I gioielli dell'architettura aprono al pubblico: con Open House Napoli si scopre la periferia

I gioielli dell'architettura aprono al pubblico: con Open House Napoli si scopre la periferia
di Alessandro Bottone
Mercoledì 6 Ottobre 2021, 21:24
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I laboratori del Teatro San Carlo a Vigliena, il campus universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio, l'orto urbano di Ponticelli. Questi e altri luoghi della periferia orientale di Napoli saranno raccontati da Open House Napoli, il festival dell'architettura giunto alla terza edizione con oltre 130 spazi e percorsi che in due giornate, il 9 e il 10 ottobre, aprono ai cittadini con visite guidate gratuite. Molte le iniziative dedicate anche ai più piccoli.

Siti spesso inaccessibili, percorsi inediti, itinerari nel verde e nella creatività urbana, eventi tematici e la sezione OHNKidS dedicata ai più piccoli. Open House Napoli è un viaggio dentro le architetture di Napoli che attraversa tutte le dieci municipalità così da raccontare la natura policentrica toccando il centro storico e le periferie in costante trasformazione, visitando edifici monumentali e sedi istituzionali, residenze private, stazioni, teatri e cantieri. Il festival accende i riflettori sul grande patrimonio tutto ancora da valorizzare. Molti i luoghi che saranno accessibili esclusivamente nel weekend di OHN 2021. Tra questi gli stabilimenti ex Cirio di Vigliena, oggi affidati al Teatro San Carlo, che ospitano laboratori e officine di ampie dimensioni dove si costruiscono e conservano gli allestimenti degli spettacoli. Dagli spazi di San Giovanni, il Festival si sposta a Ponticelli con tre location d'eccezione. C'è l'orto urbano realizzato nel parco comunale Fratelli De Filippo dal Centro Diurno Lilliput dell'Asl Napoli 1 insieme agli oltre centocinquanta ortolani. A due passi c’è il Parco dei Murales: il festival dell’architettura racconta le otto opere di street art realizzate da artisti internazionali nel complesso di edilizia popolare lungo viale Aldo Merola grazie all’impegno di INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana.

Nel cuore di Ponticelli, invece, si potrà visitare la biblioteca comunale 'Grazia Deledda' che è stata al centro di un progetto di riqualificazione e rigenerazione grazie all’iniziativa di tre realtà associative, la cooperativa sociale Sepofà e le associazioni Noi@Europe e TerradiConfine. 

Quest’anno Open House Napoli apre ai visitatori anche il Brin 69, esempio di riqualificazione alle porte di Napoli Est: la vecchia imponente struttura della produzione manifatturiera è oggi una luminosa fabbrica delle idee e della creatività che punta su sostenibilità ambientale e rigenerazione urbana. Tra le tappe del festival c'è anche la sede dell’Università Federico II nel Campus di San Giovanni a Teduccio, polo tecnologico che ospita anche l'Apple Developer Academy. Si racconta la Mostra d’Oltremare, il polo fieristico della zona occidentale inaugurato nel 1940 e trasformato nel dopoguerra: gli imponenti edifici d’impostazione razionalista e gli ampi spazi verdi sono il dono delle migliori intelligenze dell’architettura napoletana del Novecento da Marcello Canino a Stefania Filo Speziale, da Carlo Cocchia a Michele Capobianco.

Tornano alcuni siti già aperti nelle scorse edizioni. Tra di essi alcune architetture iconiche della città: Villa Oro, progettata negli anni Trenta del Novecento da Luigi Cosenza e Bernard Rudosfky, dove il razionalismo dialoga con lo spirito mediterraneo. L’enigmatica Casa del Portuale di Aldo Loris Rossi, architettura di disegno così complesso e articolato da sembrare una scultura in cemento che arricchisce gli spazi del porto cittadino. C'è Nisida, sede dell'Istituto penale minorile e normalmente preclusa ai visitatori, nella quale le architetture si fondono con un paesaggio di struggente bellezza: il festival attraversa i sentieri del Parco Letterario. Molte le novità della terza edizione. Residenti e turisti potranno scoprire spazi normalmente non visitabili come la Pontificia Facoltà di Teologia di Capodimonte. L’Archivio di Stato fondato nel 1808 durante il periodo napoleonico per volere di Gioacchino Murat, dal 1845 è ospitato nel complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio, uno dei più antichi centri della spiritualità benedettina del Mezzogiorno: con settanta chilometri di documenti è il giacimento della memoria collettiva napoletana, italiana ed europea. L'unica location fuori confini delle municipalità di Napoli è il Comprensorio Olivetti a Pozzuoli, conclamato capolavoro di Luigi Cosenza. Il complesso è un luogo che ancora oggi restituisce un’idea del lavoro come spazio di dignità e realizzazione individuale e collettiva. 



Sono trenta i percorsi urbani: dalle nuove stazioni della metropolitana e dell’arte - tra Municipio, Duomo, Salvator Rosa, Piscinola e Scampia - alle passeggiare nei quartieri Vomero e Chiaia alla scoperta delle pregevoli architetture tra Eclettismo e Liberty di una Napoli Belle Époque. E poi nei quartieri La Loggetta, Agnano e Soccavo-Canzanella per ripercorrere la storia di quell’incisiva trasformazione che nel Secondo dopoguerra ha visto molti tra i principali architetti napoletani impegnati in progetti di edilizia popolare.

Open House Napoli è anche a misura dei bambini con appuntamenti interamente dedicati ai più piccoli e alle loro famiglie. Laboratori di architettura, incontri di lettura e tanto altro. Si avvicina l’architettura ai più piccoli attraverso il gioco sollecitando la conoscenza della propria città. Tra questi il laboratorio organizzato in collaborazione con i Brickanti - Mattoncini al Sud Aps che permetterà ai più piccoli di imparare a conoscere la città costruendola mattoncino su mattoncino. Per partecipare alle iniziative è necessario prenotare attraverso il sito web openhousenapoli.org dove è consultabile il ricco programma del festival. Per tutti i siti al chiuso è necessario esibire il Green pass: la certificazione non è necessaria per i percorsi, gli eventi e i laboratori che si svolgono all’aperto.

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