Via Marina, altro no: la fuga delle imprese dal cantiere eterno

Via Marina, altro no: la fuga delle imprese dal cantiere eterno
di Pierluigi Frattasi
Sabato 1 Dicembre 2018, 08:00
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L'odissea di via Marina continua. Anche la quarta ditta interpellata dice no al Comune. Ieri mattina l'associazione di imprese Integra-Iterga, dopo accurate verifiche, ha comunicato al Municipio la propria «indisponibilità a proseguire i lavori». «Tempi troppo stretti per completare e consegnare l'opera completa entro il 31 marzo prossimo», termine ultimo per il collaudo e per la rendicontazione dei fondi europei. Questo il motivo principale che ha portato, per la terza volta in cinque mesi, a una decisione negativa, dopo il niet di Romeo, a luglio, e di Infratech tre settimane fa. Il Consorzio capitanato da Integra ha impegnato le ultime due settimane nello studio delle carte, conducendo una valutazione attenta sulle tipologie dei lavori da eseguire, portando avanti anche un'accurata indagine di mercato sulla disponibilità dei materiali, mettendo in campo scenari e cronoprogrammi per verificare se la cosa fosse fattibile o meno. Ma alla fine i risultati sono stati negativi. Adesso purtroppo per il Comune la strada è ancora più in salita.
 
Nella graduatoria del 2015, la prossima ditta in lista è l'Ati guidata dalla Milano Costruzioni Srl, in associazione con Aet Srl e Item Srl, che all'epoca aveva presentato un'offerta economica da 17,9 milioni per 385 giorni di lavori. Secondo la normativa, però, in caso di scorrimento chi subentra nell'appalto lo fa agli stessi costi e condizioni della prima aggiudicataria. A complicare le cose, inoltre, la società mandataria Milano Costruzioni, al momento, vive una delicata situazione, trovandosi in fase di concordato preventivo. L'azienda ieri non si è sbilanciata sul possibile esito e prima di rilasciare dichiarazioni in proposito attende di ricevere l'eventuale proposta dal Comune. Se anche la Milano dovesse dire no, quindi, la palla potrebbe passare alla sesta ditta in lista, l'Ati Cogepa - Paco, altra azienda italiana leader del settore dell'edilizia. Massima cautela sul punto anche da parte della Pacifico Costruzioni. «Non ci è arrivata alcuna comunicazione in proposito - spiega il costruttore Andrea Pacifico - Certamente, se dovesse arrivarci, valuteremo la possibilità di realizzare o meno l'opera. È chiaro che se possiamo essere utili alla città, ne siamo felici. Ma sarebbe prematura qualsiasi valutazione prima di essere chiamati. Anche a quel punto andrebbero poi studiate le carte con gli uffici tecnici, prima di poter esprimere qualsiasi giudizio».

«Continueremo lo scorrimento della graduatoria - commenta l'assessore alle Opere Pubbliche, Mario Calabrese - con la quinta e la sesta ditta». Dopodiché che farà il Comune in caso di esito negativo? «Concludiamo prima lo scorrimento, poi vedremo. Il tempo stringe e prevediamo di chiudere questa fase nel giro di un paio di settimane. Dopo avremo varie possibilità in campo. L'amministrazione ha combattuto molto per realizzare quest'opera che la città attendeva da tempo. È stato terminato gran parte del lavoro e vogliamo chiudere presto questa partita. Di certo l'Ati vincitrice dell'appalto che abbiamo dovuto allontanare per varie inadempienze ha provocato un grave danno alla città». «Auspichiamo - spiega Massimo Sannino (Filca Cisl) - che questa storia possa concludersi presto nel migliore dei modi. Via Marina è un'opera importante e va consegnata al più presto alla città. Speriamo che anche le vertenze sindacali degli operai ancora in piedi possano trovare una soluzione positiva, in collaborazione con il Comune di Napoli».

A pesare, insomma, resta lo scoglio del tempo. La clessidra ormai è agli sgoccioli. Dal punto di vista tecnico, anche il semplice scorrimento della graduatoria e l'interpello alle prossime ditte porterà via altri giorni preziosi per studiare le carte, valutare le ipotesi, sondare i fornitori. Senza contare i tempi tecnici per riavviare il cantiere, avere la consegna delle aree, reclutare gli operai e i tecnici e far ripartire le ruspe. Lavorando anche a Natale e sperando di avere pochi giorni di pioggia, il tempo a disposizione sembra davvero poco. Per il Comune, dall'altro lato, c'è il rischio che senza una proroga dall'Unione europea si possa essere costretti a dover restituire a Bruxelles i fondi già spesi, pari ad oltre 11 milioni.

Si fa sempre più concreta a questo punto una soluzione alternativa. L'ipotesi sarebbe di ridurre l'opera agli interventi strettamente necessari a garantirne la funzionalità: far passare i tram, terminare le fondazioni, mettere gli ultimi pali della luce, la messa in sicurezza delle rotonde. E poi rimandare il completamento delle parti mancanti del progetto utilizzando fondi che non scadano a marzo 2019, attraverso una nuova gara. Un'ipotesi che richiede però l'ok della Regione.
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