Napule ca se ne va, da Tonino Mister X sorrisi e canzoni (privata)

Napule ca se ne va, da Tonino Mister X sorrisi e canzoni (privata)
di Francesca Saturnino
Venerdì 1 Aprile 2022, 12:00
4 Minuti di Lettura

Nino Taranto, Mario Merola, Renato Carosone, Gegè di Giacomo, Domenico Modugno, Mario Abbate, Giacomo Rondinella, Gina Lollobrigida, i Ricchi e Poveri. «Tutti venivano da mio padre. A Forcella era un'istituzione». A parlare è Rosario Armens, 56 anni, l'ultimo degli 11 figli di Tonino Mister X, l'anima di Via Arsenale 21. Questo il nome di un mai dimenticato negozio di dischi di Forcella, apero dal dopoguerra alla fine degli anni '70.

La storia di Tonino, classe 1929, anticipa quella di «Mixed by Erry», storico falsario a cui oggi Sidney Sibilia sta dedicando addirittura un film, e affonda le radici in quella Napoli che ha fatto dell'arte di arrangiarsi la sua modalità di sopravvivenza.

«Ricordo che quando ero piccolo, Forcella era un formicaio di gente.

Bancarelle ovunque, marinai e soldati in divisa. Sbarcavano al Porto, da piazza Nicola Amore salivano direttamente qui. Mio padre aveva la bancarella poco dopo l'attuale scuola Annalisa Durante. Vendeva merce americana assieme a mia madre Anna, noi figli davamo tutti una mano. Dentifrici, bottiglie di whisky, caramelle, pepe americano, profumi, caramelle, cioccolato, calze di nylon. Certe cose le trovavi solo da lui», ricorda Rosario Armens. 

È Vittorio Paliotti nel suo Forcella, la casbah di Napoli a raccontare che gli americani, arrivati nell'ottobre '43, requisirono interi edifici pubblici o sfollati per istallare i loro servizi. Ecco comparire all'improvviso decine di depositi di materiali vari, da chewing- gum, sigarette, cibi in scatola scambiati o venduti dagli stessi alleati agli abitanti che iniziarono un vero e proprio business: «Con sacrifici, papà comprò il bar accanto alla bancarella. Si mise a vendere vinili e poi cassette. Gli piaceva improvvisarsi presentatore, usando una penna come finto microfono. Intervistava i clienti, ce l'aveva nel sangue. Tutti i cantanti che si trovavano in città non mancavano di passare a trovarlo. A casa mia prima mi mezzanotte non si mangiava».

Il nome del negozio, tutto un programma, era in qualche modo inevitabile, perché Forcella all'epoca era un arsenale, il negozio si trovava al n.21 e la sede della Rai allora era in via Arsenale 21, Torino. Napoli rispondeva con il suo Via Arsenale 21 Tonino».

Tonino Mister X col pubblico ci sapeva fare. Regalava sempre qualche gadget americano, offriva il caffè: «Mia mamma che si alzava alle 6 del mattino per aprire il negozio diceva: Ma come, un 45 giri sta 1000 o 500 lire e tu spendi 2000 lire al bar?. Però così in clienti tornavano sempre, e spendevano anche il triplo».

Tonino Mister X ampliò la sua clientela grazie alle sue speciali hit parade: «Creava delle compilation con i brani migliori, faceva tutto a casa con dei registratori, anche le copertine: Hit parade napoletana n.1, Hit parade napoletana n.2. Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Ricchi e Poveri. Invece di comprare l'lp intero, prendevi la cassetta pirata con cantanti diversi. All'epoca erano in tanti a fare i nasrei falsi, costavano 1000 lire l'uno». 

La fama di Tonino crebbe ancora di più verso la fine degli '80, quando divenne uno dei primi speaker della storica Radio Spaccanapoli fondata da Mario Da Vinci. Pubblico verace e appassionato, ricco palinsesto e richieste di canzoni e dediche in diretta. Tra i conduttori, anche Gino Vanorio, fratello del cantante Gabriele. Tonino per anni condusse «Nostalgia della canzone napoletana», programma tra i più seguiti. «Un giorno trasmise un 78 giri di Sergio Bruni rarissimo. Il maestro chiamò in radio ma papà non glielo avrebbe venduto neanche a peso d'oro. Io e mio fratello Franco dopo la sua scomparsa nel '92 per un periodo abbiamo preso il suo posto in radio, le sue ascoltatrici al funerale gli fecero una statua che conservo».

Ancora oggi, se vai a Forcella e chiedi di Tonino Mister X, gli anziani ricordano l'Arsenale 21 e i suoi suoni, veraci e non. 

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