Inverno, boom di turisti a Napoli ma strutture chiuse: «Manca il personale»

L'Unione Industriali: occupazione al 50 per cento con il 30 per cento in meno di dipendenti

Napoli piena di turisti anche a febbraio
Napoli piena di turisti anche a febbraio
di Gennaro Di Biase
Giovedì 9 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 12:00
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«Mi scusi, c’è posto per quattro?», chiede in inglese un turista statunitense sulla trentina indicando i tavoli vuoti del ristorante. La richiesta viene fatta con un sorriso, come se fosse quasi superflua. Tanto che l’uomo e le tre amiche che lo accompagnano si avviano già verso le sedie. Ma la risposta li spiazza: «No, mi dispiace - replica il cameriere - la cucina sta per chiudere e stasera lavoriamo solo su prenotazione». 

Sono passate da poco le 21 di venerdì 3 febbraio e la scena è ambientata a Sorrento, in uno dei pochi ristoranti aperti. «I see tables free» («vedo i tavoli liberi»), osserva il turista. «Sorry, stiamo chiudendo», conclude il dipendente dell’attività. L’americano guarda le tre compagne. Quindi sospira, fa spallucce e rinuncia alla cena. Dialoghi del genere sono all’ordine del giorno in queste settimane. I visitatori ci sono. I servizi e l’offerta meno. A confermarlo è un report del settore Turismo dell’Unione Industriali di Napoli: la carenza di personale è grave, in questa fase. Non solo per l’incoming, ma anche per l’outgoing, come denunciato da Adv Unite, associazione delle agenzie di viaggio. La questione riguarda da vicino la buona riuscita della destagionalizzazione, traguardo decisivo se si vuole trasformare definitivamente Partenope in una capitale del turismo europeo, al livello di Roma, Parigi o Barcellona. Per mettere a frutto gli arrivi, in sostanza, servirà «trovare un equilibrio nel mercato del lavoro», a oggi ostacolato dal «reddito di cittadinanza». 

Il bimestre gennaio-febbraio 2023 è una bassa stagione turistica ben più alta del solito, stando alle cifre dell’incoming e delle presenze dei vacanzieri che attualmente hanno scelto Napoli e provincia. Questo il dato arrivato dall’Unione Industriali, che parla di un flusso di arrivi - confermato anche dai numeri forniti dallo scalo di Capodichino - che si aggira tra il 10 e il 20% in più rispetto al primo bimestre del 2019 (ultimo anno pre-Covid). La destagionalizzazione del turismo, insomma, ha avuto successo al momento nella domanda, ma zoppica nell’offerta. Non a caso, sempre stando al report della sezione Turismo dell’Unione Industriali, «l’occupazione camere negli alberghi tra Partenope e dintorni è del 50%», ma «manca il 30% in media del fabbisogno di personale per ogni attività di Napoli». A mancare, in particolare sono «ragazzi nella fascia dai venti ai quaranta anni con preparazione ed esperienza». Le cause dell’inoccupazione sono da ricercare, in particolare, nel «reddito di cittadinanza» e nella «ricerca di un equilibrio tra domanda e offerta». In sostanza, «centinaia di strutture stanno lavorando a regime ridotto». Come il sopracitato ristorante di Sorrento. Tante attività, ricettive o di ristorazione si ritrovano sotto organico. Altre - una minoranza - hanno addirittura rinunciato ad aprire, e si ritrovano in uno stand-by forzato.  Su queste premesse, la preoccupazione dell’Unione Industriali si estende anche «ai prossimi mesi e in vista di Pasqua, il 9 aprile. Più turisti ma pochi dipendenti e indotto in fumo. La destagionalizzazione del turismo - obiettivo dichiaratamente inseguito da Regione e Comune negli ultimi mesi - è in bilico. E sarà messa ancor più a rischio se non si troverà in fretta un compromesso tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Il discorso vale non solo per l’accoglienza, ma anche per i servizi che riguardano le partenze. «C’è una carenza di personale importantissima nelle agenzie di viaggio - denuncia Cesare Foà, presidente di Adv Unite Aidit (Associazione industria del turismo italiana legata a Confindustria) - Le attività sono sottodimensionate, e questo si riverbera sui tempi di risposta che diamo ai clienti. Come mai? Incidono i pensionamenti, i tanti cambi di settori lavorativi. E poi, soprattutto, c’è il reddito di cittadinanza: ostacolo al reperimento di risorse. Cerchiamo solo di offrire lavoro: pagheremmo 1200 euro netti per 14 mesi, più extra. Eppure, il 40% delle 350 agenzie di viaggio tra Napoli e provincia soffre di carenza di personale.
Parliamo di 200 posti di lavoro che non riescono a essere occupati. Questo è un periodo caldo per le agenzie di viaggio, c’è una grande domanda di partenze, ma non riusciamo a sostenerla come dovremmo. Registriamo un 20% in più di turisti rispetto a febbraio 2019. Nel post-Covid, oltretutto, le polizze di annullamento sono all’ordine del giorno e le normative cambiano di continuo in funzione dei paesi in crisi sanitaria. Per risolvere il problema, abbiamo chiesto anche ai licei professionali del Turismo di fornirci elenchi di ragazzi diplomati, ma questa strada non ci ha portato a nulla. Siamo stati ostacolati da burocrazia e reddito. I tagli al sussidio annunciati dal governo potrebbero costituire un calmiere all’inoccupazione». 

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