Villaggio olimpico, braccio di ferro sull'ippodromo di Agnano

Villaggio olimpico, braccio di ferro sull'ippodromo di Agnano
di Fulvio Scarlata
Domenica 27 Maggio 2018, 08:30
3 Minuti di Lettura
Si complica la possibile soluzione dell'ippodromo per il villaggio olimpico delle Universiadi: nei giorni scorsi un sopralluogo di una delegazione regionale guidata da Edoardo Cosenza, presidente dell'Ordine degli Ingegneri, ad Agnano ha rilevato più problemi che soluzioni. La ricerca di una sistemazione per gli atleti di Napoli 2019 alternativa a quella delle casette nella Mostra d'Oltremare va avanti in modo informale e con grandi difficoltà. Per l'ippodromo, poi, c'è il poco entusiasmo dei gestori dell'impianto, la «Ippodromi Partenopei», che, se il sito viene coinvolto per le Universiadi, vedono messe a rischio le loro normali attività.

La questione del villaggio per Napoli 2019 diventa rovente. La scelta di sistemare le casette per 7200 atleti nella Mostra d'Oltremare ha suscitato un coro di critiche di quanti ritengono che il sito di interesse storico, architettonico, archeologico, paesaggistico rischia di essere irrimediabilmente deturpato con i moduli abitativi e con i lavori connessi. A osteggiare apertamente questa opzione c'è anche il presidente della Regione che ha più volte espresso la sua preoccupazione ritenendo che la soluzione serva solo a sanare i conti della Mostra. È stato lo stesso Vincenzo De Luca, inoltre, a indicare come possibile soluzione alternativa la sistemazione all'ippodromo.
 
Così nei giorni scorsi una delegazione regionale, guidata dal preside della facoltà di Ingegneria della Federico Secondo, anche lui strenuo oppositore della soluzione del villaggio olimpico nella Mostra, ha fatto un sopralluogo informale ad Agnano. Subito è stata scartata l'ipotesi che sembrava più semplice: sistemare le casette nel parcheggio della struttura perché questo significa il blocco totale delle attività dell'ippodromo visto che l'area di sosta è proprio davanti l'ingresso dell'impianto. Per questo si è valutato di posizionare le casette nell'area di allenamento dei cavalli per il trotto e il galoppo, il che comporta, ovviamente, fermare gli allenamenti per 4-6 mesi con conseguente malcontento degli allevatori «che potrebbero - dice qualcuno ad Agnano - far trovare i cavalli dentro le casette». Il problema più importante, però, è la mancanza di sottoservizi: in pochi mesi si dovrebbero realizzare le fogne per 7mila atleti, un ostacolo difficilmente superabile.

C'è poi una questione più generale. L'ippodromo di Agnano è l'unico considerato strategico a livello nazionale, dopo che la Ippodromi Partenopei lo ha salvato dal fallimento rilanciandolo al punto che un quarto delle scommesse sull'ippica in Italia vengono raccolte a Napoli. Anche l'iter burocratico è particolarmente complesso, visto che per una delle astruserie amministrative made in Italy, l'impianto viene normato sia dal ministero dell'Agricoltura che da quello per le Finanze. Entrambi i ministeri, dunque, dovrebbero essere coinvolti per qualsiasi scelta che riguarda Agnano, per di più in un momento di vacatio legata al varo del nuovo governo.

«Noi vogliamo dare la massima collaborazione - dice Pier Luigi D'Angelo, presidente di Ippodromi Partenopei - però non si può vanificare il nostro lavoro per il rilancio di Agnano. E, se si decide di mettere qui i moduli abitativi, vogliamo certezze per quanto riguarda la messa in sicurezza e il ripristino dei luoghi dopo che il villaggio verrà chiuso». Nessuno lo dice apertamente, aleggia, però, anche il timore che il villaggio olimpico diventi successivamente un villaggio per i rom decretando il definitivo declino di Agnano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA