«Così ho salvato l’occhio di Amilton, ora può vedere»

«Così ho salvato l’occhio di Amilton, ora può vedere»
di Ettore Mautone
Lunedì 2 Agosto 2021, 23:59 - Ultimo agg. 4 Agosto, 08:06
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Miopia maligna colpisce un uomo di Capo Verde dalla nascita: in Italia da irregolare nel 2013 viene operato in un ospedale napoletano l’anno dopo a un occhio ma subisce il distacco della retina e perde la vista. Gli resta l’altro occhio, affetto anch’esso da miopia elevatissima e da cataratta. Rischia dunque di diventare cieco. Dopo un tormentato iter per ottenere il permesso di soggiorno Vincenzo Orfeo, primario oculista alla Clinica Mediterranea, lo opera e gli salva la vista. 

È questa la difficile storia di Amilton Duarte Oliverira, 41 anni, della Repubblica di Capo Verde. Di professione fa il badante a un malato di Alzheimer. Sua mamma, diversi anni fa, giunge in Italia e poi a Napoli, con regolare permesso di soggiorno. Lavori umili ma costanti le consentono di mettere da parte i soldi per fare rientrare anche Amilton in Italia. Sebbene la legge consentisse un rincongiungimento l’uomo riesce a venire in Italia solo da irregolare. Arrivato a Napoli nel 2013 con i gravi problemi alla vista che lo affliggevano dalla nascita - una forte miopia che secondo i sanitari del paese di origine lo avrebbe condannato alla cecità – viene visitato da diversi specialisti tra cui Vincenzo Orfeo della Mediterranea che si dice pronto ad operarlo. Ma per farlo a carico del Servizio sanitario nazionale bisogna mettere ordine nella sua situazione amministrativa. Prefettura e Regione non riescono a trovare il bandolo della matassa.

Nel frattempo, nel 2014, per affrontare la elevatissima miopia viene operato in un ospedale napoletano all’occhio sinistro. Purtroppo l’intervento va male: il paziente subisce il distacco della retina e l’occlusione di una arteria oculare. L’occhio è completamente pregiudicato. Da allora una funzionaria della Regione Campania prende a cuore la sua storia e inizia una battaglia con la prefettura per normalizzare lo status di quello che intanto è diventato un uomo disabile. 

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Nel 2020 l’ancora di salvezza: grazie alla legge per l’emersione del lavoro nero ottiene il codice fiscale e il permesso di soggiorno da regolare. Può dunque avviare la pratica per l’intervento. Ad operarlo è proprio Vincenzo Orfeo che alla Mediterranea può contare su tecnologie all’avanguardia. Lo specialista gli salva l’unico occhio ancora buono riducendo la sua miopia a sole tre diottrie eliminando anche la cataratta. Per Amilton inizia una nuova vita.

«Avevo già visto il paziente qualche anno fa – avverte Orfeo – e mi ero subito reso conto della complessità clinica ma per motivi amministrativi non avevo potuto operarlo. Nel frattempo si era rivolto ad un altro ospedale napoletano ma la cura per la correzione della vista anziché arrestare o migliorare il visus avevano determinato la perdita totale di un occhio. Con l’altro – continua lo specialista – vedeva male e solo con una lente da 25 diottrie. Il rimpicciolimento dell’immagine del paziente gli limitava fortemente lavoro e vita quotidiana. In più era afflitto da una cataratta».

L’intervento è stato di particolare complessità, gli occhi di un miope grave sono molto delicati. Lo sbalzo di pressione durante l’intervento di cataratta poteva pregiudicare tutto. «Abbiamo usato tutte le precauzioni del caso, grazie a particolari tecnologie ridotto la pressione all’interno dell’occhio per abbattere i rischi. Una storia a lieto fine che incrocia le difficoltà di un bambino extracomunitario nato prematuro con quelle burocratiche che per anni hanno limitato a quest’uomo la possibilità di curarsi in Italia».

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