Svincoli come discariche: è caos competenze tra Comuni, Provincia e Città metropolitana

Svincoli come discariche: è caos competenze tra Comuni, Provincia e Città metropolitana
di Paola Perez
Lunedì 8 Ottobre 2018, 10:30
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Montagne di rifiuti speciali e quindi potenzialmente tossici, continuano a ingombrare gli svincoli della Circumvallazione Esterna da e per Casoria. Le tratte sono chiuse da giorni, su ordine della Polizia provinciale, per rischio salute e incidenti; un fascicolo è stato trasmesso alla Procura di Napoli Nord; una città da 77mila abitanti deve fare a meno di una strada a scorrimento veloce per il capoluogo; e chi abita nei pressi delle rampe può quasi toccare con mano mobili, elettrodomestici, materiali edili, oli e vernici. La bonifica? Paralizzata dalla burocrazia. Perché questi svincoli, come quasi tutti gli svincoli delle strade provinciali e statali, non si sa mai troppo bene a chi appartengano. Così diventano terra di nessuno, o meglio, terra di conquista per chiunque voglia sversare veleni nella certezza che non esiste un controllore.
 
Il caso della Circumvallazione non fa eccezione, anzi, sembra pure più ingarbugliato. Dopo il sequestro delle aree inquinate, con ordine di messa in sicurezza, si è fiondato sul posto un funzionario della Città metropolitana (ex Provincia), convinto di rappresentare l'ente competente. E invece no. Aperte le planimetrie, si è scoperto che gli svincoli non appartengono alla Strada provinciale. Saranno allora del Comune di Casoria, visto che ci passano in mezzo? Nemmeno. In realtà dovrebbero essere di competenza del Comune di Napoli in quanto tratte della Provinciale (ma esterne ad essa) che collegano l'hinterland con il capoluogo. E così adesso l'incartamento è negli uffici del Settore Viabilità del municipio di Napoli, dove verrà esaminato. Trovato l'ente responsabile, bisogna chiedere il dissequestro per la bonifica. E la montagna di spazzatura intanto resta lì, in attesa di decisioni sul suo futuro.

«Il balletto di competenze è il vero nodo che impedisce di affrontare in maniera decisa il problema dello sversamento illegale sulle strade - commenta l'infettivologa Maria Triassi, direttore del dipartimento di prevenzione, igiene e sanità pubblica dell'Università Federico II - i signori dell'ecomafia hanno trovato una maniera semplice per liberarsi dei materiali tossici. Basta scaricarli su svincoli, rampe e cavalcavia, là dove le responsabilità non sono chiare. Per fermarli servono telecamere e multe, serve una squadra di ispettori sul campo. Ma dove non si individua un ente di riferimento, chi dovrebbe installare la videosorveglianza o fare verbali?». Ed ecco che si arriva, come la definisce Triassi, all'«immondiziazione» del territorio. «Un tempo c'erano le grandi discariche abusive, bombe ecologiche gigantesche ma limitate a una porzione del territorio. Oggi è diverso. Oggi ci sono migliaia di mini-discariche, tutte a bordo strada. Il pericolo è forse più diluito ma viene sparso a tappeto».

Il pericolo: cosa vuol dire vivere a due passi da una montagna di spazzatura come quella del Circumvallazione Esterna? «Ci sono vari livelli di rischio, il più consistente è quello ambientale - continua Triassi - l'esempio tipico è il frigorifero usato, perché rilascia sostanze utili a manutenere il freddo, come i fluorocarburi, che creano un effetto serra. Ci sono veleni, poi, che vengono assorbiti dal terreno, finiscono nelle falde acquifere e di qui nei campi coltivati».

E poi c'è l'amianto. Presenza confermata da un primo esame della Polizia provinciale sulla spazzatura degli svincoli. «Con l'amianto passiamo al rischio per la salute umana. Un rischio altissimo di tumore, se la sostanza viene liberata da strutture danneggiate». La rimozione è un'operazione costosa, servono ditte e personale specializzato, serve una discarica su misura per lo smaltimento finale. Costi imponenti che i Comuni - se competenti e tenuti alla bonifica - sostengono con fatica. Ma entro quanto tempo, una volta individuato, l'amianto dovrebbe essere tolto da una pubblica strada per limitare i danni? «Entro quanto? Ad horas».
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