parole non si è mai costruito niente». Il presidente del Napoli a quel punto gli ricorda che lui al progetto di un restyling dell’ex San Paolo, o addirittura di un impianto completamente nuovo, già lavora da tempo. «Dodici anni fa – puntualizza ADL - a Milano già progettavamo lo stadio, qualche anno fa abbiamo portato avanti il progetto con le stesse persone che si sono occupate dello Juventus Stadium, ma non siamo riusciti a portarlo avanti. Questa città andrebbe ricostruita in maniera funzionale, perché ha possibilità uniche».

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Tra sorrisi e buone intenzioni, però, è ancora lungi dal risolversi il contenzioso tra Comune e Società sul mancato versamento del canone di locazione per l’utilizzo dello Stadio Maradona. Da quando è entrata in vigore la nuova convenzione nel 2019 il debito maturato ammonta a 3 milioni e 409mila euro, per cui la Ssc Napoli, come scritto dall’edizione cartacea del Mattino nel mese di gennaio, ha chiesto di avvalersi del decreto Rilancio per la rinegoziazione. «C’è un dialogo con la società sulla questione dei canoni che sono legati alla vicenda covid. Si tratta di un tema nazionale dovuto ai minori introiti delle società di calcio durante la pandemia. Stiamo facendo una valutazione tecnica di quali sono le soluzioni migliori», sono state le parole, cautamente ottimiste, del sindaco a riguardo. Di diverso parere il patron azzurro: «Non mi risulta di essere in debito con l'amministrazione. Siamo noi che dobbiamo ricevere dei soldi dal Comune». 

A conclusione del primo “Maradona day” da sindaco del prof. Manfredi, non è mancata una dichiarazione anche sulla pallacanestro, in particolare sul destino della Virtus Piscinola che rischia di ritrovarsi senza la tendostruttura di proprietà comunale. «La questione della Virtus la sta seguendo l’assessore Ferrante. È stato fatto questo bando su cui c’è una diatriba interpretativa circa la possibilità che possa parteciparvi o meno.

La nostra intenzione è quella di tutelare la preesistenza della Virtus Piscinola in quella sede, fermo restando che abbiamo la necessità di una gara pubblica. Questo è un vincolo che abbiamo. Gli uffici – ha concluso Manfredi - stanno facendo una valutazione insieme all’assessore poi decideremo».

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