Napoli, ecco gazebo e tavolini davanti al San Carlo. Monta la protesta: «Sfregio alla città»

Napoli, ecco gazebo e tavolini davanti al San Carlo. Monta la protesta: «Sfregio alla città»
di Paolo Barbuto
Lunedì 31 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 1 Novembre, 10:10
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Lavori in corso nella piazzetta che separa il San Carlo da Palazzo Reale, come anticipato a metà settembre dal Mattino vengono montati imponenti gazebo che saranno al servizio del bar del Massimo napoletano. I lavori in corso hanno catalizzato l’attenzione: in molti si sono detti soddisfatti dell’arretramento delle auto parcheggiate in quel luogo, tanti altri si sono indignati per la realizzazione di un’ampia area con sedie e tavolini in un luogo della Napoli storica. A scanso di equivoci va chiarito immediatamente che si tratta di un’operazione realizzata alla piena luce del sole per la quale sono stati richiesti, e ottenuti, tutti i permessi, e che ha avuto anche il definitivo placet della Sovrintendenza: insomma, nessuna ombra sull’intervento che potrà anche essere divisivo, ma è realizzato nel totale rispetto delle norme.

Il lavoro in corso nell’ansa del Teatro San Carlo che affaccia su piazza Trieste e Trento, rientra nell’ambito del programma «adotta una strada» che consente ad ogni cittadino di assumersi l’onere di riportare il decoro in strade o piazze che necessitano di essere tutelate.

La proposta di adottare l’ampia area della piazzetta (quattrocento metri quadri dei settecento totali dello slargo) è stata presentata dal gestore del bar del Teatro San Carlo prima dell’estate. Palazzo San Giacomo l’ha verificata e l’ha accettata con tanto di approvazione del sindaco Gaetano Manfredi, poi il progetto è passato al vaglio della Sovrintendenza che ha dato parere favorevole ad ogni dettaglio, compresa la realizzazione dei gazebo, infine è stata convocata una conferenza dei servizi durante la quale è stato richiesto il parere dei servizi comunali “Demanio e Patrimonio”, “Pianificazione Urbanistica”, “Igiene”, “Viabilità e Traffico”, non ha risposto solo la Municipalità e il silenzio è stato inteso come parere favorevole. 

La richiesta di adozione prevede l’assegnazione di 400 metri quadri per installare fioriere, panchine, dissuasori per le automobili e, soprattutto, due enormi gazebo per ospitare sedie, tavolini e clienti del bar.

Per i dehors vengono utilizzati quasi 120 metri quadri di spazio: ognuna delle due strutture ha un’altezza di 2,40 metri e misura 7 x 8,40 metri, per i quali il bar pagherà regolarmente l’occupazione del suolo.

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I primi segnali di protesta sono giunti da Pino de Stasio, consigliere alla seconda municipalità che, pur trovandosi al di fuori del suo territorio di competenza, ha deciso di intervenire: «non si può consentire che un luogo al centro fra Palazzo Reale, teatro San Carlo e piazza Trieste e Trento vengano realizzati gazebo che offendono la vista e nascondono la città. Sto preparando un appello: so che c’è il placet della Sovrintendenza ma chiederò un intervento diretto del Ministero affinché questo sconcio venga eliminato».

Severo anche Francesco de Giovanni, ex presidente della prima municipalità e oggi consigliere di opposizione: «Dai documenti ufficiali emerge che la Municipalità, interpellata dal Comune per il parere, non si è degnata neanche di rispondere, e questo è grave. Quel silenzio è inteso come parere favorevole, e allora delle due l’una: o il presidente è distratto o non si assume le sue responsabilità. Comunque sulla questione delle occupazioni di suolo questa amministrazione comunale è disastrosa quanto la precedente. Nessuno che si assuma la responsabilità di mettere finalmente ordine in questo settore. Una vergogna». 

Giovanna Mazzone, presidente municipale, è intervenuta sul tema: «Il nostro parere non sarebbe stato vincolante perciò ci siamo astenuti. Adesso, però, intendiamo prendere una posizione decisa: d’accordo al mantenimento dei gazebo, ma si riporti il decoro in tutta l’area. Via tutte le auto che parcheggiano a qualsiasi titolo, si creino panchine e zone dedicate ai visitatori, anche a chi non vuole per forza sedere al bar. Se il progetto sarà completato in questa maniera lo sosterremo, altrimenti daremo battaglia: essere della stessa matrice politica dell’amministrazione centrale non significa accettare supinamente ogni decisione».

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