Università L'Orientale, il caso della free tax area: «Mancano due milioni»

Università L'Orientale, il caso della free tax area: «Mancano due milioni»
di Giovanni Rinaldi
Sabato 2 Giugno 2018, 08:30 - Ultimo agg. 10:44
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Dopo l'applicazione della «no tax area» tutte le università hanno dovuto rimodulare il loro sistema di tassazione, l'Orientale però lo ha dovuto fare due volte in due anni scatenando la protesta degli studenti.

Mercoledì scorso infatti, durante il Cda che all'ordine del giorno aveva tra le varie voci anche l'innalzamento delle quote d'iscrizione per il prossimo anno accademico 2018/2019, il rettorato è stato occupato da una delegazione di circa 40 studenti che hanno interrotto la riunione. Dopo qualche minuto di sconcerto e di confronto tra le parti il consiglio ha ripreso però le sue attività. Lo scopo, ovviamente, era quello di cercare di evitare un nuovo innalzamento delle tasse, ma l'estremo tentativo è stato vano e la decisione è stata presa e sarà operativa già per le iscrizioni del prossimo anno.
 
Al momento il Cda ha varato solo alcuni principi generali che nelle prossime settimane dovranno tramutarsi in regole precise che individueranno nuove fasce reddituali e nuovi profili accademici degli studenti che saranno oggetto degli aumenti. Nel dettaglio, una delle poche cose certe, è che per l'annualità 2017/2018 era stato calcolato un buco da un milione di euro per far fronte alla voragine creata dalla no tax area che invece, a conti fatti, si è rivelato il doppio. Due milioni in meno che sono stati solo in parte coperti dal primo aumento targato 2017. Da qui la necessità di recuperare per il prossimo anno un altro milione e lo si è pensato di fare chiedendo uno sforzo maggiore a chi supera redditi per cinquantamila euro e non è in regola con gli esami della sua annualità. Chi rientrerà in questi parametri, nel 2019 subirà impennate anche del 50% del proprio bollettino d'iscrizione. Una bella mazzata, anche se comunque contenuta rispetto alle medie nazionali.

La tassa massima, infatti, fin'ra prevista dal sistema d'iscrizione dell'Orientale è di 1261 euro, che con i nuovi criteri potrà toccare fino a 1885 euro. Seicento euro di aumento da un anno all'altro per i casi limite, una media invece di trecento euro che dovrebbe alleggerire le tasche di circa il 15% degli iscritti. Circostanza questa che non è piaciuta agli studenti che hanno quindi deciso di irrompere nella sala del Cda di via Chiatamone.

«Aumentare le tasse per il secondo anno consecutivo non ci trova assolutamente d'accordo spiega Gennaro Piccirillo, coordinatore di Link, l'organizzazione studentesca che siede in tutti gli organi dell'ateneo -. Già è stato difficile ingoiare l'innalzamento del 2017, ma questo del 2018 davvero non ce lo aspettavamo. Ma i numeri in negativo parlano chiaro. Non si sa per quale motivo, forse una previsione sbagliata dei mancati incassi per la no tax area, oppure un maggiore numero d'iscritti con redditi bassi, fatto sta che ora l'università corre ai ripari per coprire un buco che non si aspettava. La cosa drammatica è che siamo noi studenti che dobbiamo mettere mano alla tasca e non lo Stato che, invece, dovrebbe foraggiare gli atenei per garantire il diritto allo studio».

«Abbiamo quindi deciso di irrompere durante il Cda per dare il segnale forte del nostro disappunto e avanzare delle richieste per evitare altri aumenti in futuro. Durante l'incontro, dopo aver preso atto che non c'era nulla da fare per evitare gli aumenti, abbiamo infatti chiesto alla rettrice Elda Morlicchio di farsi portavoce in sede Crui e quindi poi anche col Ministero, del profondo malessere che provano gli studenti del sud e quelli napoletani in particolare. È una grandissima ingiustizia, infatti, che lo stato decida di istituire una no tax area senza poi finanziarla e lasciare che siano gli studenti meno meritevoli o più abbienti a sostenerla. Così le riforme le sanno fare tutti, noi siamo da sempre per una università gratuita per tutti. Anche la rettrice, secondo noi, è una vittima di questo sistema ingiusto ed è costretta ad alzare la tassazione non per sua volontà ma perché deve far fronte ad un ammanco di cassa che in ogni caso si ripercuoterebbe sulla qualità dell'istruzione garantito all'Orientale».
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