«Sono l’ultimo operaio di via Marina, l’ultimo rimasto a vigilare su un cantiere in decadenza e senza nessuna speranza per il futuro». Luigi Di Gennaro racconta così la sua storia. Una storia che inizia quattro anni fa quando i primi operai e le prime ruspe cominciarono a rimodellare l’area del cantiere che oggi tutti conosciamo.
Erano quasi in settanta i lavoratori impiegati nel progetto di riqualificazione. Progetto che poi è naufragato trascinando con sé tutti gli operai. Tutti tranne uno. Luigi, infatti, è rimasto a vegliare su un cantiere fantasma. Su una zona ancora delimitata dalle grate e dalle transenne che ne impediscono l’accesso, un'area più simile a una zona di guerra che a un cantiere.
«Eravamo una settantina di persone - afferma - e ora sono rimasto da solo, a fare da custode in piazza Duca Degli Abruzzi. Siamo stati completamente abbandonati e non sappiamo come faremo per riavere i nostri soldi. Io ad esempio, devo ancora ricevere dieci mensilità di stipendio arretrati. Da qui a San Giovanni la situazione è critica perché il cantiere è abbandonato a se stesso. Non sono state realizzate le rotaie, mancano i marciapiedi e ci sono diversi problemi legati alla rete fognaria. I nuovi operai entreranno all’opera e io sarò ancora qui a guardare da lontano e in silenzio un cantiere che ho fatto nascere e di cui non riesco a vedere la fine».