Napoli zona gialla, i timori di Chiaia: ​«Si vanificheranno gli sforzi fatti»

Napoli zona gialla, i timori di Chiaia: «Si vanificheranno gli sforzi fatti»
Sabato 24 Aprile 2021, 18:20 - Ultimo agg. 19:06
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L'associazione Chiaia Night, in previsione del passaggio della Campania in zona gialla che avverrà lunedì 26 aprile, ha richiesto da circa 10 giorni attraverso la propria associazione di categoria, un incontro con istituzioni e forze dell'ordine per discutere delle problematiche che potrebbero crearsi con queste riaperture al fine di evitare situazione di rischio ed eventuali aumenti dei contagi. Purtroppo ad oggi, si legge in una nota dell'associazione, la richiesta non ha avuto risposta e non c'è stato alcun incontro, «e noi come tante altre attività restiamo in attesa di conoscere il comportamento delle istituzioni, cui abbiamo chiesto aiuto. La nostra preoccupazione come quella di tutti è che si vanifichi lo sforzo fatto fino ad ora, soprattutto dalle tante categorie economiche danneggiate da una chiusura prolungata di circa 15 mesi e preme in questo senso fare un chiarimento». I rappresentanti dei baretti chi Chiaia sottolineano che la movida di cui tanto si discute negli ultimi tempi, non dipende unicamente dall'apertura o meno dei locali come in queste ultime settimane è stato possibile constatare. Nonostante ci fossero baretti e altre attività chiuse, in diversi quartieri non sono mancati assembramenti notturni. E proprio per evitare che le strade si affollino di nuovo senza controlli e dal momento che non sarà permesso sostare all'interno dei locali, bisognerebbe mettere a disposizione delle attività maggiori spazi esterni per favorire una socialità ordinata.

Un discorso fatto già per le precedenti riaperture, ma che dopo l'ultima prolungata chiusura, diventa ora quanto mai fondamentale. «Siamo seriamente preoccupati - spiega Aldo Maccaroni, presidente dell'associazione Chiaia Night - e desideriamo riaprire in sicurezza con la speranza che questa sia l'ultima volta in cui abbiamo chiusure a fisarmonica.

Ci siamo mossi per tempo con la nostra associazione di categoria proprio per stabilire un protocollo che consentisse una ripresa del lavoro adatta al particolare momento che stiamo vivendo». L'intenzione, infatti, è quella di creare un dialogo con tutti i soggetti interessati affinché si stabiliscano delle direttive che siano comuni per tutto il territorio, evitando così che si creino zone franche che rischiano di vanificare l'impegno di chi rispetta le normative anti-Covid. 

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Importante per una riapertura in sicurezza sarebbe consentire più spazi esterni anche per i locali che, ad oggi, non ne sono dotati e che dunque, sono danneggiati dagli attuali provvedimenti. A questo dovrebbero aggiungersi altre disposizioni da stabilire affinché tutti siano messi in condizione di riaprire le proprie attività e riprendere a lavorare, così come presidi che non siano limitati alle uniche zone, da sempre attenzionate, ma che interessino tutta la città. «Auspichiamo quindi - aggiunge Maccaroni - una collaborazione con le istituzioni e anche un tavolo a cui poter sedere affinché si studino provvedimenti che siano realmente funzionali. Ci accingiamo a riaprire ed è nell'interesse di tutti che le regole siano rispettate per evitare la diffusione dei contagi ed ancora ulteriori chiusure». 

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